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Egitto – Ministro degli Esteri incontra omologo siriano

(Agenzia Nova) - L’Egitto sostiene una soluzione politica alla crisi in Siria, raggiunta dai siriani stessi sotto l’egida delle Nazioni Unite, e in linea con la risoluzione numero 2254 del Consiglio di sicurezza dell’Onu. È quanto affermato oggi dal ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, in occasione dell’incontro con l’omologo siriano, Faisal Miqdad, giunto al Cairo per la sua prima visita nel Paese nordafricano da circa dieci anni. Secondo quanto riferito dal portavoce del ministero degli Esteri egiziano, Ahmed Abu Zaid, in un comunicato stampa, Shoukry ha poi sottolineato il sostegno del suo Paese agli sforzi dell’inviato speciale delle Nazioni Unite in Siria, Geir Pedersen. Durante un incontro bilaterale a porte chiuse, i due ministri hanno discusso delle modalità per rafforzare le relazioni bilaterali tra i propri Paesi e di alcune questioni regionali e internazionali di mutuo interesse. Poi, i titolari della diplomazia hanno poi presieduto consultazioni bilaterali che hanno visto la partecipazione di delegati di entrambi i Paesi. Al centro delle discussioni vi sono state le modalità per aiutare il popolo siriano a ripristinare la propria unità e sovranità sull’intero territorio e ad affrontare le crescenti sfide, inclusi gli effetti del devastante terremoto del 6 febbraio scorso.

Shoukry, riferisce il portavoce, ha posto l’accento sulla necessità di raggiungere il consenso nazionale tra tutti i siriani, di costruire fiducia e di continuare le riunioni del Comitato costituzionale siriano, al fine di favorire una soluzione politica globale alla crisi nel Paese mediorientale. Una soluzione, ha affermato il ministro egiziano, “porrebbe fine all’ingerenza straniera nelle questioni interne della Siria, assicurerebbe il ripristino della piena sicurezza e stabilità del Paese, ne preserverebbe l’integrità territoriale e la sovranità, salvaguarderebbe le capacità del suo popolo, eliminerebbe tutte le forme di terrorismo e consentirebbe il ritorno volontario e sicuro dei rifugiati siriani”. Da parte sua, Miqdad ha espresso l’apprezzamento di Damasco per il ruolo svolto dall’Egitto a sostegno della Siria durante gli anni della crisi, ringraziando Il Cairo per l’assistenza umanitaria fornita anche all’indomani del sisma del febbraio scorso. Il ministro siriano ha affermato che la prossima fase vedrà una maggiore solidarietà con la Siria all’interno del mondo arabo, affinché Damasco possa superare la crisi e svolgere il suo ruolo storico a sostegno delle cause della regione. Miqdad ha passato in rassegna diversi aspetti della crisi siriana, comprese le sfide economiche, umanitarie e di sicurezza che il popolo siriano continua ad affrontare. Entrambi i ministri hanno infine concordato di intensificare i canali di comunicazione tra i propri Paesi nel prossimo periodo, in modo da discutere di questioni di interesse di entrambi i popoli e nazioni.

La visita di Miqdad in Egitto si inserisce anch’essa nel quadro del progressivo riavvicinamento di Paesi arabi a Damasco. Shoukry aveva effettuato una visita ufficiale in Siria lo scorso febbraio, la prima di un funzionario egiziano dal 2011, per trasmettere al presidente siriano, Bashar al Assad, il messaggio di solidarietà dell’omologo egiziano, Abdel Fattah al Sisi, e la sua volontà di continuare a impegnarsi a sostegno dei siriani dopo il violento sisma dello scorso 6 febbraio. Nel messaggio, il presidente egiziano si diceva inoltre “fiero” delle storiche relazioni tra i due Paesi, auspicandone il rafforzamento. Lo stesso Shoukry, durante l’incontro con Assad, aveva definito il rapporto tra Egitto e Siria come “un pilastro fondamentale nella difesa dei Paesi arabi”. Da parte sua, Assad aveva ringraziato Il Cairo per il sostegno mostrato a Damasco dopo il terremoto.

Il terremoto del 6 febbraio ha posto in primo piano la questione dell’invio di aiuti umanitari al governo di Damasco, da oltre dieci anni quasi del tutto isolato a livello internazionale, sia dalla comunità occidentale che dagli stessi Paesi arabi. Vale la pena ricordare che Damasco è stata espulsa dalle riunioni della Lega araba e, eccetto i contatti con gli Emirati, a livello ufficiale è stato un decennio di gelo diplomatico. La normalizzazione dei rapporti tra Damasco e Abu Dhabi, in realtà, è in corso da prima del terremoto. Risale al marzo 2022 la prima visita del presidente siriano negli Emirati, nonchè suo primo viaggio in un Paese arabo dallo scoppio della guerra civile siriana nel 2011. La visita, giunta a soli tre giorni da quello che viene considerato convenzionalmente l’anniversario della sollevazione siriana del 2011, sembrerebbe essere stata un segnale molto chiaro del fatto che vari attori regionali, al pari degli Eau, sono disposti a normalizzare le relazioni con il governo di Damasco dopo l’isolamento decennale dovuto al conflitto nel Paese. A confermare l’ipotesi vi è stata anche, a febbraio scorso, la visita di Assad nel Sultanato dell’Oman.

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