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Algeria risponde a Parigi: “La Francia omette la verità sugli accordi bilaterali”

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Algeri, 31 agosto 2025 – Nuovo capitolo di tensione tra Algeria e Francia, dopo che l’ambasciata francese ad Algeri ha annunciato una riduzione del personale consolare e, di conseguenza, un calo dei visti concessi agli algerini. Parigi ha attribuito la decisione al rifiuto algerino di numerose domande di accreditamento per funzionari consolari francesi.


La contro-narrativa algerina


Da parte algerina, la replica è stata immediata e ferma: la Francia – sostengono le autorità – seleziona e manipola i fatti per alimentare la propria posizione, omettendo volutamente i punti degli accordi bilaterali del 1968 che regolano i rapporti tra i due Paesi.

Non solo: Parigi avrebbe adottato lo stesso approccio anche per quanto riguarda i permessi consolari, le espulsioni bloccate da Algeri e l’uso dei passaporti diplomatici, evitando sistematicamente di menzionare le clausole che non le convengono.

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La convocazione dell’incaricato d’affari


La reazione di Algeri non si è fatta attendere. Il 27 agosto l’incaricato d’affari dell’ambasciata francese è stato convocato al Ministero degli Affari Esteri algerino, alla presenza del Direttore Generale del Protocollo. In una nota ufficiale, l’ufficio del ministro Ahmed Attaf ha chiarito che l’incontro era una risposta diretta al comunicato francese e alla sua impostazione unilaterale.

Si tratta di un gesto politico forte, con cui l’Algeria ribadisce la propria sovranità diplomatica e il diritto a non accettare narrazioni parziali.


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La questione di fondo: la memoria coloniale


Dietro lo scontro sui visti, si nasconde un conflitto storico mai risolto. Per molti osservatori algerini, la Francia continua a comportarsi da potenza neo-coloniale, cercando di imporre regole e interpretazioni unilaterali in un rapporto che dovrebbe invece essere basato sul rispetto reciproco.

Gli accordi del 1968 – che garantiscono specifiche prerogative in materia di circolazione, residenza e status giuridico per gli algerini in Francia – sono da tempo percepiti ad Algeri come uno strumento che Parigi utilizza in maniera selettiva, ricordando solo ciò che rafforza le proprie posizioni e ignorando i vincoli che la obbligano.


Una lezione di fermezza


Con la sua risposta, l’Algeria riafferma un principio essenziale: non saranno più tollerate ingerenze e distorsioni. Ridurre i visti, accusare unilateralmente Algeri o ignorare le responsabilità francesi sugli accordi bilaterali non rafforza la cooperazione, ma alimenta diffidenza e conflitto.

Il caso dimostra come i rapporti franco-algerini restino fragili e segnati da un’eredità storica ancora pesante. Ma la posizione di Algeri è chiara: la Francia deve rispettare gli accordi del 1968 nella loro interezza, non solo quando servono ai propri interessi.

In questa crisi, l’Algeria si conferma attore autonomo e consapevole, deciso a non lasciarsi trascinare in una logica di subalternità coloniale, ma a difendere la propria sovranità e dignità nazionale.

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