Speciale Siria - Fondamentale visita del ministro degli Esteri saudita
- Roberto Roggero
- 2 giorni fa
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Assadakah News - Un evento decisamente importantissimo, nel processo di rinascita e sviluppo della nuova Siria: il Ministro degli Esteri saudita, principe Faisal bin Farhan bin Abdullah, è arrivato a Damasco oggi, 31 maggio, per una visita ufficiale, accompagnato da una delegazione economica, ricevuto dal ministro degli Esteri siriano, Asaad Al-Shaibani.

Durante la visita, è previsto l’incontro con il presidente siriano Ahmad Al-Sharaa per discutere relazioni bilaterali e questioni regionali. Il viaggio rappresenta un passo significativo nella normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Siria, dopo anni di distacco diplomatico.
La delegazione saudita comprende il Consigliere della Corte Reale, Mohammed bin Mazyad Al-Tuwaijri; il vice ministro delle Finanze, Abdulmuhsen bin Saad Alkhalaf l'assistente Ministro degli Investimenti, Abdullah Aldubaikhi; il vice ministro degli Esteri per gli Affari Economici e dello Sviluppo, Abdullah bin Zarah, oltre a diversi funzionari di vari settori. Gli incontri in programma prevedono consultazioni con i funzionari siriani per identificare aree di cooperazione.
I colloqui si concentreranno sul sostegno alla ripresa economica della Siria, sul rafforzamento delle istituzioni governative e sulla risposta ai bisogni e alle aspirazioni della popolazione siriana, come confermato dal ministero degli Esteri di Riyadh.
A febbraio, il Principe ereditario saudita Mohammed bin Salman aveva incontrato Ahmad Al-Sharaa a Riyadh durante il suo primo viaggio nella regione in qualità di presidente, il quale aveva affermato che l'incontro con il principe ereditario saudita ha dimostrato un sincero desiderio di sostenere la Siria nella costruzione del suo futuro, in particolare per quanto riguarda energia, tecnologia, istruzione e sanità.

L'economia siriana è stata devastata dalla guerra civile, iniziata nel 2011. Il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite stima le perdite cumulative, inclusi danni fisici e privazioni economiche, a 9235miliardi di dollari alla fine dello scorso anno. Il costo stimato della ricostruzione varia fra i 250 e i 500 miliardi di dollari.
L'economia nazionale, che aveva mantenuto un ritmo di crescita sostenuto prima delle proteste contro il regime del deposto presidente Bashar Al Assad, da allora è in difficoltà: il prodotto interno lordo è crollato del 6,4% nel 2016, prima di riprendersi gradualmente, come mostrano i dati governativi.
La situazione sta però migliorando: a marzo, il presidente siriano Ahmad Al Shara ha annunciato nuovi membri nel suo governo, nominando 23 ministri in un gabinetto allargato, una mossa considerata una pietra miliare importante nella transizione da decenni di governo Assad e nel miglioramento dei rapporti con l'Occidente.
La situazione si è ulteriormente accelerata dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, durante il recente tour nel Golfo, ha annunciato la revoca delle sanzioni alla Siria, incontrando Al Shara a Riyadh.

Il 16 maggio, la Banca Mondiale ha liquidato il debito in sospeso di 15,5 milioni di dollari della Siria, dopo che l'Arabia Saudita e il Qatar lo avevano saldato, un altro segnale positivo per l'economia danneggiata del Paese.
La liquidazione degli arretrati, entrata in vigore il 12 maggio, ripristina l'idoneità della Siria a ricevere il sostegno e le operazioni della Banca Mondiale dopo una pausa di 14 anni, ha affermato l'istituzione con sede a Washington.
L'Arabia Saudita e il Qatar hanno annunciato il 27 aprile i loro piani per saldare il debito in sospeso della Siria, a "sostegno e per accelerare la ripresa" del Paese, a seguito delle discussioni svoltesi durante le riunioni primaverili della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale a Washington. Il sostegno dei vicini del Golfo della Siria sarà fondamentale per la sua ripresa: i depositi finanziari degli alleati del Golfo sosterranno la stabilità monetaria della Siria e ripristineranno la fiducia nel suo sistema bancario commerciale, mentre il Paese è alle prese con riserve valutarie quasi esaurite, hanno affermato gli analisti. Sempre a maggio, Damasco e DP World, l'operatore portuale globale con sede a Dubai, hanno firmato un accordo iniziale del valore di 800 milioni di dollari per lo sviluppo del porto siriano di Tartus, volto a rafforzare le infrastrutture portuali e i servizi logistici del Paese.

Fra gli incontri previsti, il ministro saudita incontrerà il ministro del Lavoro e Affari Sociali Hind Kabawat, la quale ha affermato che la revoca delle sanzioni economiche contro la Siria offre speranza di ripresa e consente al governo di iniziare ad affrontare compiti difficili, tra cui la lotta alla corruzione e il rimpatrio di milioni di rifugiati nelle loro case. "I passi compiuti dagli Stati Uniti e dall'Unione Europea - ha dichiarato il ministro Kawabat - la scorsa settimana per revocare la maggior parte delle sanzioni imposte alla Siria nel corso di decenni, anche temporaneamente, consentiranno a questo lavoro di iniziare. Le sanzioni hanno a lungo ostacolato tutto e hanno limitato il nostro lavoro, ma ora possiamo passare alla fase di attuazione. L'allentamento delle sanzioni richiederà tempo per mostrare il suo impatto sul terreno, soprattutto perché l'allentamento di alcune restrizioni finanziarie comporterà una burocrazia complessa. Stiamo procedendo passo dopo passo, abbiamo molte sfide ma dobbiamo essere ottimisti".
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