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il Comandante che fece onore all’Italia in Libano

  • 12 ore fa
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Lelio Antonio Deganutti (Assadakah News) -

Oggi l’Italia saluta uno dei suoi figli più valorosi: il Generale Incursore Paracadutista Franco Angioni, che ha compiuto il suo “ultimo lancio”. Figura carismatica e simbolo di dedizione assoluta al servizio del Paese, il Generale Angioni ha lasciato un segno profondo nella storia militare italiana, incarnando lo spirito di sacrificio, disciplina e umanità che contraddistinguono i grandi comandanti.

Fu Comandante del contingente italiano Italcon Libano 2 a Beirut dal 1982 al 1984, in uno dei momenti più difficili e delicati della missione internazionale di pace. La sua guida ferma ma sempre umana, il suo coraggio e la sua capacità di mantenere la calma e l’ordine anche nelle situazioni più critiche, fecero di lui una leggenda vivente tra i paracadutisti e tra gli uomini che ebbero l’onore di servirgli accanto.

Pochi ricordano che Franco Angioni uscì dall’Accademia Militare come Ufficiale dei Bersaglieri, per poi transitare nelle Aviotruppe, dove trovò la sua vera vocazione. Con il basco amaranto e il passo deciso, rappresentò per anni l’immagine stessa del soldato italiano: competente, leale, appassionato e profondamente legato ai suoi uomini.

Nel corso della sua lunga carriera, il Generale Angioni divenne non solo un riferimento militare, ma anche un punto di equilibrio e di dignità morale, un ufficiale capace di unire fermezza e sensibilità, disciplina e comprensione. Il suo nome rimane legato a un periodo in cui l’Italia dimostrò al mondo il valore delle proprie forze armate nelle missioni internazionali di pace.

La sua scomparsa lascia un vuoto profondo tra i commilitoni, i paracadutisti, gli ufficiali e tutti coloro che ne hanno conosciuto l’esempio e la rettitudine.

Oggi il cielo si tinge di amaranto, il colore dei paracadutisti.

Cieli blu, Generale!

Che il tuo ultimo lancio ti porti tra le schiere eterne dei giusti e dei valorosi.

“Chi ha servito con onore non muore mai, ma continua a vivere nel ricordo e nell’esempio.”

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