Speciale Libia - Le imprese italiane tornano in grande stile
- 2 lug
- Tempo di lettura: 6 min
Nouri Al-Chibani - Il Forum della Camera di Commercio Italo-Libica, presieduta da Nicola Colicchi, che ha portato a Bengasi le delegazioni di circa 90 imprese italiane, è stato definito dall'ambasciatore italiano, Gianluca Alberini, un pieno successo.
Organizzato in collaborazione con la Camera di commercio italo-libica e con il Fondo Sviluppo e Ricostruzione della Libia guidato da Belgassem Haftar, l'evento ha rappresentato secondo l’ambasciatore Alberini "un'ottima premessa per continuare una proficua collaborazione". "Siamo stati accolti con grande simpatia e con grande interesse dalle controparti libiche", ha detto il diplomatico, sottolineando l'alto livello di coinvolgimento da parte delle autorità locali, incluso il sindaco di Bengasi. Quanto alle azioni concrete messe in campo per sostenere il dialogo economico tra i due Paesi, Alberini ha ricordato il lavoro capillare dell'ambasciata a Tripoli e del consolato generale a Bengasi, che "opera tutti i giorni per assistere le imprese e i cittadini italiani" e per facilitare il rilascio dei visti ai cittadini libici.
"Siamo spesso qui a Bengasi," ha spiegato l'ambasciatore, "apriamo le porte, siamo presenti e cerchiamo di favorire l'attività delle nostre imprese".

La Libia resta un Paese politicamente frammentato, ma la cooperazione economica con l'Italia può contribuire a costruire un percorso di stabilizzazione. E' il messaggio lanciato dall'ambasciatore d'Italia a Tripoli, Gianluca Alberini, a margine dell'ultima giornata del Forum economico italo-libico che si è svolto a Bengasi. "La situazione istituzionale libica è ancora complicata", ha affermato Alberini, sottolineando come il Paese non sia ancora "fuori dalle secche in cui si è incagliato alcuni anni fa". Tuttavia, ha aggiunto, "l'Italia è molto attiva nell'aiutare una ripresa delle istituzioni libiche, la riunificazione del Paese e lo sviluppo economico". In questo contesto, il contributo delle imprese italiane assume un ruolo chiave: "Va sicuramente nel senso di aiutarla a stabilizzarsi, a ritrovare una tranquillità, una calma, un dialogo politico tra tutte le parti".
Infine, l’ambasciatore Alberini ha inquadrato l'iniziativa del Forum nel più ampio quadro del Piano Mattei per lo sviluppo dell'Africa, voluto dal governo italiano. "Va pienamente nel senso indicato dal Piano Mattei", ha detto, "perché favorisce una collaborazione paritaria tra imprese italiane e libiche".

Oltre all'ambito economico, ha evidenziato l'apertura a una cooperazione culturale ed educativa. "Abbiamo parlato anche di collaborazione tra il sistema educativo libico e quello italiano, e quindi tutto questo va nel senso di uno sviluppo locale collaborativo e bilanciato", ha concluso Alberini.
Il presidente della Camera di Commercio Italo-Libica, Nicola Colicchi ha spiegato di essere impegnato da oltre tre anni sul dossier Cirenaica, dove la Camera prevede di aprire un presidio permanente: "E' stato un lavoro lungo per arrivare fino a qui. Intanto, vedo una presenza turca fortissima: erano considerati nemici fino a poco tempo fa, oggi sono ovunque. I cinesi erano al forum, e ce l'hanno detto chiaramente: vogliono vedere come si fa, per copiare. E' il loro approccio. I russi, che pensavo interessati solo alla geopolitica, stanno mandando imprese. Gli americani si stanno muovendo per accreditare la Cirenaica".
Il Forum economico italo-libico in corso a Bengasi conferma comunque la solidità e il potenziale della cooperazione tra Italia e Libia. L'ambasciatore d'Italia a Tripoli, Gianluca Alberini, è intervenuto ai tavoli B2B della terza giornata di lavori esprimendo "piena soddisfazione" per quanto emerso durante l'evento. "Non voglio togliere tempo al contenuto che state discutendo - ha dichiarato l'ambasciatore - ma esprimo la mia soddisfazione per l'andamento di questo forum, per quello che abbiamo discusso ieri e per quello che le imprese stanno discutendo direttamente in tutti i settori di interesse". Alberini ha elencato i principali ambiti di cooperazione emersi nei panel e negli incontri tra aziende, ossia "agricoltura, aspetti legali, finanziari e cooperazione industriale". "Sono tutti i settori in cui ribadisco ancora una volta la disponibilità dell'Italia ad aiutare la Libia dal punto di vista governativo a facilitare questo tipo di iniziative, a facilitare gli scambi", ha aggiunto. L'intervento si è concluso con un incoraggiamento ai partecipanti: "Buon lavoro", ha detto Alberini, ribadendo lo spirito costruttivo e pragmatico con cui la diplomazia italiana accompagna il rafforzamento dei legami economici con la Libia”.

Tra i comparti da sviluppare con la collaborazione italiana, Belgassem Haftar ha indicato anche la "gestione di aeroporti, porti, ospedali" e l'ambito alberghiero. "Abbiamo bisogno di collaborare con aziende che hanno una grande esperienza in questi campi", ha aggiunto. Il direttore del Fondo si è detto infine "molto felice della presenza delle imprese italiane" al Forum e ha espresso l'auspicio che "inizino presto a lavorare, Dio volendo, nei prossimi giorni". Secondo il direttore del Fondo, l'attuale presenza italiana nel Paese è ancora "limitata", ma esiste un "grande potenziale" per sviluppare nuove iniziative congiunte. "Ne parleremo con la delegazione italiana - ha proseguito - perche' dobbiamo incentivarli a entrare nel mercato libico in tutti i settori: sanitario, infrastrutturale, servizi". Haftar ha citato anche l'esempio di aziende brasiliane gia' operative nel settore infrastrutturale, ma ha evidenziato che "le italiane hanno un'esperienza di settant'anni, con solide basi e competenze molto elevate".
Attenzione particolare è stata rivolta anche al settore agricolo, considerato strategico per contrastare il fenomeno della desertificazione. "Soprattutto nel settore agricolo la Libia ha un grande bisogno. E' noto che il fenomeno della desertificazione in Libia è molto vasto e riguarda molte zone sensibili. Dobbiamo lavorare con aziende specializzate nell'agricoltura".

L'Italia ha un ruolo centrale in molti dei progetti che la Libia intende realizzare, ha dichiarato Haftar, intervenendo ai tavoli B2B del Forum economico italo-libico a Bengasi. "Abbiamo diversi progetti che dobbiamo realizzare con aziende italiane, grazie alle loro competenze e capacità in tutti i settori. Tutti conoscono le competenze e l'esperienza delle imprese italiane, così come il loro spirito di collaborazione e il loro contributo alla costruzione e alla ricostruzione. Questo è un aspetto molto importante", ha sottolineato Haftar.
Le imprese italiane possono oggi lavorare in Libia solo tramite lettere di credito autorizzate dalla Banca centrale, un sistema con limiti evidenti che potrebbero essere superati con il ritorno delle banche italiane. "Oggi l'unico modo per pagare un partner italiano è la lettera di credito, trasmessa poi a intermediari come Banca Ubae o Arab Banking Corporation. Ma questo ha un costo. Non si possono fare bonifici diretti, non è permesso. Né si può emettere una lettera di credito per servizi o prodotti gia' forniti". Il settore bancario rappresenta uno strumento essenziale per l'avvio concreto dei progetti in Libia. "Per poter ottenere le garanzie bancarie e i performance bond richiesti nei contratti pubblici, è necessario aprire un conto presso una banca libica, una volta costituita la partnership locale, questo è un passaggio imprescindibile per operare sul territorio.
La costante presenza del direttore generale del Fondo Nazionale per la Ricostruzione della Libia, Belgassem Haftar, è stata molto apprezzata dagli imprenditori italiani è stata: non solo ha partecipato a tutte le sessioni di lavoro, ma ha anche firmato personalmente tutti i 17 memorandum d'intesa conclusi nel corso del Forum. La sua partecipazione alla cena di gala con le imprese, alla presenza dell'ambasciatore d'Italia a Tripoli, Gianluca Alberini, del console generale a Bengasi, Francesco Saverio De Luigi, e dello stesso Nicola Colicchi, è stata letta da molti come un segnale concreto di impegno, stabilità e volontà di cooperare. Secondo diversi operatori, la centralità di un unico interlocutore istituzionale facilita notevolmente le dinamiche di business e rafforza la fiducia delle imprese italiane nel mercato libico. "Un solo interlocutore vuol dire meno incertezza e più efficienza nella gestione dei rapporti", osserva un imprenditore italiano attivo nei settori dell'ingegneria e della logistica.

Il lavoro portato avanti dalla Camera è comunque eccellente. Un supporto competente e concreto per tutte le aziende italiane che vogliono affacciarsi al mercato libico. Anche il Delta Center di Tunisi, che rappresento, sara' parte attiva in questo processo: assisteremo le imprese dirette in Libia, collaborando con la Camera e con le autorità locali per aprire un canale stabile con Bengasi".
La regione libica orientale della Cirenaica è in piena rinascita e il Forum economico italo-libico apre una nuova stagione di cooperazione tra le due sponde del Mediterraneo. Lo afferma Sandro Fratini, imprenditore con oltre dieci anni di esperienza nel Paese, dove ha operato da Tripoli fino alla Cirenaica. Presidente e fondatore del Delta Center, centro d'affari di Tunisi, Fratini rappresenta da oltre due decenni un "ponte" tra le imprese italiane e il continente africano. "La mia frequentazione della Libia - dichiara - risale a molti anni fa. Ho visto le sue trasformazioni, le sue difficoltà, ma anche la sua tenacia. Oggi, grazie a questo Forum, l'Italia ha l'opportunità di conoscere una Libia diversa, che guarda avanti, al positivo".
La città di Bengasi e, più in generale, la Cirenaica, stanno vivendo un momento storico. I cantieri delle grandi opere si moltiplicano, con il sostegno diretto del Fondo per lo sviluppo e la ricostruzione della Libia, guidato da Belgassem Haftar, uno dei figli del comandante in capo dell'Esercito Nazionale Libico (Enl) con base nell'est del
Paese, Khalifa Haftar. "Vedo una prospettiva migliore con questo Fondo - afferma Fratini -. Una direzione seria e responsabile con la guida dell'ingegnere Belgassem Haftar. Firmare accordi con aziende italiane in questi giorni significa aprire un nuovo capitolo di cooperazione economica, rinsaldando i rapporti storici e geografici tra Italia e Libia. Si apre per le imprese un dialogo nuovo, maturo, concreto".
Rispondendo a una domanda sul bilancio da 11 miliardi di euro richiesto dal Fondo, Haftar ha spiegato che si tratta di un programma triennale basato su studi settoriali, per migliorare i servizi nei settori prioritari come sanità, istruzione, infrastrutture, ambiente, logistica e trasporti". Gli investimenti sono pensati in funzione delle necessità delle città e delle regioni. "Un esempio à il piano infrastrutturale per la città di Bengasi, che durerà dai tre ai cinque anni e che punta anche a ridurre l'inquinamento ambientale. E' un progetto chiave, che aprirà molte opportunità per le imprese".







Commenti