Armenia - Avanza la diplomazia della giustizia con l'Italia
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Letizia Leonardi (Assadakah News) - Mercoledì 12 novembre, l’Ambasciatore italiano in Armenia, Alessandro Ferranti, è stato ricevuto a Yerevan dalla Procuratrice Generale della Repubblica d'Armenia, Anna Vardapetyan, per un incontro istituzionale che ha ribadito la solida cooperazione tra i sistemi giudiziari dei due Paesi.
Durante il colloquio, la Procuratrice Vardapetyan ha espresso soddisfazione per l’ottimo livello di collaborazione in corso tra gli organi giudiziari e investigativi armeni e italiani, definendolo un pilastro nel rafforzamento dello Stato di diritto. Ha ricordato con particolare gratitudine la recente visita in Italia dell’Ambasciatore Ferranti, avvenuta il 6 e 7 novembre, che ha portato alla firma di un Memorandum d’intesa tra la Procura Militare armena e la Procura Militare italiana presso la Corte Suprema di Cassazione.
Nel dettaglio, Vardapetyan ha citato i colloqui con il Procuratore Generale Militare italiano, Maurizio Block, e con il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, Piero Gaeta, come elementi chiave di questa intesa. Tali incontri sono parte di una strategia più ampia: consolidare uno schema collaborativo che va oltre il semplice scambio diplomatico, mirando a una condivisione di esperienze operative e giuridiche.
Non è la prima volta che Italia e Armenia cooperano sul fronte giudiziario: il 30 giugno 2023 fu firmato un precedente Memorandum d’intesa tra Vardapetyan e l’allora Procuratore Generale italiano Luigi Salvato, con obiettivi ben definiti nei campi della giustizia penale, della tutela dei diritti umani e del rafforzamento istituzionale.

Nel corso dell’incontro dell’12 novembre, sono emerse anche altre aree di reciproco interesse, a indicare che la cooperazione non si limita al solo ambito militare. Secondo quanto riferito, si è discusso di un ventaglio di questioni che toccano non solo il diritto penale, ma anche aspetti legati a riforme istituzionali e formazione professionale.
Un percorso in crescita. Il rafforzamento dell’intesa arriva in un momento in cui l’Armenia sta amplificando la sua cooperazione internazionale nel settore della giustizia. Nell’ultimo anno, ad esempio, la giustizia militare armena ha sottoscritto un MoU con l’Italia per “espandere il quadro di cooperazione nei procedimenti penali militari”, secondo quanto riportato da fonti ufficiali.
Parallelamente, la stessa Vardapetyan ha già incontrato la delegazione guidata da Maurizio Block a giugno 2024, ribadendo l’impegno su casi transnazionali e riforme del sistema processuale.
Questo dialogo rafforza anche il legame politico-diplomatico tra Italia e Armenia: già nel giugno 2024 il Presidente armeno Vahagn Khachaturyan aveva ricevuto la delegazione italiana guidata da Block, sottolineando come la cooperazione nel settore giudiziario sia una componente centrale del rapporto bilaterale.
Inoltre, va considerato il contesto europeo: l’Armenia ha avviato negoziati con l’EU Agency for Criminal Justice Cooperation (Eurojust) per rafforzare la cooperazione giudiziaria nel contrasto alla criminalità organizzata e terrorismo. Questo rende gli accordi con Italia ancora più strategici, in quanto parte di una rete multilivello di collaborazioni internazionali.
Se consideriamo l'anno in corso, nel 2025 c'è stato il Nuovo Memorandum Militare del 7 novembre. Vardapetyan e il Procuratore Generale Militare italiano Maurizio Block hanno firmato un nuovo MoU tra la Procura Militare armena e l'ufficio del Procuratore Militare della Corte di Cassazione italiana, per ampliare la cooperazione su casi penali militari. Il memorandum include lo scambio di informazioni relative ad atti legali e attività operative, con l’obiettivo di allineare le capacità professionali dei procuratori agli standard internazionali e favorire una collaborazione più stretta su casi concreti; l’impegno dell’Armenia a rafforzare la collaborazione legale con altri Paesi, anche sul fronte della criminalità militare e transnazionale. Sul fronte legislativo inoltre, nel giugno 2025 il parlamento italiano ha discusso l’esecuzione dell’accordo italo-armeno per facilitare l’applicazione della Convenzione europea di assistenza giudiziaria penale (20 aprile 1959). A tal proposito gli oneri finanziari per le misure operative (videoconferenze, traduzioni, trasferimenti) sono stimati in 67.835 euro l’anno, per il triennio 2023-2025.

Questo nuovo impulso alla “diplomazia della giustizia” fra Italia e Armenia nel 2025 non è solo simbolico, ma operativo: il memorandum recente non riguarda solo dichiarazioni politiche ma azioni concrete su casi militari, scambio di informazioni e procedure penali. In più, la ratifica dell’accordo di assistenza giudiziaria penale conferma che i due Paesi intendono cooperare in modo strutturato anche su crimini comuni, rafforzando la rete legale europea di contrasto alla criminalità.
L’incontro tra Ferranti e Vardapetyan non è quindi solo un momento simbolico, ma un tassello concreto in un disegno più ampio di cooperazione giudiziaria. I Memorandum firmati finora disegnano un percorso in cui Italia e Armenia lavorano sempre più fianco a fianco su settori come il crimine organizzato e il terrorismo, sono una sfida comune, questi accordi non vanno visti come semplici protocolli, ma come strumenti operativi di una partnership strategica.







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