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Assadakah - Presidente onorario ricorda Papa Francesco

Assadakah News - Il presidente onorario dell'associazione internazionale italo-araba Assadakah, il ben noto ingegnere, filantropo e poeta Francesco Terrone, commenta la scomparsa di Papa Francesco, esprimendo profonda tristezza e cordoglio, sia personale che come portavoce della associazione stessa: “Papa Francesco è venuto da lontano per indirizzare la Chiesa sempre più verso i miseri e ha voluto vivere il pontificato come uomo comune, per essere esempio di umiltà e speranza, per dare spirito e forza agli insegnamenti cristiani, e per completare il messaggio di San Francesco d'Assisi, avendo inoltre scelto il suo nome quando è stato eletto Papa. Stavamo celebrando la Pasqua, Cristo risorto, il trionfo dell'amore e della vita, quando Papa Francesco è stato chiamato da Dio. Non posso negare di essere rimasto scioccato quando ho appreso la notizia, ho sentito un vuoto spaventoso, e allora sono tornato in me stesso e come credente nella risurrezione, ho pensato che dovevo continuare la mia missione umanitaria, per sensibilizzare maggiormente contro la guerra che miete vittime innocenti come i bambini. Una guerra combattuta dalle bande criminali, che si servono impropriamente il nome di Dio.

Viviamo momenti difficili, ma anche occasioni di grazia, perché oggi tutta la Chiesa si riunisce nella preghiera per il Santo Padre, la Chiesa e il mondo intero devono ricordare che abbiamo bisogno di pace. Celebriamo il padre della Chiesa cattolica, che nei suoi ultimi giorni era molto preoccupato per la terribile guerra a Gaza, e il giorno prima della morte aveva chiamato l'arcivescovo di Gaza, Gabriele Romagnoli, per esortarlo a rimanere fermo e a benedire le sue opere. Il papa ha augurato al Libano, il Paese del messaggio della convivenza multiculturale e multireligiosa, di uscire dalla sua profonda crisi per rimanere un Paese dell'amore, e ha espresso il proprio dolore per quello che sta accadendo in Sudan, teatro di una guerra devastante che uccide decine di migliaia di bambini e di persone inermi. Gaza rimane comunque uno dei principali simboli del suo pontificato".

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