Talal Khrais/Francesca Novello – Oggi, 4 agosto 2021, a un anno esatto dalla tragedia che ha colpito Beirut, a Oriolo Romano è stata celebrata una messa solenne in ricordo delle vittime.
L’appello del Santo Padre Francesco alla fine dell'udienza generale, di ieri, a un anno dall'esplosione nel porto di Beirut: in tanti hanno perso l'illusione di vivere. invochiamo da Dio la speranza "per superare la dura crisi" ha trovato il suo eco in tante chiese italiane ma anche in un piccolo paese nel nella provincia di Viterbo. Si tratta di Oriolo Romano e la sua chiesa di San Giorgio sempre sensibili per quanto riguarda la solidarietà internazionale. La messa è stata celebrata alla presenza dei cittadini che hanno accolto l’appello di Padre Giorgio e Padre Michele per esprimere la solidarietà al popolo libanese.
“A un anno dalla terribile esplosione avvenuta nel porto di Beirut, capitale del Libano, che ha provocato morte e distruzione, oggi ricordiamo quel martoriato Paese, soprattutto alle vittime, alle loro famiglie, ai tanti feriti, e a quanti hanno perso la casa e il lavoro.” Ha ricordato Padre Michele” le tante sofferenze di questo popolo, una esplosione che ha provocato la morte 207 persone e oltre seimila feriti, e 300 sfollati, dopo che case e interi quartieri vennero spazzati via da quella che è considerata una delle più potenti esplosioni non nucleari della storia.
Nella sua omelia iniziata alle 18.07 l’ora dell’esplosione per ricordare tutti i nostri fratelli vittime e tanti feriti, ricordando quel ora e quei minuti terribili per il popolo libanese, “come si può accettare tutto questo immane dolore”.
Padre Michele ha ricordato le parole di Sua Santità di questa mattina e la sua vicinanza al suo caro popolo libanese. Padre Michele ha poi menzionato il Libano come terra della Vergine Maria ricordando che in tutte le chiese Maronite è dedicata a Maria. Padre Michele ha concluso la sua Santa messa proprio con una preghiera della Vergine Maria. Erano presente alla funzione il Segretario Generale dell’Associazione Italo Araba “Assadakah”, Paolo Capuzzo.