Beirut - Eectric Whishpers, mostra di Rä di Martino
- 19 giu
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Assadakah News - Un appuntamento di raro valore culturale, la cui inaugurazione è in programma il 24 giugno al Beirut Art Center. Si tratta di Elecrtic Wishpers, mostra dell’artista italiana Rä di Martino, curata da Maria Rosa Sossai, che viene presentata dall’Istituto Italiano di Cultura di Beirut, con il patrocinio dell'Ambasciata d'Italia.
La mostra mette in luce i recenti lavori dell'artista, sviluppati durante una residenza creativa nella capitale libanese, nonché una selezione di opere passate derivanti dalla sua ricerca interdisciplinare che spazia tra video, fotografia, film e animazione 3D.
Al centro della mostra, The Focus of Attention (Up!), nuova opera concepita e presentata per la prima volta a Beirut: due diapositive proiettate tratte dalla ricerca d'archivio di Di Martino. La prima, una rielaborazione in bianco e nero di una fotografia d'archivio di una produzione teatrale, immortala un gruppo di persone con lo sguardo rivolto al cielo: un'immagine sospesa tra stupore e trepidazione. La seconda ritrae una pagina di un romanzo di fantascienza degli anni '50, dominata dalla presenza di un grande UFO. Insieme, queste immagini generano una narrazione visiva di aspettativa e proiezione, che riecheggia il senso di disorientamento e meraviglia spesso associato alle speculazioni sul futuro.

Un altro elemento chiave della mostra è la serie fotografica in corso "Open Trees" (2012-in corso), presentata a Beirut con l'aggiunta di una nuova immagine d'archivio del 1908, rielaborata, raffigurante il paesaggio di Sidone (Ṣaydā). Esposte sotto luce UV, le fotografie in bianco e nero evocano un senso di tempo che collassa su se stesso, sfidando qualsiasi nozione definitiva di verità o continuità storica. Ritornando alle tecniche analogiche e manipolandole digitalmente, Di Martino esplora come la memoria e il luogo vengano continuamente reinventati. L'opera che dà il titolo all'opera, "Electric Whispers", nasce da una fotografia scattata in una sala giochi a Tripoli. Un bambino solitario, seduto di spalle alla fotocamera, è immerso in un universo di fantasia digitale, offrendo un momento di silenziosa riflessione su come gli ambienti virtuali plasmino la formazione dell'identità tra le giovani generazioni. La resa digitale della fotografia trasforma lo spazio della sala giochi in una geometria frammentata, riecheggiando la logica percettiva alterata della cultura digitale. Questo pezzo segna anche l'inizio di un nuovo progetto cinematografico che Di Martino intende girare in parte in Libano.
Queste opere, profondamente radicate in incontri locali, archivi visivi e interrogativi contemporanei sull'identità, offrono una lente attraverso la quale l'artista reinventa l'intersezione tra memoria, tecnologia e immaginazione speculativa.
La mostra include anche una selezione curata di importanti opere precedenti, esposte a livello internazionale. In Kant Can't (2024-2025), un'animazione 3D creata con un software di gioco, gli astronauti sfuggono a insetti giganti e arti enormi in uno spazio virtuale disorientante che amplifica la perdita della scala umana e della conoscenza. Il viaggio attraverso il codice digitale diventa una metafora della confusione esistenziale e dello svanire delle certezze epistemologiche.

In Afterall (2019), un'installazione a due canali, esseri ultraterreni – futuri vagabondi e divinità perdute – navigano in ambienti ibridi digitali e fisici, accompagnati da una colonna sonora composta da sussurri stratificati, canti, ritmi naturali e frequenze discordanti. Questa coreografia audiovisiva riflette la visione di Di Martino di un presente poroso in cui i confini tra sé e genere si dissolvono.
Povero, povero, Jerry (2017) presenta un personaggio dei cartoni animati perduto che assomiglia a Jerry di Tom e Jerry, mentre vaga per i paesaggi vulcanici di Lanzarote mentre canta in playback frammenti di dialoghi di film romantici. L'opera interroga la capacità dell'immagine e del linguaggio di conservare il significato in un'epoca di omogeneizzazione visiva e culturale.
In L'eccezione (2019), una statua rotta si anima dolcemente al ritmo della colonna sonora di Flashdance, alludendo a come l'esperienza cinematografica – un tempo immersiva e narrativamente coerente – sia ora frammentata dai cambiamenti estetici e percettivi indotti dai media digitali.
La pratica artistica di Rä di Martino trova riscontro in pensatori che considerano le tecnologie digitali non solo come strumenti di simulazione, ma come piattaforme per l'indagine filosofica e politica. Come osserva lo studioso Stefano Gualeni, "Le tecnologie ci permettono di essere, temporaneamente e indirettamente, qualcosa di diverso da ciò che siamo... Nei mondi virtuali sorgono interrogativi esistenziali e filosofici, il cui valore non è solo economico, ma anche sociale e politico. (Il videogioco del mondo, Timeo, 2024).
Electric Whispers invita gli spettatori a guardare oltre le distinzioni formali dei media e a riconsiderare il ruolo della tecnologia come luogo di risveglio estetico, pensiero critico ed esplorazione poetica. In un mondo plasmato da fragilità e flusso, le opere di Di Martino aprono portali verso nuove realtà, dove memoria, immaginazione e cultura visiva si fondono per suggerire futuri inaspettati.
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