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Pompei: un vaso prodotto in Egitto nella cucina del Thermopolium

  • 8 ore fa
  • Tempo di lettura: 3 min

Paola Angelini (Assadakh News)

 


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Era al centro della cucina del Thermopolium della Regio V, luogo di ristoro dell’antica Pompei, un vaso in pasta vitrea con scene di caccia in stile egiziano, rinvenuto durante gli scavi, ma costruito nella città di Alessandria d’Egitto. Era tra i reperti più interessanti recuperati, il vaso, una situla’ tipo di vaso a corpo tronco-conico stretto in basso, provvisto o meno di manico, che compare come vaso sacrale nelle civiltà egizia, cretese, etrusca e anche romana, in faience ceramica smaltata, riccamente decorata, testimonianza degli scambi commerciali e culturali che caratterizzavano Pompei.


Il contenitore invetriato era solitamente presente, nell’area vesuviana, come elemento pregiato di decorazione di giardini e ambienti rappresentativi. Nello spazio del ritrovamento, era stato impiegato come contenitore da cucina. Sono in corso le analisi che accompagnano il restauro, le quali, potranno rivelarne il contenuto.

I nuovi scavi avviati nel 2023, nell’area della Regio V di Pompei, continuano per migliorare le condizioni e il mantenimento degli ambienti vicini al Thermopolium, inoltre, sono stati rilevati: ambienti di servizio e un piccolo appartamento al primo piano dove abitavano i gestori dell’attività.

Nel locale del piano terra, insieme al piano cottura, ritrovati, al loro posto gli strumenti utilizzati per la preparazione dei cibi, i mortai, dei tegami e numerose anfore vinarie di provenienza mediterranea.

Il Direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel racconta: “Vediamo qui in atto una certa creatività nell’arredare spazi sacri e profani, cioè l’altare domestico e la cucina, con oggetti che testimoniano la permeabilità e la mobilità di gusti, stili e, verosimilmente, anche di idee religiose nell’Impero Romano. Vediamo questo fenomeno non a un livello elitario, ma in una retrobottega di una popinae, uno street food di Pompei, vale a dire a un livello medio-basso della società locale, che si rivela essenziale nella promozione di forme culturali e religiose orientali, tra cui i culti egiziani, ma più tardi anche il cristianesimo”.

Sull’e-journal degli scavi di Pompei è stato pubblicato un articolo di approfondimento, circa gli interventi di cantiere che hanno interessato questi ambienti.

Al momento dell’eruzione, il vano attiguo al Thermopolium fungeva da ambiente di servizio, gli spazi erano organizzati in modo funzionale: un piccolo bagno era posto a lato di un ingresso che affacciava sul vicolo ‘dei Balconi’, una zona destinata allo stoccaggio di anfore e altri contenitori per la conservazione di liquidi. Lo spazio rimanente era occupato da oggetti utilizzati per la lavorazione, la cottura e la conservazione dei cibi.

Il piano superiore all’ambiente di servizio era suddiviso in due piccole stanze, una delle quali affrescata e decorata in IV stile, con architetture prospettiche ‘illusionistiche’ e un pavimento colorato di giallo.

IV stile
IV stile

La stanza era arredata con mobili, forse, in parte rivestiti da lastre marmoree policrome, e con oggetti personali conservati in cassette lignee riccamente adornate. Il progetto di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza di questi ambienti ha previsto, anche il restauro degli apparati murari e decorativi emersi nei precedenti interventi, con l'obiettivo di preservarne la bellezza e l’integrità. Per proteggere gli ambienti dall’azione degli agenti atmosferici e conservare adeguatamente i reperti, sono state realizzate apposite coperture amovibili, progettate per integrarsi armoniosamente con il contesto archeologico. Mentre un impianto di illuminazione consentirà, mettendo in risalto i singoli dettagli, di ammirare in maniera più adeguata il contesto.

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