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Siria - Prima l’uomo e la patria per tutti

  • 7 giorni fa
  • Tempo di lettura: 3 min
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Wael Al-Mawla - Oggi la Siria entra in una fase cruciale della sua storia contemporanea, dopo anni di guerra e divisioni, con davanti al suo popolo un’opportunità rara: costruire uno Stato moderno e inclusivo, che ristabilisca la fiducia tra le componenti della società e apra la strada a una riconciliazione nazionale capace di sanare le ferite del passato e porre le basi per una rinascita partecipativa che coinvolga tutti.

Molti siriani ritengono che il primo compito della leadership transitoria sia la creazione di un nuovo contratto sociale basato sulla cittadinanza, la giustizia e l’uguaglianza, che offra a ogni cittadino la sensazione di partecipazione e appartenenza. Una vera riforma non significa sostituire un potere con un altro, ma ridare centralità all’uomo, ai suoi diritti e alla sua dignità, considerandolo il fulcro dello sviluppo e la pietra angolare della stabilità.

La Siria del futuro sarà uno Stato civile e decentrato, capace di bilanciare l’unità decisionale nazionale con l’autonomia della gestione locale, concedendo alle comunità maggiori poteri nella gestione dei propri affari, per garantire equità nella distribuzione del potere e delle responsabilità. Il decentramento non rappresenta una frammentazione della patria, ma un ampliamento del suo spazio umano e politico attraverso la partecipazione attiva di tutte le componenti.

Sul piano della sicurezza, non esiste stabilità senza un esercito nazionale unificato e una polizia professionale che operino sotto la legge. Un esercito che protegga i confini della nazione e non gli interessi personali, e una polizia al servizio del cittadino, che consideri la sicurezza un valore umano e non uno strumento di repressione.

La riconciliazione nazionale rimane l’unica via per consolidare la pace civile, richiedendo un dialogo inclusivo che coinvolga tutte le componenti siriane — arabi e curdi, drusi e alawiti, musulmani e cristiani — basato sulla giustizia, la cittadinanza e il diritto al ritorno per chi è stato esiliato o escluso.

La maggioranza dei siriani guarda oggi a questo modello di Stato, uno Stato in cui tutti godano degli stessi diritti e doveri, governato da istituzioni giuste e da una magistratura imparziale, dove l’appartenenza sia alla patria e non alla setta o al partito. Dopo tutto ciò che hanno vissuto, i siriani non cercano più slogan, ma un presente sicuro e dignitoso e un futuro degno dei loro sacrifici.

Sul piano economico, la nuova Siria necessita di un modello di economia aperta, basata sulla libertà e sulla concorrenza leale, capace di attrarre investimenti, garantendo al contempo giustizia sociale e diritti dei lavoratori. La libertà dei media rappresenta una delle colonne portanti dello Stato moderno, specchio delle preoccupazioni dei cittadini, strumento di controllo delle istituzioni e garante di trasparenza e responsabilità.

In generale, uno Stato stabile non può esistere senza uno Stato di diritto, dove la Costituzione sia rispettata da tutti e dove governanti e governati siano sottoposti all’autorità della magistratura, affinché la giustizia sia superiore a chiunque e nessuno ne sia escluso.

A livello regionale, la Siria punta a ricostruire ponti di cooperazione con gli Stati arabi, in primo luogo l’Arabia Saudita come partner principale nella ricostruzione e nello sviluppo economico, e con la Turchia attraverso una nuova pagina di buon vicinato e cooperazione economica e di sicurezza, basata sul rispetto delle specificità siriane e sul riconoscimento della componente curda come parte integrante del tessuto nazionale. Emirati Arabi Uniti, Giordania ed Egitto emergono come pilastri per il sostegno alla stabilità regionale.

A livello internazionale, la visione si fonda su partenariati equilibrati: cooperazione nello sviluppo con la Cina, sostegno istituzionale dalla Russia, contributo statunitense ed europeo alla transizione democratica, e rapporti economici e culturali equilibrati con l’Iran basati sugli interessi reciproci e non sulla dipendenza.

Il popolo siriano potrebbe trovarsi davanti a un’opportunità storica per costruire uno Stato che rispetti l’uomo e realizzi giustizia e uguaglianza. Ma resta la domanda: vedranno i siriani un giorno realizzarsi il sogno di questo Stato, o il sogno rimarrà sospeso tra speranza e realtà difficile?

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