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Yerevan - Governo accoglie Risoluzione del Parlamento Europeo su prigionieri armeni

Assadakah Yerevan - Il ministero degli Esteri armeno ha commentato l'adozione da parte del Parlamento Europeo di una Risoluzione sui prigionieri di guerra armeni detenuti da parte azera: “Il 20 maggio il Parlamento Europeo ha approvato a stragrande maggioranza una risoluzione sui prigionieri di guerra armeni detenuti nella prigionia azera, che ha anche toccato il contesto più ampio del conflitto del Nagorno-Karabakh e la sicurezza regionale. La Risoluzione stabilisce una chiara richiesta per il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri di guerra armeni e dei civili catturati durante o dopo la guerra. Viene inviata una chiamata indirizzata al governo azero per fornire un elenco esaustivo di tutte le persone tenute in prigionia, informazioni sulla loro salute, comprese quelle che sono morte in cattività. Allo stesso tempo, è stata espressa una grave preoccupazione per i rapporti credibili, secondo i quali prigionieri di guerra armeni e altre persone prigioniere sono state e sono detenute in condizioni degradanti e che sono state sottoposte a trattamenti disumani e torture. In questo contesto il Parlamento Europeo condanna tutti i casi di tortura e sparizioni forzate. La Risoluzione chiede inoltre di astenersi da retoriche ostili o azioni volte ad aggravare la situazione e condanna l'apertura del cosiddetto "Parco dei trofei" a Baku, sollecitandone la chiusura senza indugio.

La necessità di risolvere il conflitto del Nagorno-Karabakh sotto gli auspici della Co-Presidenza del Gruppo di Minsk dell'OSCE e sulla base dei Principi Fondamentali da loro presentati, tra cui la parità di diritti e l'autodeterminazione dei popoli con l'obiettivo di determinare lo status futuro è stato anche sottolineato il Nagorno-Karabakh.

Le disposizioni del Parlamento Europeo sul conflitto del Nagorno-Karabakh, comprese le questioni umanitarie, sono estremamente importanti. Il Parlamento Europeo ha affermato che le violazioni del diritto umanitario da parte dell'Azerbaijan equivalgono a sparizioni forzate. Le suddette violazioni sono crimini di guerra e l'Armenia intraprenderà le misure necessarie per assicurare gli autori di tali crimini alla giustizia internazionale. La Risoluzione afferma chiaramente che intromettendosi nel territorio dell'Armenia il 12 maggio, l'Azerbaijan ha violato il diritto internazionale e l'integrità territoriale dell'Armenia. In questo contesto è stata espressa particolare preoccupazione per le dichiarazioni dei rappresentanti azeri, compreso il presidente, che sembravano sollevare rivendicazioni territoriali e minacciare l'uso della forza. Il Parlamento Europeo considera queste azioni dell'Azerbaijan come passi volti a minare gli sforzi per la sicurezza e la stabilità nella regione. Questa Risoluzione del Parlamento europeo dimostra ancora una volta che è impossibile risolvere con la forza il conflitto del Nagorno-Karabakh e privare il popolo dell'Artsakh dei suoi diritti inalienabili, compreso il diritto all'autodeterminazione”.


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