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Tunisia - Ponti di arte con l'Italia

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Elisabetta Pamela Petrolati (Assadakah News) - Tra le due sponde del Mediterraneo sono sempre più vive forme di dialogo culturale e artistico che rafforzano i legami tra i popoli italiano e tunisino: tra storia e modernità il rapporto si fa fecondo e vivo.

Il siciliano Girolamo Palmizi ha esposto i suoi pesci murali, realizzati con tessuti riciclati e utilizzando specchi e reti, in giochi ad alto effetto espressivo e unendo le sfumature del mare tra Mazara del Vallo e Tunisi. Palmizi è stato tra i primi a intuire la forza culturale e storica tra i due Paesi, insieme a Dridi e Bouali, infatti con loro ha dato vita a laboratori di ceramica, workshop e persino un’installazione nel deserto tunisino: una poltrona simbolica, pronta ad accogliere chi attraversa il Sahara.

Nelle opere di Palmizi si riflettono le storie della comunità siciliana di Tunisia, i legami che resistono al tempo e alla distanza.

Sempre a Tunisi, nel cuore pulsante della Medina, si trova adesso la mostra Nouveaux langages dans les arts entre les deux rives (Nuovi linguaggi delle arti tra le due rive), con opere  che raccontano storie di vento e di terra, di Sicilia e di Tunisia. Si tratta di un viaggio visivo e sensoriale curato da Enzo Fiammetta, direttore del Museo delle Trame Mediterranee, che mette in dialogo, fino al 16 novembre, artisti delle due sponde del Mediterraneo. Sono stati selezionati artisti tunisini e italiani che, attraverso le loro opere, indagano i nuovi linguaggi dell’arte contemporanea, creando un dialogo tra tradizione e sperimentazione innovativa. Spiccato, tra le opere più significative, quelle della cooperativa delle ceramiche di Gibellina, realizzate negli anni Ottanta a oartire dai disegni di grandi maestri come Carla Accardi, Pietro Consagra e Arnaldo Pomodoro, protagonisti della ricostruzione artistica della città di Gibellina dopo il terremoto del 1968.

E ancora, la materia si fa voce condivisa nelle opere di Ben Slimane, Mohammed Messaoudi e Saida Dridi, si rende dialogo che attraversa le acque e approda sulle due rive con nuovi linguaggi e antiche risonanze.

Questi mondi si legano grazie alla Fondazione Orestiadi di Gibellina, nata in sicilia come laboratorio di incontro tra le culture del Sud. Da decenni promuove le espressioni artistiche dei popoli mediterranei, costruendo ponti invisibili tra le isole e le coste del Maghreb.


(da Agenzia Nova)

 

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