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USA-Tunisia: accordo contro la crisi economica


Paola Sireci – A distanza di dieci anni dalla “Rivoluzione dei gelsomini”, la Tunisia attraversa nuovamente una crisi economica, questa volta acuita dalla pandemia Covid- 19. Un aumento del debito pubblico, parallelo a una riduzione economica dell’8,8%, ha allertato il Governo che ha prontamente avviato colloqui con il Fondo Monetario Internazionale al fine di ottenere aiuti finanziari.

"La nostra visita a Washington è stata importante e fruttuosa con il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale e funzionari americani", afferma il Ministro delle finanze tunisino Ali Kooli il quale si è recato negli Stati Uniti per soluzioni concrete a favore del Paese che ha, effettivamente, ottenuto. 500 milioni di dollari investiti in Tunisia per sostegni finanziari in infrastrutture, progetti nel settore dei trasporti, dell’acqua e aiuto alle donne rurali, finanziati dall’agenzia di assistenza estera Millennium Challenge Corporation sotto forma di garanzia di prestito.

La Tunisia, che nel 2010 ha affrontato una delle sue più profonde crisi provocate dalle continue rivolte contro le vessazioni da parte della polizia locale, che hanno raggiunto il loro culmine con il clamoroso gesto di protesta di un cittadino che si è dato fuoco pubblicamente, sta nuovamente attraversando una fase critica della storia del Paese. A seguito dell’instaurazione della democrazia nel 2011, la Tunisia ha subìto anni di stagnazione economica, declino dei servizi pubblici e peggioramento del tenore di vita dei cittadini, situazione che la pandemia ha aggravato, esplodendo a gennaio con proteste in tutto il territorio. Aumento della disoccupazione, del tasso di povertà e l’incapacità della classe dirigente di far fronte alla situazione critica non solo in termini sanitari, ha dirotto un popolo stremato da decenni che pare possa risollevarsi grazie all’ennesimo aiuto degli Stati Uniti, nuovamente risolutori e mediatori in Medioriente.

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