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Siria - La stampa italiana tace sui bombardamenti israeliani

  • 1 mar
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 6 mar

Assadakah News - Israele sta continuando impunemente a bombardare la Siria, fatto completamente assente dalle pagine dell’informazione in Italia.

Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha dichiarato: “La Siria meridionale deve essere una zona demilitarizzata, abbiamo trasmesso gli ordini e l’IDFè pronta. L’altro ieri è stato il primo tentativo del nuovo regime di presidiare posizioni e avamposti, e l’aeronautica ha attaccato e colpito. Non permetteremo che la demilitarizzazione della regione della Siria meridionale venga violata e non permetteremo che si presenti una minaccia”.

Queste parole arrivano poche ore dopo che il nuovo governo siriano, guidato dal presidente ad interim Al-Sharaa, ha chiesto a Israele di ritirarsi dai territori siriani occupati. La risposta israeliana è stata immediata e violenta: l’aviazione ha colpito obiettivi militari nel Sud della Siria, tra cui quartier generali e depositi di armi. L’esercito israeliano ha giustificato l’attacco affermando che la presenza di forze militari in quella zona costituisce una minaccia per i cittadini israeliani.

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Israele a dicembre ha dichiarato: "Dobbiamo attaccare la Siria perché nessuno ha il controllo vicino al nostro confine. Israele a febbraio: dobbiamo attaccare la Siria perché il governo sta cercando di esercitare il controllo vicino al nostro confine”. Questa contraddizione evidenzia come la politica israeliana sia basata su una narrativa doppia, adattabile alle esigenze del momento, ma finalizzata a giustificare interventi militari unilaterali.

Il Governo siriano ha condannato fermamente l’attacco, definendolo una violazione della sovranità nazionale e di accordi internazionali di lunga data. Durante una conferenza nazionale per l’unità politica ed economica del Paese, il presidente Ahmad Al-Sharaa ha respinto le “dichiarazioni provocatorie del Primo ministro israeliano” e ha chiesto alla comunità internazionale di esercitare pressioni su Israele per fermare l’aggressione.

Un evento gravissimo, completamente ignorato dai media italiani: nessuna prima pagina, nessun approfondimento, nessun dibattito. Questo silenzio non è solo una mancanza di informazione, ma un atto politico inconsapevole che contribuisce a normalizzare l’espansionismo israeliano e a desensibilizzare l’opinione pubblica rispetto alle violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale.

L’assenza di copertura mediatica ha un impatto profondo sulla percezione pubblica. In un contesto in cui l’informazione è spesso frammentaria e superficiale, il silenzio su eventi come questo contribuisce a mitigare i rischi dell’espansionismo israeliano Il pubblico, soprattutto quello più anziano e meno propenso a cercare fonti alternative, rimane all’oscuro di dinamiche cruciali per comprendere l’escalation in atto in Medio Oriente.

Questo silenzio non è necessariamente frutto di una scelta consapevole, ma è comunque sintomatico di un razzismo inconsapevole. Si tratta di una forma di discriminazione passiva, che deriva da una visione del mondo in cui alcune vite e alcune sofferenze valgono meno di altre. Se un attacco militare in Europa o negli Stati Uniti ricevesse la stessa scarsa attenzione, sarebbe considerato uno scandalo. Ma quando si tratta di un Paese come la Siria, già devastato da anni di guerra, il silenzio sembra quasi scontato.

Parlare del bombardamento israeliano della Siria non significa schierarsi contro Israele o a favore della Siria, ma riconoscere che ogni atto di violenza, merita di essere raccontato e analizzato. Significa ricordare che il diritto internazionale e i diritti umani non sono negoziabili, e che la sovranità di uno Stato non può essere violata impunemente. Ma tutto questo, per Israele non ha alcun valore.

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