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Yerevan - Un'équipe italiana per il mosaico di Garni

Letizia Leonardi (Assadakah News) - Nel cuore dell’Armenia, tra le colonne ioniche del Tempio di Garni e le voci del passato che ancora echeggiano tra le rovine, prende vita un progetto di straordinario valore storico e culturale: il restauro del mosaico delle antiche terme romane. Un’opera unica nel suo genere, risalente al III secolo d.C., che rappresenta una scena marina popolata da figure mitologiche, tra cui la dea Teti, in un intreccio raffinato di pietre naturali in quindici tonalità, iscrizioni greche e suggestioni orientali.

A guidare i lavori è un’équipe italiana d’eccellenza, in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport dell’Armenia. Si tratta degli esperti dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, istituto storico del Ministero della Cultura italiano, famoso in tutto il mondo per la sua perizia nel restauro di opere d’arte. Un sodalizio, quello tra Armenia e Italia, nato nel 2019 con fondi statali e il supporto dell’Ambasciata italiana a Yerevan.

Hrant Hovsepyan, capo del Dipartimento per il restauro dei monumenti, ha sottolineato come il progetto non si limiti al recupero del mosaico, ma comprenda importanti interventi strutturali sull’intero edificio termale: dal rifacimento del tetto con una nuova struttura metallica leggera, ai lavori di drenaggio e impermeabilizzazione per proteggere il sito dalle infiltrazioni d’acqua. L’investimento iniziale ammonta a 70 milioni di dram, ma il budget potrebbe essere rivisto nel corso dell’avanzamento dei lavori.

Secondo quanto riportato da “Armenpress”, il responsabile del team italiano, Lapo Somili, ha spiegato che i lavori procederanno in diverse fasi: prima gli studi preliminari e il prelievo dei campioni, poi la delicata fase operativa. I tempi previsti sono di circa tre anni. Ma il restauro non si fermerà a Garni: nel mirino del progetto ci sono anche altri due importanti siti archeologici armeni, Aruch e Dvin.

È anche stato deciso un programma di formazione tecnica per specialisti locali, pensato per consolidare competenze e garantire continuità nella tutela del patrimonio. Il restauro, infatti, non è solo una questione di conservazione, ma un ponte tra passato e futuro, tra culture che si riconoscono simili nella cura della bellezza e della memoria.

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