Bulgaria - Patria delle rose damascene e un ponte tra civiltà
- 6 lug
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Talal Khrais (Kazanlak, Bulgaria – per National News Agency (NNA) - Nei giorni scorsi, accompagnato dall'Associazione dei Libanesi in Bulgaria, ho inviato diversi articoli e interviste su un Paese in cui convergono civiltà diverse, la terra dell'industria mondiale delle rose. La Bulgaria ospita la più grande pianura coltivata a rose damascene del mondo. È un Paese in cui antiche civiltà si incontrano e si fondono: traci, greci, romani, bizantini, ottomani e slavi hanno lasciato qui una traccia indelebile. Nonostante la sua relativa vicinanza, la Bulgaria resta ancora poco conosciuta dal turismo italiano. E anche per molti mediorientali, come libanesi e siriani, oggi visitarla è diventato difficile, complice l'introduzione del visto Schengen che ha complicato le procedure d’ingresso.

L’Associazione dei Libanesi in Bulgaria sta cercando di facilitare queste procedure, soprattutto per i migliaia di laureati libanesi che considerano questo Paese un secondo luogo dell’anima. Lo ha sottolineato il Professor Khodr Faqih, presidente onorario dell’associazione, durante un'intervista alla National News Agency.
Nei giorni scorsi, accompagnato dall’Associazione, ho raccontato la Bulgaria in articoli e interviste, cercando di rendere giustizia a una terra unica: qui si incrociano passato e presente, antichità e modernità. La Bulgaria è anche un crocevia storico per molti libanesi, che ne ricordano le spiagge dorate del Mar Nero come meta privilegiata.
Una tappa obbligata è la celebre Valle delle Rose, o Dolinata na Rozite, situata a circa 200 chilometri da Sofia e poco distante da Plovdiv, una delle città più antiche d’Europa ancora abitate. Il viaggio verso Kazanlak, centro della valle, si snoda lungo i monti Balcani e regala paesaggi mozzafiato.
Questa regione è la culla della produzione mondiale di olio di rosa, ingrediente prezioso per l’industria dei profumi e dei cosmetici. I bulgari chiamano la varietà più pregiata Damaski rozi, e l’aroma che sprigionano le coltivazioni è più intenso tra il tramonto e l’alba. Non mancano prodotti tipici come marmellate, creme di bellezza e souvenir a base di rosa.

Il Festival delle Rose, che si tiene ogni anno tra maggio e giugno nelle città di Kazanlak e Karlovo, è un’occasione unica per immergersi nella cultura locale e nelle sue tradizioni. Musica, costumi folkloristici, sfilate e cerimonie celebrano non solo il fiore simbolo della Bulgaria, ma anche l'identità di un intero popolo.
Nel corso della mia visita, tra il 26 e il 29 giugno, ho avuto l’occasione di incontrare due volte la carissima Ambasciatrice dell’Armenia in Bulgaria, Tsovinar Hambardzumyan, già nota a molti per il suo impegno anche in Italia. Il primo incontro si è svolto all’ambasciata armena a Sofia, il secondo presso il ristorante Araks, che porta il nome del fiume simbolo della memoria armena, un nome che porto nel cuore dal 1967.

In questi tre giorni ho potuto riscoprire non solo la bellezza della Bulgaria, ma anche il legame profondo che unisce questo Paese all’Armenia e, per quanto mi riguarda, al mio personale impegno per la causa armena, che considero un dovere sacro.
La Bulgaria, con la sua storia stratificata, si conferma non solo crocevia geografico tra
Oriente e Occidente, ma anche terra di dialogo tra popoli. Kazanlak e la Valle delle Rose restano non solo una meta turistica, ma un luogo dell’anima dove il profumo della memoria si mescola con la bellezza della natura e con le storie di chi, come tanti libanesi, continua a sentirsi parte di questo ponte culturale tra i Balcani e il Medio Oriente.







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