Libano - Hezbollah chiede revoca a divieto voli iraniani
- 19 feb
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Assadakah Beirut - La Iraqi Airways ha annunciato di aver raddoppiato da oggi, portandoli da uno a due, il numero di voli giornalieri per Beirut a causa della forte domanda in vista del funerale del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, previsto domani in Libano. Il 'partito di Dio' ha chiesto una grande affluenza per l'ultimo saluto al suo defunto capo, ucciso lo scorso settembre in un attacco israeliano, e i posti sugli aerei dall'Iraq, Paese a maggioranza sciita, sono andati esauriti in breve tempo. Anche la libanese Middle East Airlines è corsa ai ripari e ha aumentato il numero dei collegamenti.
Un funzionario iracheno ha riferito a France Presse che è prevista alle esequie la presenza di diversi parlamentari e funzionari pubblici iracheni, che parteciperanno a titolo privato. Attesi anche membri delle fazioni irachene filo-iraniane, alleate di lunga data di Hezbollah nella cosiddetta "asse della resistenza". Secondo la milizia sciita libanese saranno 79 i Paesi rappresentati, in modo ufficiale o meno, alla cerimonia, durante la quale sarà onorato anche Hashem Safieddine, successore designato di Nasrallah, morto anch'esso in un attacco israeliano lo scorso ottobre.

Il partito sciita Hezbollah ha chiesto al governo libanese di revocare il divieto imposto agli aerei iraniani di atterrare all'aeroporto di Beirut. In una dichiarazione rilasciata ieri, Hezbollah ha espresso una forte critica verso le azioni dell'esecutivo di Beirut, accusandolo di cedere alle pressioni israeliane e di violare la sovranità nazionale libanese. "Chiediamo al governo di ritirare il suo divieto e di prendere serie misure per impedire al nemico israeliano di imporre i suoi diktat e di violare la nostra sovranità nazionale", ha affermato il "Partito di Dio" nel comunicato.
Contestualmente, Hezbollah ha condannato l'incidente che due giorni fa ha coinvolto le forze di pace internazionali dell'Unifil attaccate dai suoi militanti vicino all'aeroporto internazionale Rafiq Hariri, riaffermando il fermo rifiuto di qualsiasi attacco contro i Caschi Blu, così come contro qualsiasi danno a proprietà pubbliche o private.
Nella giornata di ieri, 15 febbraio, l'esercito ha impiegato gas lacrimogeni contro i manifestanti filo-Hezbollah mentre scortava un convoglio della Missione di interposizione delle Nazioni Unite. Secondo quanto riportato dall'emittente televisiva "Al Manar", vicina al movimento filo-iraniano, l'intervento dell'esercito e' avvenuto mentre i sostenitori di Hezbollah bloccavano per la seconda notte consecutiva la strada per l'aeroporto, in segno di protesta contro la decisione di vietare l'atterraggio agli aerei iraniani. L'episodio aggiunge ulteriore tensione in un contesto già carico di nervosismo politico e sociale, segnato dall'arresto di oltre 25 persone in seguito all'attacco contro un altro convoglio dell'Unifil, avvenuto venerdì sera lungo la stessa strada.
Le autorità libanesi, compreso il ministro dell'Interno, Ahmad al Hajjar, hanno condannato gli atti di violenza e ribadito l'impegno nel mantenere la sicurezza e la stabilità del Paese.
L'attacco al convoglio di venerdì ha causato feriti due peacekeeper, tra cui il vice comandante uscente della forza, il generale di brigata nepalese Chok Bahadur Dhakal. La pattuglia dei tre mezzi Unifil stava adempiendo a una consegna ordinaria, diretta verso il Sud del Paese, quando e' stata assaltata dai manifestanti, che hanno intimato ai soldati di abbandonare i mezzi, che sono stati incendiati. Il Libano si sta sforzando si intraprendere un nuovo percorso sociale e politico, e la situazione appare molto delicata perché il Paese è in attesa del formale giuramento del nuovo governo - che dovrebbe vedere i partiti sciiti Hezbollah e Amal fortemente ridimensionati - per ottenere la fiducia.
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