Iran–UE: Sabouri denuncia l’approccio aggressivo dell’Europa.
- Maddalena Celano
- 4 lug
- Tempo di lettura: 3 min
“Teheran pronta a un accordo per impedire lo sviluppo della bomba atomica, ma Bruxelles sceglie la guerra economica”

Maddalena Celano (Assadakah News) - Roma, 2 luglio 2025 – In un’intervista concessa all’agenzia “Nova”, l’ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran in Italia, Mohammad Reza Sabouri, ha rilanciato con fermezza la disponibilità di Teheran a firmare un accordo multilaterale che impedisca lo sviluppo di un’arma atomica. “Siamo pronti a un’intesa vincolante e verificabile, ma l’Unione europea ha scelto la via dello scontro, non del dialogo”, ha dichiarato. Un’accusa netta, motivata dalla recente estensione delle sanzioni europee contro compagnie aeree e marittime iraniane, decisa da Bruxelles nel quadro delle misure restrittive imposte alla Repubblica Islamica.


“L’Iran non ha mai voluto una bomba nucleare”: lo confermano fonti autorevoli
Contrariamente alla propaganda veicolata da media occidentali e governi atlantisti, nessuna prova concreta indica che l’Iran abbia mai avviato un programma finalizzato alla costruzione della bomba atomica. Lo afferma anche Mohamed ElBaradei, ex direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) e premio Nobel per la pace:
“Non ho mai visto alcuna prova che indicasse che l’Iran stesse costruendo un’arma nucleare. Mai.”— Mohamed ElBaradei, “The Atlantic”, 2011
Anche Seyed Hossein Mousavian, ex negoziatore nucleare iraniano e oggi docente alla Princeton University, ha dichiarato:
“L’Iran ha già dichiarato che non svilupperà mai armi nucleari sulla base di una fatwa emessa dalla Guida Suprema. Il problema non è tecnico, ma politico: gli USA non vogliono accettare un Iran sovrano.”— S.H. Mousavian, intervista a “Democracy Now!”, 2022
La fatwa citata da Mousavian è un verdetto giuridico-religioso vincolante, emesso nel 2003 dalla Guida Suprema, ayatollah Ali Khamenei, che ha proibito lo sviluppo e l’uso di qualsiasi arma di distruzione di massa come “contraria all’islam e all’umanità”. Questo atto è stato persino notificato alle Nazioni Unite.

Chomsky: “Le sanzioni sono una forma di terrorismo economico”
L’intellettuale americano Noam Chomsky, tra i più lucidi critici della politica estera statunitense, ha da anni condannato le sanzioni contro l’Iran:
“Le sanzioni sono una forma di punizione collettiva. Si tratta di terrorismo economico, imposto non per prevenire minacce reali, ma per piegare un governo che rifiuta la subordinazione all’Occidente.”— N. Chomsky, “Power Systems”, 2013
Il popolo iraniano ne paga il prezzo: secondo uno studio dell’Università di Teheran, le sanzioni americane e europee hanno causato oltre 20.000 morti indirette l’anno, bloccando l’importazione di farmaci essenziali e strumenti medici. Un crimine umanitario taciuto da gran parte della stampa occidentale.

Il doppio standard nucleare dell’Occidente
Un altro punto centrale della critica iraniana è la profonda ipocrisia occidentale in tema di non proliferazione. L’ambasciatore Sabouri ha osservato che Israele, pur avendo centinaia di testate nucleari, non ha mai firmato il Trattato di Non Proliferazione (TNP) e non subisce alcuna pressione internazionale, né da Bruxelles né da Washington.
Anche l’ex ambasciatore britannico in Uzbekistan e whistleblower del Foreign Office, Craig Murray, ha sottolineato questo paradosso:
“Le potenze nucleari occidentali pretendono di impedire all’Iran di fare ciò che esse stesse hanno fatto e continuano a fare. È la logica coloniale di chi detta le regole agli altri senza rispettarle.”— C. Murray, blog personale, 2021
L’Europa tra vassallaggio e miopia geopolitica
Secondo Sabouri, l’Unione europea ha smesso di agire come soggetto geopolitico autonomo e si comporta da vassallo degli Stati Uniti, anche a costo di danneggiare i propri interessi. Le imprese europee avevano trovato nel mercato iraniano un importante sbocco economico dopo il JCPOA del 2015, ma furono costrette a ritirarsi sotto la minaccia delle sanzioni secondarie USA.
In questo senso, anche Federica Mogherini, ex Alto rappresentante per la politica estera dell’UE, dichiarava nel 2019:
“Non è nell’interesse dell’Europa accettare decisioni unilaterali che violano un accordo internazionale come il JCPOA. L’Iran ha rispettato i suoi obblighi.”
Eppure, oggi, l’Europa si accoda ancora a Washington e a Tel Aviv, alimentando la tensione in Medio Oriente.

L’unica via è il rispetto reciproco
Le parole dell’ambasciatore Sabouri rappresentano una proposta concreta e ragionevole: riprendere il dialogo multilaterale, nel quadro del diritto internazionale, senza pregiudizi ideologici e doppi standard.
In un mondo che si avvia verso il multipolarismo, l’Occidente deve scegliere se restare prigioniero delle sue logiche egemoniche o aprirsi al rispetto dei popoli sovrani. E deve farlo in fretta: le opportunità per la pace e la cooperazione non sono infinite.

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