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Kuwait - Biennale Architettura 2025, Padiglione "Kaynuna"

Il Padiglione del Kuwait alla 19ª Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia  "Kaynuna" (كَيْنُونَة),  Mohammad Kassem, Material Library Portal, 2025. Digital 3D Rendering, 24 x 32 cm, Courtesy Mohammad Kassem
Il Padiglione del Kuwait alla 19ª Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia  "Kaynuna" (كَيْنُونَة), Mohammad Kassem, Material Library Portal, 2025. Digital 3D Rendering, 24 x 32 cm, Courtesy Mohammad Kassem

Patrizia Boi (Assadakah News) - Il Padiglione del Kuwait si prepara ad accogliere i visitatori alla 19ª Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia (10 maggio - 23 novembre 2025) con un titolo evocativo e denso di significato: "Kaynuna" (كَيْنُونَة), traducibile come "Essere", "Esistenza" o "Essenza".


Situato nella suggestiva cornice della Tesa 42 all'Arsenale, il padiglione, sotto la guida del Commissario Abdulaziz Al-Mazeedi (Capo della Divisione di Design e Pianificazione del National Council for Culture, Arts and Letters - NCCAL), e curato da Hamad Alkhaleefi, Naser Ashour, Rabab Raes Kazem e Mohammad Kassem, si propone come una riflessione profonda sulla natura intrinseca dell'architettura e sul suo rapporto con l'esistenza umana, l'identità spaziale e le sfide globali.

Intervista all'ingegnere Abdulaziz Al-Mazidi nel programma (Good Evening Kuwait) sulla Biennale Internazionale di Architettura di Venezia

Il titolo "Kaynuna" suggerisce un'indagine filosofica sull'essenza stessa dell'architettura, invitando i visitatori a considerare come gli spazi costruiti riflettano e influenzino il nostro modo di esistere e interagire con il mondo. In linea con il tema generale della Biennale 2025, "Intelligens. Natural. Artificial. Collective.", il padiglione del Kuwait potrebbe esplorare le molteplici sfaccettature di questa "essenza" attraverso diverse lenti: l'intelligenza intrinseca negli spazi, il dialogo tra l'ambiente naturale e quello artificiale nel contesto specifico del Kuwait, e il ruolo fondamentale dell'architettura nella costruzione e nel mantenimento della vita collettiva.


Il team curatoriale, con la sua expertise diversificata nel campo del design e della pianificazione, promette di offrire una prospettiva olistica sulla rappresentazione dell'architettura kuwaitiana. Questa visione sarà ulteriormente arricchita dal contributo di un nutrito gruppo di espositori (Espositore/espositori: Ahmad Almutawa, Alya Aly, Batool Ashour, Dalal AlDayel, Dana AlMathkoor, Danah Alhasan, Danah El-Madhoun, Essa Alfarhan, Fatemah Alzaid, Fatima Alsulaiman, Hasan Almatrouk, Haya Alfadhli, Haya Alnibari, Hussain Alkazemi, Khaled Alanjery, Khaled Mohamed, Nour Alkheder, Qutaiba Buyabes, Sakinah Muqeem, Zainab Murtadhawi, Deema AlOtaibi, Fatima AlArbash, Taiba AlZayed), a testimonianza di una vibrante e variegata scena creativa nel paese.  


Questa pluralità di voci e approcci si tradurrà probabilmente in una presentazione sfaccettata che spazierà tra diverse scale progettuali, concetti innovativi e media espressivi, trovando la sua naturale collocazione all'interno degli ampi spazi della Tesa 42 dell'Arsenale.

 Mohammad Kassem, MoM @ Tesa 42, 2025. Digital 3D Rendering, 27 x 32 cm, Courtesy Mohammad Kassem 
 Mohammad Kassem, MoM @ Tesa 42, 2025. Digital 3D Rendering, 27 x 32 cm, Courtesy Mohammad Kassem 

Il padiglione "Kaynuna" troverà la sua casa all'interno della suggestiva Tesa 42 dell'Arsenale (Fondamenta Case Nuove 2738/C, Venezia), uno spazio dal forte carattere industriale: un luogo unico intriso di storia e trasformato in un vibrante spazio espositivo contemporaneo. Caratterizzata da soffitti altissimi, muri in mattoni a vista e imponenti travi lignee, la Tesa 42 offre un'ampiezza notevole e una versatilità ideale per ospitare allestimenti di grande scala. Questa posizione strategica, ai margini dell'Arsenale e con un accesso indipendente dalla strada pubblica, conferisce al padiglione una notevole visibilità e autonomia.


All'interno della Tesa 42, l'esposizione "Kaynuna" si concentrerà su una reinterpretazione della pianificazione urbana del Kuwait. Ponendo al centro le esigenze dell'essere umano, il progetto espositivo darà priorità al trasporto pubblico efficiente, alla pedonabilità sicura e a un'accessibilità universale, con l'obiettivo di delineare un paesaggio urbano rinnovato e più vivibile. 

Naser Ashour, Dissecting Brutalist Architecture: A Study In Mutation, 2025. Digital Vector Drawing, 40 x 40 cm, Courtesy Naser Ashour
Naser Ashour, Dissecting Brutalist Architecture: A Study In Mutation, 2025. Digital Vector Drawing, 40 x 40 cm, Courtesy Naser Ashour

La partecipazione del Kuwait alla Biennale Architettura 2025 si preannuncia come un'occasione preziosa per condividere la sua prospettiva unica sull'architettura, invitando il pubblico globale a un viaggio nell'essenza stessa dello spazio costruito.


Khalid Al-Khalifa, Direttore Generale del NCCAL, ha sottolineato, infatti, l'importanza di questa partecipazione:


«La partecipazione del Kuwait alla Biennale di Venezia è un'opportunità preziosa per condividere la ricchezza della nostra cultura e del nostro patrimonio con il pubblico internazionale. Il padiglione 'Kaynuna' incarna la nostra visione dell'architettura come un'espressione profonda della nostra identità e del nostro peculiare modo di vivere».


Mohammed Al-Mutawa, Architetto e Curatore, ha aggiunto:


«Il nostro intento è quello di creare un'esperienza immersiva che consenta ai visitatori di entrare in contatto con la nostra cultura e il nostro stile di vita attraverso il linguaggio universale dell'architettura. Crediamo fermamente che l'architettura possa fungere da potente strumento per narrare storie, costruire ponti tra le persone e creare connessioni significative».


Il progetto "Kaynuna" nella sua complessità suggerisce diverse interpretazioni e possibili approfondimenti tematici:


L'evoluzione dell'identità architettonica kuwaitiana: Un'analisi di come l'architettura del paese si sia trasformata nel tempo, preservando al contempo le sue specificità e dialogando con le influenze globali.


La sfida della sostenibilità in un ambiente desertico: L'esplorazione di soluzioni innovative e resilienti per un'architettura che risponda alle esigenze di un clima caldo e arido, con un'attenzione particolare alla gestione delle risorse.


Il ruolo dello spazio pubblico nella vita collettiva: Un'indagine su come l'architettura urbana influenzi l'interazione sociale, la costruzione della comunità e il senso di appartenenza.


La dialettica tra memoria e innovazione: Una riflessione su come l'architettura contemporanea del Kuwait si relaziona con il suo ricco patrimonio storico e culturale, trovando un equilibrio tra conservazione e progresso.


L'impatto delle nuove tecnologie: L'analisi di come l'intelligenza artificiale e le altre innovazioni tecnologiche stiano plasmando il futuro dell'abitare e dell'ambiente costruito in Kuwait.

18ª Biennale di Architettura di Venezia nel 2023, il Padiglione del Kuwait - Intitolato "Rethinking Rethinking Kuwait"
18ª Biennale di Architettura di Venezia nel 2023, il Padiglione del Kuwait - Intitolato "Rethinking Rethinking Kuwait"

Rammentiamo che il Kuwait ha partecipato anche 18ª Biennale di Architettura di Venezia nel 2023, dove il Padiglione del Kuwait si è distinto per la sua riflessione critica e propositiva sull'architettura e l'urbanistica del paese. Intitolato "Rethinking Rethinking Kuwait", il progetto ha intrapreso un'indagine approfondita sui metodi di progettazione, cercando di correggere gli effetti di un'urbanistica modernista che ha spesso trascurato il tessuto storico e culturale locale.


Il fulcro della partecipazione kuwaitiana è stato un'analisi attenta e articolata, che ha toccato temi di grande rilevanza contemporanea. Si è parlato di decolonizzazione, intesa come un ripensamento degli approcci progettuali ereditati da un passato coloniale, e di decarbonizzazione, ovvero la ricerca di soluzioni architettoniche e urbane sostenibili, capaci di ridurre l'impatto ambientale.


Kuwait City è stata assunta a caso di studio, un laboratorio in cui esplorare gli spazi di transizione, quelle zone di confine tra pubblico e privato, tra passato e futuro, che spesso rivelano le dinamiche sociali e culturali di una città. L'approccio temporale è stato innovativo, con la storia concepita come una spirale, un continuo ritorno e rilettura del passato, alla ricerca di momenti e soluzioni che possano illuminare il futuro.


L'obiettivo dichiarato del padiglione era quello di proporre soluzioni concrete a temi contemporanei come l'equità, l'accessibilità e la sostenibilità, ripensando il rapporto tra architettura, corpi umani e ambiente. La partecipazione del Kuwait è stata accolta con favore dalla critica, che ha apprezzato la capacità di coniugare teoria e pratica, offrendo una visione dell'architettura come strumento al servizio delle persone e del pianeta.

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