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San Giorgio del Sannio - Il Premio Marzani si chiude con un impegno per la pace tra i popoli

Aggiornamento: 29 ago 2022


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Talal Khrais e Letizia Leonardi (Assadakah Roma News) - Si è conclusa con successo e una grande partecipazione di pubblico la XV edizione del Premio Internazionale Giornalistico-Letterario Marzani, che si è svolto ieri e oggi a San Giorgio del Sannio e organizzato dall'Associazione Campania Europa Mediterraneo, presieduta dall’instancabile Enzo Parziale e con il fattivo contributo dell'Associazione Italo-Araba Assadakah che, come ogni anno, è presente e collabora per l'ottima riuscita dell'iniziativa. Stamattina a Palazzo Bocchini si è svolto l'incontro di tutti gli ospiti alla presenza del Sindaco Angelo Ciampi. Nel pomeriggio l'evento è iniziato con il discorso del presidente Enzo Parziale sull'importante tema della diplomazia popolare. In assenza di una diplomazia portata avanti dalle classi politiche, diventa necessaria l’azione esercitata da Enti locali, da soggetti non governativi che dialogano con altri soggetti, oltre i confini, per influenzare i governi e con lo scopo di ridurre, o far terminare i conflitti, e rafforzare la cooperazione tra i popoli. La diplomazia dei popoli pare quindi uno strumento della società civile e delle popolazioni.


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Nel pomeriggio Enzo Parziale, che ha ribadito la necessità di coinvolgere i cittadini sulle questioni internazionali. "Donne, uomini, Istituti internazionali, l'Istituto culturale italiano a Teheran, le Ambasciate, ministri degli esteri - ha spiegato Il Presidente dell'Associazione organizzatrice dell'evento - possono darci una dimensione più esatta di quella che è la situazione. Occorre discutere di problemi seri ma non solo nei luoghi degli addetti ai lavori". A seguire le note e le particolari e poetiche canzoni della cantante libanese di origine armena Rita Tekeyan, presentata dalla giornalista Teresa Simeone che ha ovviamente fatto cenno al genocidio che il popolo armeno ha subito durante la prima guerra mondiale, con lo sterminio di un milione e mezzo di armeni e l'impegno dell'Associazione Campania Europa Mediterraneo che ha sposato questa causa e che, ogni anno, invita Ambasciatori e persone di cultura per non dimenticare il dolore di questo popolo.


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Rita Tekeryan ha deliziato i presenti con i suoi particolari e suggestivi brani, che sono delle vere e proprie poesie, e la sua voce melodiosa. Ha anche cantato “Green Line”, la storia vera di una donna e una madre molto coraggiosa che viveva a Beirut Est e lavorava nella parte Ovest. Poi ha anche auspicato la fine di ogni guerra perché i conflitti non devono esistere. Un momento definito di grande intensità. Dopo questo significativo stacco musicale è iniziata con Enzo Parziale la premiazione ricordando l'Ambasciatore italiano Luca Attanasio ucciso in Congo, definito un eroe, vittima di un vile attentato su cui c'è un'inchiesta in corso da parte della magistratura. Era presente a ritirare il Premio la moglie del diplomatico e presidente della Ong “Mama Sofia”, Zaira Seddiky. "La signora Seddiky - ha affermato Parziale - ha svolto un'importante attività parallela insieme al marito attraverso questa grande Ong, del quale presidente onorario è lo stesso Ambasciatore. La motivazione per la consegna di questo riconoscimento è, non solo per ricordare qui S. E. Attanasio ma anche per ricordare a tutti che le vicende non si chiudono mai senza una spiegazione. Ci sono altre vicende italiane sulle quali c'è bisognodi fare luce. Diamo quindi questo premio per il grande impegno sociale e per la pace".


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Nel ricevere il premio Zaira Seddiky ha ringraziato e ha dichiarato che, questo riconoscimento sarà un motivo in più per andare avanti e che dobbiamo sperare nella diplomazia. "Il dialogo - ha specificato Seddiky - è importante per la pace. Va bene fare conferenze ma cosa facciamo per la pace? Il rapporto umano è molto importante ed è questo l'obiettivo che si pone "Mama Sofia". Cose piccole ma fatte con il cuore. Noi la pace la costruiamo tutti i giorni. Piccoli passi che dobbiamo fare tutti". Teresa Simeone ha poi ricordato anche la giornalista Shireen Abu Akleh, nata nel 1971 a Gerusalemme, uccisa a colpi di arma da fuoco dalle forze di occupazione israeliane lo scorso 11 maggio, nei pressi della cittadina palestinese di Jenin. Anche su questo attentato si sta cercando di fare chiarezza. La collega giornalista uccisa è stata premiata per il coraggio che aveva nello svolgere reportage e inchieste e per portare avanti il diritto di due popoli ad avere due Stati. A ritirare il premio per lei, l’Ambasciatrice dello Stato di Palestina in Italia, S.E. Abeer Odeh e il giornalista Abdul Nasser Abun Aoun proveniente direttamente da Gaza con l’assistenza di Assadakah. La diplomatica palestinese ha considerato Shireen Abu Akleh una icona per la Palestina e del giornalismo. Una giornalista che ha dato la vita per l'informazione, per portare le notizie vere nel mondo. La Palestina vive in una situazione diversa dal mondo. Purtroppo la parola giustizia non accontenta nessuno. Non solo per l'occupazione israeliana ma per il mondo intero. Il mondo guarda questa occupazione e questa occupazione viene ricompensata. Oggi nel mondo ci sono due pesi e due misure. Con faciloneria un palestinese è visto come un terrorista ma lui vuole solo vivere in pace nella sua terra. Noi non siamo per la guerra". S. E. l'Ambasciatrice ha fatto l'esempio degli ucraini, considerati eroi perché difendono la loro terra, ma i palestinesi sono considerati terroristi. Anche l'uccisione dei palestinesi viene presa alla leggera, come non fosse niente. "Le dichiarazioni italiane nell'ultima guerra contro Gaza - ha proseguito la diplomatica - sono state superficiali e hanno anche detto che ci sono dubbi sull'uccisione della giornalista da parte degli israeliani. Dobbiamo arrivare ad una giustizia. Il diritto internazionale deve essere applicato. Le risoluzioni del consiglio di Sicurezza dell'Onu devono essere rispettate. Noi vogliamo solo questo. Il popolo palestinese deve vivere in pace come tutti gli altri popoli. Tutto il mondo è stato unito contro il covid, perché non lo è anche per far applicare il diritto internazionale? Noi popoli non possiamo accettare che ci siano due pesi e due misure, Abbiamo tutti una responsabilità nei confronti dei nostri figli, dei nostri Stati. Dobbiamo stare a fianco del diritto. Abbiamo bisogno di aiuto. Il nostro popolo vive in una continua sofferenza. Vogliamo la pace".


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Enzo Parziale ha consegnato poi il Premio all'Ambasciatrice dello Yemen S.E. Asmahan Abdulhameed Altoqi per il ruolo indispensabile per la riconciliazione dello Yemen e per l'intensa attività diplomatica che svolge nel mondo per far cessare i conflitti. Lei ha sottolineato l'importanza del concetto della famiglia e la gentilezza in Italia. "Noi tutti - ha dichiarato S.E. Asmahan Abdulhameed Altoqi - condividiamo gli aspetti umani e io ho notato in diversi italiani molta disponibilità ad aiutarmi. Per voi forse sono cose semplici ma hanno una grande importanza. Io auguro all'Italia tanta pace e auguro giustizia in tutto il mondo e che non ci sia la voce della forza ma della giustizia e del diritto". Enzo Parziale ha sottolineato, con la sincerità che lo contraddistingue, che questo per l'Italia è un periodo di decadenza che deriva da una debolezza della politica italiana. Dopo questa considerazione ha consegnato il riconoscimento all'Ambasciatrice dello Stato islamico della Mauritania in Italia S. E. Ely Salem Zeineb per l'impegno costante e produttivo per le relazioni diplomatiche tra i nostri due Paesi. Nel suo intervento la diplomatica della Mauritania ha tenuto a sottolineare che il suo Paese rappresenta l'islam moderato. L'islam della tolleranza e della moderazione. "Questa presenza qui oggi - ha spiegato S. E. Ely Salem Zeineb - mi fa amare ancora di più l'Italia e questa città bellissima. L'Italia ha la bellezza, l'arte, la civiltà e i valori umani che oggi ci uniscono tutti, anche la Mauritania. Io vorrei affermare qui la convinzione del mio Paese che la democrazia è alla base di tutto, la moderazione e il buon governo. La saggezza del potere è molto importante. Noi abbiamo il valore della tolleranza e del rispetto e quindi noi non siamo tanto diversi e queste relazioni tra i nostri popoli sono molto importanti. Noi vogliamo la pace e non la guerra alle porte dell'Europa. Speriamo che l'attività diplomatica rafforzi questo Paese". L'altra personalità a ricevere il Premio è stato Evarist Bartolo già Ministro degli Esteri di Malta per l'instancabile attività in difesa dei diritti civili con particolare riferimento alla libertà di stampa e alla rimozione di ogni forma di censura. Non è stato possibile creare il collegamento con la giornalista del Tg1 Stefania Battistini, che non ha potuto neppure ritirare il riconoscimento personalmente. Lei si è recata anche in Armenia e in Artsakh in occasione della recente guerra nel Nagorno Karabakh, ora si trova in Ucraina. La motivazione: per la tenacia e il coraggio per i suoi servizi giornalistici nelle tante guerre dimenticate, come quella del Kurdistan e della Siria svolti con professionalità. Assente anche il Ministro degli Esteri uscente Luigi Di Maio per impegni improrogabili.


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A seguire, la consegna del Premio al professore Carlo Giovanni Cereti docente universitario e studioso del Medio Oriente per la passione per la ricerca di strade che favoriscono l'incontro tra culture diverse, per i ponti che costruisce tra civiltà antiche e moderne e le politiche di scambio internazionale e cooperazione tra i popoli. Lui ha sottolineato il suo legame con la Campania, l'Europa e il Mediterraneo. Hanno infine ritirato il premio la giornalista e scrittrice Valentina Busiello, la scrittrice Laura Marzi, alla poetessa e pianista Graziella Di Grezia, il giovane musicista Emilio Mottola, il poeta, scrittore e giornalista Francesco Terrone e la cantante libanese di origine armena Rita Tekeyan.



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