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Armenia - Biennale Architettura 2025, Microarchitettura e IA

Armenian Pavilion at Venice Biennale 2025 Explores AI and Cultural Memory ©MoNumEd, Courtesy of Sipana Tchakerian and Chahan Vidal-Gorène
Armenian Pavilion at Venice Biennale 2025 Explores AI and Cultural Memory ©MoNumEd, Courtesy of Sipana Tchakerian and Chahan Vidal-Gorène

Patrizia Boi (Assadakah News) - La Repubblica d'Armenia si appresta a partecipare alla 19ª Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia nel 2025 con un progetto concettualmente affascinante e tecnologicamente all'avanguardia: "Microarchitecture through AI: Making New Memories with Ancient Monuments". Il padiglione, curato da Marianna Karapetyan e commissionato da Svetlana Sahakyan, Direttrice del Dipartimento di Arte Moderna del Ministero dell'Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport armeno, promette di offrire una prospettiva inedita sul ricco patrimonio architettonico del paese, sfruttando il potere dell'intelligenza artificiale per svelare nuove narrazioni e generare inedite connessioni con la memoria storica.

Armenian Pavilion at Venice Biennale 2025 Explores AI and Cultural Memory ©MoNumEd, Courtesy of Sipana Tchakerian and Chahan Vidal-Gorène
Armenian Pavilion at Venice Biennale 2025 Explores AI and Cultural Memory ©MoNumEd, Courtesy of Sipana Tchakerian and Chahan Vidal-Gorène

Ospitato nella suggestiva cornice della Tesa 41 all'Arsenale di Venezia, il padiglione armeno si propone come un laboratorio di idee dove la precisione analitica dell'intelligenza artificiale incontra la stratificazione millenaria dei monumenti antichi. I


l titolo stesso suggerisce un duplice livello di indagine: da un lato, l'esplorazione della "microarchitettura", ovvero lo studio dettagliato degli elementi costruttivi, decorativi e spaziali su scala ridotta; dall'altro, l'impiego dell'intelligenza artificiale come strumento per analizzare questi dettagli, identificare pattern nascosti e, in ultima analisi, "creare nuove memorie" legate a questi siti storici.


Il team di espositori selezionato per questo ambizioso progetto riflette una visione multidisciplinare che abbraccia diverse expertise. Electric Architects, con la loro pratica innovativa nel campo dell'architettura contemporanea, porteranno probabilmente una sensibilità progettuale attenta alle nuove tecnologie.

Armenian Pavilion at Venice Biennale 2025 Explores AI and Cultural Memory ©MoNumEd, Courtesy of Sipana Tchakerian and Chahan Vidal-Gorène
Armenian Pavilion at Venice Biennale 2025 Explores AI and Cultural Memory ©MoNumEd, Courtesy of Sipana Tchakerian and Chahan Vidal-Gorène

Il TUMO Center for Creative Technologies, noto per il suo impegno nell'educazione digitale e creativa per i giovani, potrebbe coinvolgere nuove generazioni nell'interpretazione e nella rielaborazione del patrimonio attraverso strumenti digitali.


Ari Melenciano, artista e ricercatore che esplora le intersezioni tra arte, tecnologia e cultura, aggiungerà una dimensione concettuale e critica all'uso dell'IA nel contesto culturale.


Il ruolo di CALFA e Monumed suggerisce un legame con organizzazioni armene attive rispettivamente nel campo dell'architettura e della conservazione del patrimonio, garantendo un solido ancoraggio alla storia e alla materialità dei monumenti studiati.


L'approccio del padiglione armeno sembra inserirsi in modo stimolante nel tema generale della Biennale Architettura 2025, "Intelligens. Natural. Artificial. Collective.". L'utilizzo dell'intelligenza artificiale come lente d'ingrandimento sul patrimonio costruito rappresenta un'esplorazione della "intelligenza artificiale" applicata a un contesto "naturale" (i materiali e le forme antiche) e "collettivo" (la memoria culturale condivisa). L'obiettivo di "creare nuove memorie" implica un processo attivo di reinterpretazione e riappropriazione del passato attraverso le capacità analitiche e generative dell'IA.


Si potrebbe immaginare che l'intelligenza artificiale venga impiegata per analizzare vaste quantità di dati relativi ai monumenti armeni, dalle tecniche costruttive alle decorazioni, identificando relazioni spaziali, stilistiche o simboliche che potrebbero sfuggire all'analisi umana tradizionale. Questo processo potrebbe portare alla creazione di nuove visualizzazioni, ricostruzioni virtuali o installazioni interattive che offrano al pubblico un'esperienza più profonda e stratificata del patrimonio armeno.

Armenian Pavilion at Venice Biennale 2025 Explores AI and Cultural Memory ©MoNumEd, Courtesy of Sipana Tchakerian and Chahan Vidal-Gorène
Armenian Pavilion at Venice Biennale 2025 Explores AI and Cultural Memory ©MoNumEd, Courtesy of Sipana Tchakerian and Chahan Vidal-Gorène

Inoltre, il concetto di "nuove memorie" potrebbe suggerire una riflessione su come le tecnologie digitali possano influenzare la nostra percezione e il nostro rapporto con la storia. L'IA potrebbe non solo analizzare il passato, ma anche generare nuove narrazioni e interpretazioni, aprendo inediti dialoghi tra il presente e le vestigia del tempo.


La scelta dell'Arsenale come sede espositiva conferisce al padiglione armeno una significativa visibilità all'interno del percorso della Biennale. Questo spazio, carico di storia e trasformato in un vibrante centro di esposizione contemporanea, offrirà una cornice ideale per presentare un progetto che intreccia passato e futuro attraverso l'innovazione tecnologica.


In conclusione, la partecipazione dell'Armenia alla Biennale Architettura 2025 con "Microarchitecture through AI: Making New Memories with Ancient Monuments" si preannuncia come un contributo stimolante e originale al dibattito architettonico contemporaneo.


Attraverso l'inedita combinazione di microanalisi architettonica e intelligenza artificiale, il padiglione armeno invita a riconsiderare il nostro rapporto con il patrimonio storico, aprendo nuove prospettive sulla sua interpretazione, conservazione e capacità di generare significato nel presente. L'appuntamento all'Arsenale sarà un'occasione imperdibile per assistere a questo affascinante dialogo tra l'antico e il digitale.

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