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Armenia - Oggi festeggia l'alba della libertà

Letizia Leonardi (Assadakah News) - Oggi gli armeni celebrano la nascita della Prima Repubblica d’Armenia. Il 28 maggio non è una data qualunque per questo popolo martoriato. È un giorno di memoria e di orgoglio nazionale. Oggi si celebra la festa della Prima Repubblica d’Armenia, nata nel 1918 sulle ceneri di un impero e sulle macerie di un genocidio.

Dopo secoli di dominazioni straniere e nel pieno della tragedia del terribile massacro perpetrato dall’Impero Ottomano, l’Armenia riuscì a proclamare la propria indipendenza. La Prima Repubblica Armena fu fondata il 28 maggio del 1918, a seguito della battaglia di Sardarapat, in cui le forze armene respinsero eroicamente l’avanzata turca. Fu una vittoria che salvò il cuore dell’Armenia storica dall’annientamento totale.

Quella prima, fragile repubblica durò solo due anni, travolta dagli sconvolgimenti geopolitici del tempo e dall’occupazione sovietica. Ma in quei ventiquattro mesi si gettarono le basi della moderna identità armena, si stabilirono le prime istituzioni statali, si riaprì una speranza che sembrava perduta.

Quella fiammella accesa nel 1918 è rimasta viva, tramandata attraverso decenni di silenzio, repressione, esilio e guerra. Dopo l'esperienza come Repubblica Socialista Sovietica, l'indipendenza è stata riaffermata nel 1991 con la seconda Repubblica indipendente. E continua ad ardere oggi, nel cuore di una nazione che lotta ancora per la propria sopravvivenza, la propria memoria, la propria dignità.

In un momento storico segnato da nuove minacce e da un’evidente disattenzione internazionale verso le sofferenze di questo popolo, ricordare il 28 maggio significa molto più che celebrare un evento storico. Significa riaffermare un diritto alla libertà conquistato a caro prezzo, e ribadire che la giustizia non può essere barattata con il gas, né la verità cancellata dalla realpolitik.

La nascita della Prima Repubblica d’Armenia, nel 1918, non fu solo un atto politico. Fu un gesto di sopravvivenza collettiva. In quel momento, appena uscita dal genocidio, con un milione e mezzo di morti sulle spalle e un popolo ridotto allo stremo, l’Armenia scelse di non scomparire. Scelse di esistere.

Molti armeni, costretti a fuggire o a vivere in esilio, non videro mai quella repubblica. Ma ne conservarono l’idea. Ed è proprio grazie a questa idea che la diaspora armena ha saputo rimanere comunità, lingua, cultura, coscienza storica. Da Parigi a Beirut, da Los Angeles a Mosca, la diaspora ha custodito la memoria come un’icona sacra, tramandando ai figli il ricordo di una patria libera, per breve tempo, ma reale.

Come scrisse Avetik Isahakyan, poeta e patriota armeno: "L’Armenia non è solo terra. È sangue, lingua, canto e preghiera. L’Armenia è dove un armeno resiste e ricorda".

Oggi quella resistenza si misura con nuove sfide. Il trauma del Nagorno-Karabakh, l’esodo forzato della popolazione armena dall’Artsakh, la detenzione illegittima dei leader politici armeni da parte dell’Azerbaijan e il silenzio colpevole delle istituzioni internazionali, pesano come un macigno.

Eppure, come nel 1918, l’Armenia non si arrende. Anche se mutilata, anche se tradita, anche se piccola, ogni 28 maggio è un promemoria. Il popolo armeno è ancora qui e la sua libertà non è un favore da concedere ma un diritto da onorare.

Oggi, 28 maggio 2025, in Italia non risultano eventi ufficiali organizzati dalle istituzioni statali per commemorare la nascita della Prima Repubblica d’Armenia. Tuttavia, alcune iniziative si sono svolte nei giorni precedenti, promosse da associazioni culturali e comunità armene presenti nel Paese. A Milano, lo scorso 25 maggio si è svolto un concerto dedicato alla Festa della Prima Repubblica Armena (1918–1920), organizzato organizzato dalla Casa Armena Hay Dun di Milano. L'evento si è tenuto presso la sede di Casa Armena in Piazza Velasca 4, con la partecipazione di numerosi artisti e il saluto del console onorario della Repubblica d’Armenia in Italia, Pietro Kuciukian. Il 23 maggio a Vicenza c'è stata l'esibizione del Tigran Hamasyan Trio con il concerto "The Bird of a Thousand Voices" organizzata da Settimane Musicali al Teatro Olimpico, in collaborazione con New Conversations – Vicenza Jazz. L'evento si è svolto presso la sala del Teatro Comunale di Vicenza. 

Sebbene non vi siano eventi specifici oggi, queste iniziative testimoniano l'impegno della diaspora armena in Italia nel mantenere viva la memoria storica e culturale del proprio Paese.

Intanto a Yerevan, il Premier armeno Nikol Pashinyan, nel suo discorso per la Festa della Prima Repubblica d’Armenia, ha evocato con forza l’identità ritrovata della nazione armena. Ha sottolineato come oggi l’Armenia sia “più sovrana e più indipendente che mai”, un Paese che non cerca più la sua patria perché l’ha finalmente realizzata nella forma della Repubblica.

Per Pashinyan, lo Stato è l’essenza stessa dell’identità armena: la Repubblica, con i suoi confini internazionalmente riconosciuti, rappresenta il trionfo del popolo armeno, non la sua perdita. Ha ricordato che, nonostante le recenti dure prove, è proprio attraverso questa sovranità che l’Armenia può garantire la propria sicurezza e il proprio futuro.

L’appello finale è stato chiaro: la sicurezza non può essere delegata a forze esterne, ma deve essere costruita con la diplomazia, la pace e la normalizzazione dei rapporti con i vicini, in un cammino di equilibrio e saggezza politica.

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