Roberto Roggero* - Da Parigi, la sottosegretaria del ministero degli Esteri Maria Tripodi, dichiara che l’Italia è in prima linea nella risposta umanitaria a sostegno al popolo siriano in tutte le aree del paese e nei settori di maggiore urgenza.
Da parte del presidente ad interim a Damasco, i segnali sono chiari: le due priorità del nuovo corso da lui inaugurato sono la stabilità e la ricostruzione del Paese.
Dall’Eliseo, segnali altrettanto chiari che la Francia potrebbe essere la prima nazione a riconoscere ufficialmente il nuovo assetto della Siria post Assad.
Parigi ha ospitato la Conferenza Internazionale sulla Siria, la terza del genere in circa due mesi dopo Aqaba e Riyadh, con l’obiettivo non tanto di raccogliere fondi per la ricostruzione, in vista del prossimo incontro fissato a Bruxelles, ma discutere del processo di transizione siriano e dello stanziamento di aiuti sul campo, con particolare riguardo alle sanzioni internazionali da rimuovere, pur gradualmente.
Presenza significativa quella del ministro degli Esteri siriano, Asaad Al-Shibani, che ha incontrato l’omologo francese, Jean-Noel Barrot, e ha poi partecipato a una riunione per rinnovare il coordinamento fra i donatori internazionali per affrontare la situazione umanitaria.
Allo stesso tavolo, Lega Araba; Consiglio di Cooperazione del Golfo; ONU; Unione Europea; Turchia e come osservatori gli Stati Uniti; Banca Mondiale; Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA); Ufficio dell’Alto Commissariato per i Rifugiati (UNHCR); Comitato Internazionale Croce Rossa (CICR); Fondo Monetario Internazionale (FMI); Banca Europea Ricostruzione e Sviluppo (BERS); Unicef; Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS); Banca Europea Investimenti (BEI, e Forum Regionale ONG in Siria (SIRF).
Il ministro degli Esteri francese Barrot ha sottolineato che la Siria non deve essere più strumentalizzata per destabilizzare la regione, e che la comunità internazionale deve concentrarsi sulla transizione e il risanamento.
La sottosegretaria del ministero degli Esteri italiano, Maria Tripodi, ha confermato la disponibilità per la risposta umanitaria, ricostruzione e assistenza diretta.
Emmanuel Macron ha chiuso la Conferenza sottolineando come la lotta contro lo Stato Islamico resti comunque una priorità assoluta, anche nel quadro della sicurezza siriana, aggiungendo che Damasco deve continuare a battersi contro tutte le organizzazioni terroristiche che seminano il caos. Sulla stessa linea, l’Alta rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza dell’Ue, Kaja Kallas.

Nei giorni scorsi, in vista della Conferenza organizzata dalla Francia, Human Rights Watch ha inviato una lettera ai ministri degli esteri dell’UE con raccomandazioni su alcune questioni chiave: giustizia, sanzioni, sostegno alla ricostruzione e assistenza ai civili, garanzie e tutela dei diritti umani, e protezione internazionale per i rifugiati e i richiedenti asilo.
A margine della Conferenza di Parigi, Thani Mohamed Soilihi, ministro delegato per l’Europa e gli Affari Esteri, responsabile per la francofonia e i partenariati internazionali, ha riunito le principali istituzioni per lo sviluppo e le agenzie specializzate delle Nazioni Unite per discutere delle sfide umanitarie che la Siria deve affrontare, alla presenza del Ministro degli Affari Esteri del governo di transizione siriano, Asaad Al-Chibani.
Nel documento conclusivo, elaborato dai partecipanti all’incontro, si sono stabilite le priorità da affrontare: Garantire l’accesso umanitario senza ostacoli in tutta la Siria e ai suoi confini, assicurare la protezione degli operatori umanitari e facilitare le procedure amministrative, sia per l’ingresso del personale in Siria che per le operazioni di consegna degli aiuti in tutto il Paese - Sostenere la ricostruzione del Paese, perché i bisogni sono immensi, soprattutto in settori chiave come l’energia, i trasporti, l’acqua, l’istruzione e la protezione del patrimonio culturale, in particolare rendendo effettiva la revoca delle sanzioni in questi settori prioritari. Di questa ricostruzione deve beneficiare l’intera popolazione siriana - Facilitare il ritorno sicuro, dignitoso e volontario dei rifugiati siriani e degli sfollati interni. La comunità internazionale, le autorità siriane a Damasco e tutti gli attori siriani e regionali devono sostenere gli sforzi guidati dall’UNHCR per aiutare i rifugiati che desiderano tornare in Siria - Rispondere alle sfide della ripresa e dello sviluppo lavorando in via prioritaria, in stretto coordinamento con le autorità siriane di transizione - Aiuti alimentari d’emergenza, nutrizione e sostegno alla capacità di ripresa dell’agricoltura in Siria - Ripristino del settore sanitario - Accesso all’istruzione e protezione dell’infanzia - Formazione per promuovere l’occupabilità dei siriani in Siria e dei rifugiati siriani nei Paesi limitrofi per la ricostruzione della Siria - Manutenzione, la riabilitazione e la conservazione del patrimonio siriano, importante per lo sviluppo del Paese - Inclusione di tutti i cittadini siriani nello sviluppo e nella ricostruzione del Paese, indipendentemente da sesso, religione o etnia.
(*Direttore responsabile Assadakah News)
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