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Iran: Teheran lascia aperta la porta al dialogo

IrIran: Teheran lascia aperta la porta al dialogo

Maddalena Celano (Assadakah News) – Roma/Dubai

In un contesto regionale segnato da nuovi scenari bellici e dalla recrudescenza delle tensioni tra le grandi potenze, la Repubblica Islamica dell’Iran ha ribadito, con determinazione ma senza chiudere i canali diplomatici, la propria posizione in merito al programma nucleare e ai recenti attacchi subiti.

Dopo dodici giorni di intensi scontri con Israele, e a seguito dei devastanti bombardamenti statunitensi sui siti nucleari di Fordo, Isfahan e Natanz — definiti “gravemente danneggiati” dalla stessa portavoce del governo iraniano, Fatemeh Mohajerani — Teheran ha confermato di star valutando attentamente le conseguenze strategiche e infrastrutturali dell’offensiva.

Tuttavia, in una dichiarazione che segna una significativa apertura, sebbene prudente, la Mohajerani ha affermato: “Non è stata annunciata alcuna data per i colloqui con gli Stati Uniti e probabilmente non sarà molto presto, ma non è stata presa alcuna decisione in merito”.

Queste parole, pur nel mezzo di una fase di tensione senza precedenti, indicano che l’Iran non intende sottrarsi al dialogo multilaterale né alle dinamiche della diplomazia internazionale, confermando la volontà di evitare un’escalation irreversibile.


Difesa della sovranità nazionale e diritto all’autodeterminazione tecnologica

Dal punto di vista di Teheran, l’offensiva aerea statunitense non può essere considerata altro che un atto di aggressione volto a minare la capacità della Repubblica Islamica di sviluppare la propria autonomia scientifica e difensiva. Sebbene l’Iran abbia sempre sostenuto il carattere pacifico del suo programma nucleare, Washington e i suoi alleati continuano a insistere su una narrazione fondata sul sospetto e sulla demonizzazione.

Va ricordato che l’Iran è firmatario del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP) e che le sue attività nucleari sono, per dichiarazione dello stesso governo, orientate alla produzione di energia e all’impiego medico e industriale. Nonostante ciò, il Paese è stato sottoposto a decenni di sanzioni, isolamento e minacce di intervento militare.

La violazione del diritto internazionale, rappresentata dai raid aerei contro infrastrutture strategiche civili e scientifiche, evidenzia la duplice morale che troppo spesso domina l’arena geopolitica, dove il principio di autodeterminazione viene rispettato solo quando non contrasta con gli interessi dell’Occidente.


Verso una nuova fase della diplomazia regionale?


L’apertura, seppur cauta, da parte di Teheran potrebbe rappresentare una finestra di opportunità per l’intera regione. La guerra-lampo con Israele ha rivelato quanto fragile sia l’equilibrio medio-orientale, e quanto urgente sia la necessità di una visione multipolare della sicurezza e dello sviluppo.

In tale contesto, l’Iran continua a giocare un ruolo centrale, sia come potenza regionale con forti legami con Paesi come Iraq, Siria e Libano, sia come interlocutore fondamentale per il dialogo Sud-Sud, con crescenti rapporti di cooperazione con Cina, Russia e America Latina.

La dichiarazione della portavoce Mohajerani non va sottovalutata: dietro la fermezza delle parole si intravede un senso di responsabilità politica e di apertura al dialogo, pur in condizioni di asimmetria e aggressione. L’Iran, ancora una volta, cerca di difendere la propria dignità nazionale senza rinunciare alla via diplomatica.

È ora che anche le potenze occidentali abbandonino le logiche punitive e imperialiste per abbracciare una diplomazia autentica, basata sul rispetto reciproco e sul riconoscimento delle legittime aspirazioni dei popoli. In Medio Oriente, più che mai, la pace passa per la giustizia e per la fine delle politiche di doppio standard.



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