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I° Forum Italo-Libico per la ricostruzione


Assadakah Tripoli – Tra i temi principali discussi dalle parti libiche e italiane, al recente Forum Italo-Libico per la Ricostruzione, svoltosi il 7-8 giugno, si sono affrontate le priorità per il riavvio delle attività economiche e politiche nel Paese nordafricano, nonché la possibilità di sviluppare i collegamenti tra le rispettive reti di telecomunicazioni, lavorando alla posa di nuovi cavi per potenziare quelli esistenti e sfruttando la presenza di una centrale di raccolta in Sicilia, che rappresenta un asse centrale per i collegamenti internet nel Mediterraneo. Le imprese italiane avranno un'ampia quota nella ricostruzione, e saranno riattivati tutti gli accordi siglati con l'Italia in precedenza e bloccati e causa delle circostanze che la Libia ha attraversato negli anni passati, e in Libia il clima è adatto a una ripresa dello sviluppo, della costruzione e dell'attrazione di investimenti esteri diretti e indiretti.

L'Italia è un partner economico molto importante della Libia, e le imprese italiane svolgeranno un ruolo di rilievo nella ricostruzione del Paese nordafricano. Lo ha detto Ahmed al Ahjal, consigliere del ministro di Stato per gli Affari economici del Governo di Unità Nazionale libico, all'emittente "Sky News Arabia", commentando la recente visita a Roma del premier Abdulhamid Dbeiba. "La cooperazione tra Italia e Libia comprenderà diversi settori, incluso il dossier dell'immigrazione irregolare", ha detto Al Ahjal, sottolineando che a Roma si e' discusso del bisogno della Libia di ripristinare "sicurezza e stabilità". In questo momento le condizioni sono favorevoli per gettare le basi di un rafforzamento dell'economia del Paese, ha proseguito il consigliere, facendo riferimento in particolare al settore del petrolio, dove Tripoli intende aumentare il volume della produzione di 3-4 milioni di barili al giorno.

Secondo Ashraf Tulty, co-fondatore e vicepresidente dell'Ilbda, il forum non solo esaminerà idee per potenziali partnership economiche e investimenti esteri, ma punterà anche a "completare le analisi dei cambiamenti finanziari attuali con nuove idee e suggerimenti per intensificare la cooperazione tra i tre Paesi del Mediterraneo". Un'attenzione speciale "sarà data al ruolo che i leader degli affari e la società civile possono giocare nella costruzione della prosperità e della stabilità politica. I sindaci libici forniranno una panoramica delle esigenze dei loro comuni e le possibilità di cooperazione tra il settore pubblico e privato", ha aggiunto il vicepresidente dell'Ilbda.

Da parte libica, c'è un particolare interesse a discutere con le aziende italiane del settore medico e ospedaliero per ricostruire il sistema sanitario libico. Fratini vede anche un grande potenziale per il contributo italiano nelle nuove tecnologie in Libia, in particolare le aziende specializzate in innovazione digitale.

Sono state sollevate domande sul perché il forum si tiene a Tunisi e non a Tripoli, data la crescente stabilità che ha accompagnato il cambio di governo in Libia. Citato dal "Libya Herald", Sandro Fratini ha spiegato che non solo Tunisi rimane la principale via di transito tra Italia e Libia, ma che esiste anche una potenziale sinergia economica e commerciale tra i tre Paesi, basata sul know-how italiano, sulle competenze e sui costi della manodopera tunisina e sulle esigenze e capacità di investimento libiche. "Per il momento, Tunisi rimane un punto di passaggio obbligato in attesa della riapertura dei voli italiani per la Libia. Per ragioni logistiche, nelle circostanze attuali, è più facile organizzare incontri in Tunisia dove né i libici né gli italiani hanno bisogno di visti d'ingresso", ha sottolineato Fratini. La sinergia tra Tunisia e Libia è stata evidenziata la settimana scorsa con il Forum economico tunisino-libico, tenutosi a Tripoli dal 23 al 25 maggio, che ha attirato più di 1.200 partecipanti tunisini.

Le relazioni d'affari, il commercio, la ricostruzione della Libia e i nuovi progetti in questa nazione sono oggi al centro delle relazioni e della cooperazione tra i due Paesi, come testimonia la conferenza di promozione degli affari organizzata dal ministero degli Affari esteri italiano, in occasione della visita a Roma il 31 maggio del Primo ministro Abdulhamid Dabaiba e della sua delegazione di alto livello. La visita e la conferenza di Roma hanno dato ulteriore impulso all'evento Ilbda del 7 giugno. Ma ancora prima, dopo la formazione a marzo del Governo di Unità Nazionale guidato da Dbeiba, sono state fatte due visite a Tripoli del ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, una del primo ministro Mario Draghi e una a Roma del ministro degli Esteri libico Najla al Mangoush. Tutte queste visite sono state l'occasione per chiedere un maggiore coinvolgimento commerciale e industriale italiano nella modernizzazione della Libia.

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