Iran-Israele – Silenzio dell’Occidente su flop Iron Dome
- 16 giu
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Roberto Roggero* - Le pagine dei media occidentali sono tutte concentrate sull’efficacia degli attacchi israeliani contro la Repubblica Islamica dell’Iran, ma nessun riferimento in merito alla inefficacia delle tanto decantate difese dello stato ebraico, che ha manifestamente fallito con i tanto decantati sistemi antimissile. Così come vige il silenzio sulle perdite che la Israel Defence Force continua a subire nella Striscia di Gaza.
Per la prima volta dalla sua fondazione, nel 1948, Israele appare realmente vulnerabile, e più appare vulnerabile più si alimenta la propaganda della invincibilità.
La realtà mostra un quadro decisamente diverso: il tanto celebrato Iron Dome, è stato messo in crisi dai missili iraniani di nuova generazione, con una serie di impatti devastanti e perdite che sollevano non pochi interrogativi sulla efficacia dello scudo missilistico israeliano.
La maggior parte dei missili partiti dall’Iran, come risposta all’aggressione, hanno penetrato con relativa facilità le difese, colpendo obiettivi sensibili come basi militari e depositi della IDF, determinando soprattutto un sensibile calo nella convinzione della invincibilità, un evidente calo psicologico, che la stampa occidentale si sforza di tenere nascosto.
Un gigante d’argilla
Viene chiamato “Cupola di ferro”, in ebraico Kippat Barzel. E’ il sistema per la difesa aerea messo a punto dal 2011 da Israel Aerospace Industries e Rafael Advanced System, con finanziamenti americani, che avrebbe dovuto garantire la invulnerabilità di Israele, con un raggio garantito di almeno 70 km. Nulla di più lontano dalla realtà.
Kippat Barzel è stato progettato contro “minacce elementari” come missili Grad o razzi Qassam, ovvero vettori privi di guida a distanza e per questo con traiettorie fisse e quindi prevedibili, ma inefficace contro missili ipersonici, da crociera o balistici. A tale scopo, Israele ha aggiornato sistemi come Arrow-II e III e Fionda di David (David’s Sling) per intercettare missili a medio raggio (fino a 300 km), ma anche questi sistemi hanno mostrato non pochi limiti in caso di minacce simultanee multiple, come i vettori provenienti dallo Yemen, che percorrono rotte anche oltre l’atmosfera terrestre.
I resoconti sull’efficacia di questi sistemi, non a caso, sono mantenuti strettamente segreti, ma la realtà non mente: nella recente risposta iraniana, che ha compreso molteplici e differenti ordigni, il sistema difensivo israeliano non ha dato i risultati sperati. Alcuni missili sono stati intercettati grazie anche al decisivo supporto di Stati Uniti, Inghilterra e Francia, ma altri hanno colpito gli obiettivi. E i media occidentali hanno volutamente taciuto tutto questo, insistendo sulla narrazione di Israele come impenetrabile fortezza tecnologica, illusione perfino con il supporto militare e tecnologico americano. La stessa versione edulcorata che alimenta l’illusione dell’Ucraina invincibile contro la Russia sempre più indebolita.
Ma ammettere che Iron Dome non è infallibile significa affermare che constatare che il dominio militare dell’Occidente è in piena crisi. Però la verità punge; guai a dire controbattere anche l’evidenza stessa dei fatti, perché si rischiano accuse di disfattismo che sfociano nell’antisemitismo, pretesto che ormai è fallace quanto la tanto decantata Fionda di David…
(*Direttore responsabile Assadakah News)
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