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Washington - Al-Sharaa in visita ufficiale

  • 11 nov
  • Tempo di lettura: 3 min

Assadakah News - La diplomazia siriana sta assistendo a un momento storico: il presidente Ahmad al-Sharaa arriva alla Casa Bianca per incontrare Donald Trump. Si tratta della prima visita di un presidente siriano a Washington dall'indipendenza del paese nel 1946, una scena intrisa di profondo simbolismo politico e che riflette il culmine di una nuova fase che conferma il ritorno della Siria come attore attivo sulla scena internazionale.

Questa visita arriva sulla scia di una serie di recenti posizioni degli Stati Uniti nei confronti della Siria, caratterizzate da apertura e disponibilità alla partnership, guidate dai successi del governo siriano in politica interna ed estera. Di conseguenza, Washington ora vede Damasco come un partner chiave nella promozione della stabilità regionale.

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Il Presidente al-Sharaa è arrivato a Washington in visita ufficiale, proveniente dal Brasile, dove ha partecipato al vertice sul clima COP30 tenutosi il 6 e 7 novembre a Belém. Durante il vertice, ha incontrato numerosi capi di Stato, funzionari governativi e rappresentanti di organizzazioni internazionali. Il presidente al-Sharaa ha in programma di incontrare il presidente Trump alla Casa Bianca per discutere di diverse questioni, in primo luogo la revoca delle sanzioni contro la Siria e gli sforzi antiterrorismo.

E' il terzo incontro fra al-Sharaa e Trump, dopo i precedenti incontri a Riyadh lo scorso maggio e a New York durante l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a settembre.

La visita del presidente ha molteplici dimensioni, coprendo diversi dossier, ed è particolarmente significativa come passo fondamentale negli sforzi per porre fine alle sanzioni imposte alla Siria, prima fra tutte il "Caesar Act", che ha avuto un profondo impatto sull'economia siriana e ha ostacolato gli sforzi di ricostruzione.

Durante il suo incontro con le organizzazioni siriane a Washington, il presidente al-Sharaa ha dichiarato: "Le sanzioni sono nelle loro fasi finali e dobbiamo continuare a lavorare per la loro rimozione", sottolineando che la Siria richiede gli sforzi dei suoi cittadini sia a livello nazionale che all'estero per ricostruire il paese.

Il 30 giugno il presidente Trump ha emesso un ordine esecutivo per porre fine al programma di sanzioni contro la Siria, pur mantenendo le sanzioni individuali contro il criminale Bashar al-Assad, i suoi collaboratori e i violatori dei diritti umani. Successivamente, i passi per abrogare il "Caesar Act" iniziarono con un voto del Senato il 10 ottobre. L'atto richiede ora l'approvazione della Camera dei Rappresentanti e la firma del Presidente per essere ufficialmente revocato.

Da quando è entrato in carica, il presidente al-Sharaa ha dato priorità all'economia, affermando ripetutamente che la sicurezza e la stabilità non possono essere raggiunte senza sviluppo, in particolare ripristinando la posizione della Siria come destinazione chiave per gli investimenti nella regione dopo anni di guerra e isolamento.

Descrivere i recenti successi diplomatici siriani come "storici" non è un'esagerazione, ma piuttosto un riflesso della profonda trasformazione in atto nel paese. Gli osservatori che seguono gli eventi in Siria possono capire che una tale descrizione è ben meritata.

Un paese il cui popolo si è sollevato nel 2011 contro uno dei regimi più violenti e criminali della storia, che ha sopportato anni di guerra, sfollamenti ed esilio, è ora tornato sulla scena internazionale come un efficace attore diplomatico. La Siria sta forgiando partenariati strategici e di sviluppo, ripristinando la sua presenza e la sua posizione tra le nazioni. Questi risultati, quindi, sono giustamente definiti storici, dato il loro impatto significativo sia sulla Siria che sulla regione in generale.

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