Iran - Khamenei indica i possibili successori
- Roberto Roggero
- 22 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Assadakah News - Normalmente, la scelta del successore della Guida Suprema è un provvedimento molto delicato, lungo, secondo cerimoniali tradizionali rigidamente osservati, gestito dalla Assemblea dei Grandi Esperti, che per altro propongono una rosa di candidati, oltre a quelli indicati dall’Ayatollah.

Attualmente, però, la situazione non si può certi definire normale, per il fatto che la Guida Suprema Ali Khamenei è il bersaglio numero uno di Israele, e in caso di morte improvvisa la Repubblica Islamica non può restare senza la propria Guida.
L’Iran è in condizioni di assoluta priorità, ed è fondamentale preservare le strutture amministrative dello stato
La successione alla guida della Repubblica Islamica è un avvenimento estremamente delicato, e ufficialmente non ancora affrontato, sebbene Ali Khamenei sia in età avanzata e le discussioni si tengono in sedute assolutamente segrete e a porte chiuse, ma il ruolo della Guida Suprema è basilare nella struttura del governo iraniano, tale da rendere impossibile ignorare la questione in un contesto come quello attuale.

La Repubblica Islamica è costretta a ponderare una successione, nel pieno di un conflitto, per cui l’Ayatollah Ali Khamenei, avrebbe già preparato una sua successione nel caso rimanesse ucciso in un attacco israeliano o americano, come è successo con il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah e con i leader di Hamas, Ismail Haniyeh e Yahya Sinwar. Una notizia giunta da alcuni funzionari iraniani a conoscenza diretta della situazione, rimasti anonimi per motivi di sicurezza.

La Guida Suprema è la massima autorità, superiore anche a quella del presidente della Repubblica, è il comandante in capo di tutte le forze armate, responsabile ultimo del potere religioso, giudiziario, legislativo ed esecutivo, nonché sommo custode della dottrina sciita e perno istituzionale del Paese.
Khamenei, che sarebbe nascosto in una località segreta, avrebbe indicato una ristretta rosa di candidati, evitando accuratamente le comunicazioni elettroniche, e basandosi su un fidato intermediario.
Fra i nomi, non ci sarebbe quello del secondogenito 54enne Mojtaba, teologo ed ex comandante delle forze Basji (forze della resistenza, corpo paramilitare creato dall’Ayatollah Khomeini nel 1979, subordinato alla Guardia dela Rivoluzione Islamica), che molti indicavano come principale erede, dopo la morte del presidente Ibrahim Raisi, ma l’Ayatollah pare abbia voluto evitare favoritismi legati alla parentela.

Alla ribalta, quindi, i nomi sono principalmente tre. Il primo è Ahmad Khatami, imam della preghiera del venerdì nella capitale, componente della stessa Assemblea dei Grandi Esperti, rigido conservatore con notevole autorità ideologica, ma con poco seguito popolare. Il secondo è Alireza Arafi, direttore delle scuole religiose di Qom, molto rispettato a livello accademico con molta influenza sul clero nazionale ma pare senza molto consenso a livello politico. Il terzo è Sadeq Larijani, già capo della magistratura e membro di due organi chiave del regime (il Consiglio dei Guardiani e il Consiglio di Discernimento), proveniente da una delle famiglie più potenti del Paese, ma personalità discussa a causa di tensioni interne.
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