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Oman - Un viaggio nel mondo dei sogni

Assadakah News Agency - Un viaggio in Oman può essere un’esperienza unica per conoscere il mondo arabo senza la distorsione di un’esagerata ricchezza. Bellezze naturali inaspettate, villaggi dal fascino tradizionale e l’accoglienza omanita dagli influssi beduini permettono al viaggiatore di scoprire l’anima antica di questo luogo, senza rinunciare a un po’ della sua modernità.

Un viaggio in Oman non può che patire dalla capitale. Perdetevi nel cuore cinto da mura della città vecchia. Recatevi all’alba al mercato del pesce di Mutrah per vedere tornare i pescatori. Passeggiate lungo la corniche di Mutrah al tramonto, quando le ombre del crepuscolo si allungano verso le montagne. Addentratevi nel Suq di Mutrah, dove l’atmosfera si fa caotica e si viene trascinati in un vortice di profumi, voci e colori. Un must è acquistare dell’incenso in un bazar locale.

La storica cittadina di Nizwa è la naturale porta d’accesso a queste montagne. Adagiata su una pianura circondata da una fitta oasi di palme, Nizwa è conosciuta anche come la “Perla dell’Islam”. Da non perdere, il suo grandioso Suq e l’elegante Grand Mosque. Da qui poi si può partire verso il monte più alto dell’Oman, il Jebel Shams, il Wadi Ghul, chiamato anche il Grand Canyon d’Arabia e il Jebel Akhdar (il frutteto dell’Oman). D’inverno, è possibile accamparsi su questi monti per assistere a uno spettacolo unico: la grandine che si riversa nei wadi (letti di fiumi asciutti) e viene poi raccolta tramite un antico sistema di irrigazione formato da una serie di canali scavati nei fianchi della montagna,, chiamati localmente aflaj (plurale) o falaj (singolare). Da qui l’acqua scorre lungo minuscoli acquedotti e gallerie a due piani fino ad arrivare ai pozzi di acqua potabile, alle moschee e poi alle piantagioni e alle oasi.

Antichi edifici di pietra che spuntano da una fitta piantagione di datteri, incorniciati dalle grigie pendici dei monti Monti Hajar. Così si presenta Misfat Al Abriyyin, conosciuto anche con il nome di Misfah, uno dei pochi villaggi antichi ad accogliere calorosamente i visitatori stranieri, a patto di comportarsi rispettando le usanze locali. Qui si possono fare diverse attività tra cui camminare tra le piantagioni terrazzate di datteri, la frutta però non si può raccogliere, rappresenta infatti l’unica fonte di sostentamento locale, oppure dedicarsi al trekking in compagnia di una guida locale. Si tratta della provincia più meridionale dell’Oman, separata dal resto del paese da un interminabile deserto di ghiaia. Dopo il passaggio del kharif (cioè la stagione delle piogge), il Dhofar appare come un miraggio. Le nebbie e le piogge leggere, infatti, trasformano il marrone delle pendici delle sue alture in un mantello verde. Qui ci sono diversi luoghi da vedere, tra cui le piantagioni di cocco, papaya e di piccole banane di Salalah, il capoluogo della regione, l’Al Baleed Archaeological Park, sempre a Salalah, e rovine di Ubar a Shisr.

La strada più spettacolare per arrivare qui da Muscat è lungo la costa del mar Arabico. 1500 chilometri da percorrere con calma per assaporare le bellezze di questo paesaggio, in particolare il Duqm, un giardino di rocce erose dal vento, il promontorio Ras Madrakah, le lagune rosse di Al Kahil popolate di fenicotteri, il villaggio di Shwaymiya e le stalattiti calcaree di Hasik.

La biodiversità in Oman è tangibile. Diverse specie protette vivono in questa parte della penisola araba. La spiaggia Ras Al Jinz è un importante sito di nidificazione della tartaruga verde, una specie in via di estinzione. Ogni anno, a luglio, 20.000 esemplari tornano qui, dove sono nate, per deporre le uova. Le tartarughe raggiungono la spiaggia solo di notte, ed è possibile ammirare questo spettacolo unico al mondo partecipando a un ecotour serale o all’alba. È importante seguire le istruzioni delle guide locali, per esempio è vietato fotografare con il flash per non spaventare le tartarughe e metterle in pericolo.

Che sia un viaggio organizzato o che ci si vada per conto proprio, ci sono alcune cose da sapere prima per non farsi cogliere impreparati. L’alta stagione va da novembre a marzo. In questi mesi il clima è perfetto per godersi il mare, con giornate soleggiate e serate fresche.

È però anche il periodo più affollato, con i prezzi alle stelle e il rischio di non trovare posto se non si prenota in anticipo. Il periodo che va da aprile a giugno è considerato di bassa stagione. Il caldo torrido e l’elevata umidità scoraggiano i più. È però questa la stagione migliore per visitare le zone montuose dell’Oman, caratterizzate da un clima più gestibile. A giugno, poi, si raccolgono i datteri. I mesi tra luglio e ottobre sono l’ideale per visitare la parte meridionale della penisola. La stagione delle piogge rende verdi le alture del deserto, ma è necessario prestare attenzione e non accamparsi nei wadi che potrebbero riempirsi d’acqua.

Per entrare in Oman è necessario avere un visto. Il visto da 10 o 30 giorni va richiesto prima della partenza e lo si può facilmente ottenere presso inoltrando la richiesta online tramite il sito internet della Royal Oman Police. È necessario avere un passaporto con validità residua superiore a sei mesi, e un biglietto di ritorno o di proseguimento del viaggio. In ogni caso, meglio informarsi presso le sedi diplomatiche competenti prima di richiedere il visto.

Grazie alle sue spiagge sabbiose e al mare incantevole, l’Oman è un luogo da sogno anche per un viaggio con i più piccoli. C’è però da dire che in generale le strutture dedicate ai bambini scarseggiano. Si può trovare qualcosa a Muscat. Per esempio, il Children’s Museum, un museo dedicato alla scienza e pensato proprio per i più piccoli. Sempre in tema di scienza, il PDO Oil & Gas Exhibition ospita mostre interattive sulla geologia e il planetarium. A Muscat ci sono anche dei luna park, tra cui il Marah Land e il Al Riyam Park, e altre attrazioni nei maggiori centri commerciali.

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