top of page

Editoriale - Medio Oriente: chi ha più giudizio, lo usi…

Roberto Roggero* - L’attuale equilibrio della regione mediorientale è attualmente in bilico, a causa dell’attesa relativa alla risposta che tutti si aspettano dall’Iran a Israele. Da Teheran è stato annunciato che sarà una “risposta estremamente complessa”, dichiarazione che comunque non fa che aumentare ansia e timori.

I leader della Repubblica islamica dell’Ira sanno benissimo che il rischio di una escalation incontrollabile può degenerare, e proprio per questo vogliono contenere i danni, definendo “complessa” la risposta proprio per questo motivo: sarebbe troppo facile rispondere a colpi di missili, ma è anche vero che incassare senza reagire non sarà possibile. A tutto si deve aggiungere la pressione dei governi di molti Paesi, che spingono perché si chiuda questa fase di attacchi e contrattacchi.

ree

L’analista Afifieh Abedi, membro del Center for Strategic Research di Teheran, afferma che l'Iran sta valutando "nuove condizioni geopolitiche”, poiché molti Paesi sia mediorientali che occidentali hanno condannato gli attacchi e chiesto uno sforzo internazionale per interrompere la spirale di violenza.

L'Iran ha chiarito che risponderà proporzionalmente a qualsiasi attacco, facendo intendere anche alla possibilità che questa volta si volga alla moderazione.

Teheran ritiene, comunque, di rispondere alle fin troppo evidenti e palesi violazioni della integrità territoriale e della sua sovranità, contro quello che a tutti gli effetti è il regime sionista aggressivo di Israele.

Per più di due mesi l'Iran non ha reagito, continuando a chiedere la fine della guerra a Gaza e la condanna per "le operazioni terroristiche di Israele a Teheran" tramite canali legali e diplomatici e, nonostante le promesse occidentali su un cessate-il-fuoco, la guerra scatenata da Israele si è estesa alla Siria e al Libano, con gli attacchi contro Hezbollah, il martirio di Hassan Nasrallah e di altri leader, e del generale iraniano Abbas Nilforoushan, poi con l’operazione del Mossad sui cercapersone e telefoni cellulari, causando vittime innocenti pur di eliminare i nemici, e passando poi a sistematici bombardamenti che stanno causando giornalmente vittime civili.

A questo punto, il problema principale per Teheran è il fatto che gli Stati Uniti, e non solo, continuano a fornire armi, piani e supporto operativo per gli attacchi del regime sionista, nonostante le dichiarazioni sulla non interferenza nell'aggressione di Israele contro l'Iran e le promesse di sforzi diplomatici per porre fine al conflitto. 

Dal punto di vista dell'Iran, anche se decidesse di esercitare moderazione su richiesta dei vicini e dei partner regionali ed extra-regionali, non c’è garanzia alcuna che si possa impedire ulteriori azioni aggressive di Israele o che vengano punite le azioni di questo regime, che definisce “terroristi” i propri nemici, comportandosi poi nello stesso modo, e permettendosi perfino di insultare le nazioni del mondo riunite nell’Assemblea Generale Onu, etichettando il segretario generale come “persona indesiderata” e mettendo fuorilegge le stesse agenzie delle Nazioni Unite.

(*Direttore responsabile Assadakah News)

留言


bottom of page