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Roma - Festa per la 53a Giornata Nazionale del Sultanato dell'Oman

Silvia Boltuc - Il 21 novembre 2023 l’ambasciata del Sultanato dell’Oman in Italia ha festeggiato la 53° giornata nazionale del Paese.

S.E. l’ambasciatore Nazar Bin Asjulanda Majid Al-Said ha accolto i suoi ospiti, fra cui i rappresentanti delle ventidue ambasciate della Lega Araba a Roma, con un lungo discorso di apertura. Le parole di Bin Asjulanda Majid Al-Said sono state di elogio per il profondo rapporto di amicizia e le perduranti relazioni bilaterali fra l’Italia e l’Oman. Nel raccontare ai partecipanti all’evento gli sviluppi futuri del Paese, fra cui l’ambizioso progetto nazionale Vision 2040, S.E. non ha mancato di sottolineare la volontà di Mascate di intensificare gli scambi con Roma.

Indubbiamente fra gli ambiti di cooperazione più promettenti, emerge il settore turistico. Se l’Italia è da decenni meta turistica prediletta di molti stranieri, i gioielli paesaggistici omaniti rimangono ancora ampiamente inesplorati dall’audience italiana. L’Oman, storicamente crocevia di popoli per via dei suoi porti inseriti negli antichi corridoi marittimi, ha assorbito e coniugato diverse tradizioni che hanno contribuito al suo ricchissimo patrimonio culturale. Al fascino del suo folclore si somma quello dei suoi paesaggi, alternando il verde dei suoi parchi ai deserti, lunghe spiagge bianche ai suoi canyon ad alta quota.

Come S.E. ha illustrato ai suoi convitati, con Oman Vision 2040, Mascate guarda alle sfide future e crea una linea guida per tenere il passo con i cambiamenti regionali e globali, generare e cogliere opportunità per promuovere la competitività economica ed il benessere sociale, stimolare la crescita e creare fiducia in tutte le relazioni economiche, sociali e di sviluppo a livello nazionale. In questo contesto, Bin Asjulanda Majid Al-Said ha sottolineato lo sforzo del Sultanato nell’ampliamento delle sue infrastrutture e in sfide globali come la transizione energetica.

Posizionandosi strategicamente come Paese che guarda al futuro con ambiziosi progetti di rilancio nazionale, l’Oman può diventare attrattivo per gli investimenti esteri, come quelli italiani. Un dato promettente in tal senso è il posizionamento italiano nel 2022 come secondo partner europeo del Sultanato.

Nonostante la giornata di festa nazionale e l’evento mondano organizzato dall’ambasciata del Sultanato dell’Oman, S.E. ha ampiamente richiamato l’attenzione sulla tragedia che si sta consumando sulla Striscia di Gaza. Il Paese parte della Umma araba, su cui dal ’45 si fonda la Lega degli Stati Arabi, sta fermamente portando avanti iniziative di mediazione che portino alla pacificazione della regione mediorientale. Empatizzare con la popolazione civile di Gaza e operare per un immediato cessate il fuoco è secondo Bin Asjulanda Majid Al-Said un imperativo morale. Nel commentare l’intervento militare israeliano, S.E. ha fermamente condannato la brutalità dei bombardamenti israeliani che mietono indistintamente vittime fra i civili inermi. L’Oman che da anni con la sua diplomazia di pace dà un importante contributo nella mediazione delle dispute regionali, non può non condannare le rappresaglie collettive esemplificate dalle incursioni dell’esercito israeliano a Gaza ed in Cisgiordania.

Come rappresentante di un Paese che promuove il dialogo e la mediazione, S.E. ha altresì condannato e definito inconsistente la soluzione militare, che storicamente si è sempre dimostrata inefficace nel porre fine alla tragedia del popolo palestinese da quando ebbe luogo la Nakba. Assieme agli alti rappresentanti delle ambasciate della Lega Araba presenti all’evento, infine, Bin Asjulanda Majid Al-Said ha voluto spendere parole di cordoglio per quelle 5,840 vittime, tra le oltre 14.000 totali, che erano bambini.

S.E. conclude il suo commosso intervento sulla crisi mediorientale chiedendo alla comunità internazionale un doveroso ed immediato cessate il fuoco su Gaza, l’apertura di corridoi per il passaggio di cibo, acqua e medicine per la popolazione civile e finalmente un riconoscimento equo, in accordo con il diritto internazionale, di uno stato palestinese.

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