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Algeria-Italia: i ringraziamenti di Tebboune a Meloni e il rilancio di un’alleanza mediterranea


Maddalena Celano (Assadakah News) - Tebboune elogia Meloni, ma il Mediterraneo resta un campo di battaglia: diplomazia, risorse e nuove alleanze nel cuore di un mondo multipolare.

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25 luglio 2025 – Al Business Forum Italia-Algeria, tenutosi a Roma, il Presidente della Repubblica algerina, Abdelmadjid Tebboune, ha espresso pubblicamente i suoi complimenti alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per “i risultati economici raggiunti” e per “gli sforzi profusi nel rafforzare i rapporti bilaterali tra Italia e Algeria”. Il tono dell’intervento è stato cordiale, istituzionale, e teso a valorizzare la cooperazione economica tra i due paesi. Tuttavia, al di là delle dichiarazioni ufficiali, la geopolitica del Mediterraneo racconta una storia più complessa, segnata da tensioni, riorientamenti strategici e memorie coloniali irrisolte.

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Algeria: il gigante energetico e il suo ruolo geopolitico


L’Algeria rappresenta oggi uno degli attori chiave nello scacchiere energetico mediterraneo. Con riserve immense di gas naturale, il paese è diventato negli ultimi anni un fornitore strategico per l’Italia, soprattutto dopo il conflitto in Ucraina e la crisi energetica seguita alle sanzioni occidentali contro la Russia. Roma ha accelerato la diversificazione delle fonti, e Algeri si è proposta come alternativa “affidabile”. Ma ridurre l’Algeria a un semplice “serbatoio energetico” per l’Europa significa ignorare il peso politico e storico del paese nordafricano.

L’Algeria non è solo un partner commerciale: è un Paese che ha combattuto una delle più dure guerre di liberazione del XX secolo contro la Francia coloniale (1954-1962), ed è tuttora segnato da un’identità profondamente anti-imperialista. Il FLN (Fronte di Liberazione Nazionale) – che ha guidato la lotta per l’indipendenza – mantiene un’influenza ideologica anche nell’attuale governo. Tebboune, formatosi politicamente in quell’ambiente, non può dimenticare che l’Europa – Italia inclusa – fu parte del blocco colonialista che sostenne la Francia, anche indirettamente.

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Meloni e il corteggiamento dell’Africa: un nuovo paternalismo?


Giorgia Meloni ha fatto del “Piano Mattei per l’Africa” uno dei pilastri della sua politica estera. Un piano che, nei suoi intenti, dovrebbe promuovere “uno sviluppo africano non predatorio”. Tuttavia, agli occhi di molti osservatori africani e mediorientali, si tratta di una formula che ripropone la stessa logica neocoloniale mascherata da cooperazione: estrarre risorse, contenere i flussi migratori e rafforzare l’influenza geopolitica italiana nel continente africano, oggi sempre più conteso da Cina, Russia, Turchia e Iran.

La cortesia di Tebboune verso Meloni va dunque letta in un’ottica di realismo diplomatico: l’Algeria è ben consapevole del proprio peso e lo usa per consolidare alleanze, ottenere investimenti e spostare gli equilibri regionali. Ma non è priva di una propria linea strategica autonoma. I legami storici con l’Iran, ad esempio, si sono rafforzati negli ultimi anni, sulla base di una comune visione multipolare, anti-NATO e anti-sionista. Entrambi i Paesi rifiutano l’egemonia occidentale e sostengono la causa palestinese senza ambiguità.

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Iran e Algeria: convergenze oltre il Mediterraneo


L’Iran ha sempre guardato all’Algeria come a un partner rispettabile, per la sua coerenza storica e per la sua posizione indipendente all’interno del mondo arabo. L’Algeria non ha mai normalizzato i rapporti con Israele, a differenza di Marocco, Emirati, Bahrein ed Egitto, e ha più volte criticato l’influenza statunitense nella regione. Da parte sua, l’Iran ha offerto cooperazione energetica, tecnologica e culturale, con uno scambio diplomatico che si è intensificato proprio dopo l’inizio delle sanzioni imposte all’Iran e la rottura dell’accordo sul nucleare da parte degli USA (JCPOA, 2018).

In questo quadro, la partnership con l’Italia appare funzionale per l’Algeria solo finché non mina la propria autonomia strategica. L’Algeria resta parte del cosiddetto “fronte della resistenza”, insieme a Iran, Siria, Yemen e Palestina, seppur con toni più sfumati. È improbabile che il governo Tebboune si presti a politiche italiane che possano risultare in contrasto con questa visione.

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Diplomazia reale, ma senza illusioni


L’incontro tra Tebboune e Meloni è emblematico della complessità delle relazioni nel Mediterraneo del XXI secolo. La cortesia diplomatica non deve illudere: l’Algeria non dimentica il passato coloniale, non rinuncia alla propria sovranità, e guarda ad alleanze con attori come l’Iran, che le garantiscano maggiore equilibrio nel contesto multipolare emergente.

L’Italia, se vuole realmente costruire un rapporto paritario e proficuo con l’Africa e il Medio Oriente, dovrà abbandonare ogni nostalgia imperiale e riconoscere la legittimità delle istanze di autodeterminazione e resistenza dei popoli del Sud globale.


Fonti:

  • Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev – Video del 25 luglio 2025

  • Ministero degli Esteri italiano – Archivio Accordi bilaterali Italia-Algeria

  • ENI – Rapporto annuale 2024

  • Centro Studi per il Mediterraneo – Dossier Algeria 2025

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