Riyadh - Decisa condanna per attacchi in Siria e Sudan
- Roberto Roggero
- 6 mag
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Assadakah News - Il ministero degli Affari esteri saudita, Faisal bin Farhan Al Saud, ha espresso la sua "più ferma condanna" per l'attacco aereo israeliano che ha preso di mira i pressi del palazzo presidenziale a Damasco, la capitale della Siria. Il dicastero ha ribadito il rifiuto degli attacchi israeliani contro la sovranità, la sicurezza e la stabilità della sorella Repubblica araba siriana".

Per il ministero si deve "porre fine alle palesi violazioni del diritto internazionale da parte di Israele in Siria e nella regione", poiché "il proseguimento di queste violazioni e delle politiche estremiste israeliane aggrava i rischi di violenza, estremismo e instabilità regionale". Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha rivendicato in una nota congiunta con il ministero della Difesa il raid al palazzo presidenziale nella capitale siriana, ribadendo il suo impegno a proteggere i membri della minoranza drusa coinvolti in una serie di scontri settari negli ultimi giorni in cui sono morte 100 persone.
Il Ministero degli Esteri saudita ha ribadito anche la condanna e la denuncia del Regno per gli attacchi contro strutture e infrastrutture vitali a Port Sudan e Kassala, sottolineando che ciò rappresenta una minaccia per la stabilità regionale e la sicurezza nazionale araba e africana.
L’Arabia Saudita ha chiesto la fine immediata della guerra in Sudan, per risparmiare al Paese e al suo popolo ulteriori sofferenze e distruzioni. Ha inoltre ribadito che la soluzione alla crisi è una soluzione politica sudanese-sudanese, che rispetti la sovranità e l'unità del Paese e si basi sul sostegno alle istituzioni statali. Ha inoltre affermato il rifiuto del Regno di queste violazioni, sottolineando la necessità di garantire protezione ai civili e di attuare la Dichiarazione di Jeddah (Impegno a proteggere i civili in Sudan) firmata l'11 maggio 2023. Da parte sua, l'esercito sudanese ha annunciato che le Forze di Supporto Rapido hanno preso di mira una base aerea e un magazzino a Port Sudan con droni, causando danni limitati.
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