Iran–Italia: alleanza naturale ostacolata dalle sanzioni:
- Maddalena Celano
- 4 lug
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Iran–Italia, alleanza naturale ostacolata dalle sanzioni:Sabouri (Teheran): “Collaborazione economica possibile, ma serve coraggio politico”.
Maddalena Celano (Assadakah News) - Roma, 2 luglio 2025 – “L’Italia era uno dei principali partner commerciali dell’Iran in Europa, con un volume di scambi superiore ai 7 miliardi di euro all’anno, prima che le sanzioni imposte da Washington distruggessero le nostre relazioni economiche.” Con queste parole, l’ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran in Italia, Mohammad Reza Sabouri, ha denunciato il prezzo politico, umano ed economico delle sanzioni occidentali, ricordando al tempo stesso le enormi potenzialità inespresse del rapporto bilaterale tra Roma e Teheran.

Dalla cooperazione strategica al blocco artificiale: la parabola delle relazioni economiche
Per più di vent’anni, Italia e Iran hanno mantenuto rapporti economici profondi e fruttuosi, culminati nel periodo immediatamente successivo all’accordo sul nucleare del 2015 (JCPOA). Grandi aziende italiane – tra cui ENI, Ansaldo, Danieli, Maire Tecnimont, Pessina, Saipem – erano attive in Iran, sviluppando progetti nel settore petrolifero, infrastrutturale e industriale.
Secondo l’ambasciatore Sabouri, “l’Italia ha capacità ingegneristiche, industriali e tecnologiche di altissimo livello, mentre l’Iran possiede enormi risorse energetiche, un grande mercato di consumo e una posizione strategica nella regione.” La complementarità è evidente: l’unico ostacolo è di natura politica e ideologica, non economica.
Un blocco contrario al diritto internazionale e agli interessi italiani
Le sanzioni imposte unilateralmente dagli Stati Uniti, e recepite passivamente da Bruxelles, rappresentano una chiara violazione del diritto internazionale. Non solo ignorano la legalità del Trattato sul nucleare (TNP), ma puniscono imprese terze – anche italiane – per il solo fatto di commerciare con l’Iran. Un atteggiamento che sovverte il principio della sovranità economica e impone, di fatto, una forma di colonialismo finanziario.
Come ricordava Federica Mogherini, ex Alto Rappresentante dell’UE, nel 2019:
“Nessun Paese terzo può arrogarsi il diritto di decidere chi può commerciare con chi. L’Europa deve difendere la propria sovranità economica.”
Eppure, oggi, la stessa Europa – e l’Italia in particolare – continuano a subire il ricatto statunitense, privandosi di un partner economico strategico e rinunciando a miliardi di euro di investimenti, export e occupazione.
Dove si può (ancora) collaborare: settori vitali per entrambi i popoli
Nonostante il quadro restrittivo, esistono ambiti di collaborazione ancora attivi, principalmente legati a beni non soggetti a sanzioni, come attrezzature mediche, prodotti farmaceutici, alimentari, meccanica leggera.
Ma, secondo l’ambasciatore Sabouri, il potenziale va ben oltre:
“Settori come le energie rinnovabili, la produzione di attrezzature industriali, i trasporti e l’industria alimentare potrebbero rappresentare aree di collaborazione comune.”
Questi comparti sono fondamentali non solo per la ripresa economica iraniana, ma anche per le imprese italiane che cercano nuovi mercati emergenti, affidabili e ricchi di capitale umano. L’Iran, con una popolazione giovane, istruita e tecnologicamente avanzata, è un partner naturale per il Made in Italy.

Iran: non una minaccia, ma un ponte tra civiltà
L’Iran è spesso rappresentato come una “minaccia” nei media occidentali, ma la sua storia millenaria, la centralità geografica, la profondità culturale e la vocazione alla sovranità lo rendono invece un alleato strategico per chi voglia costruire ponti con l’Eurasia e il Sud globale.
Secondo l’economista Loretta Napoleoni, esperta di sanzioni internazionali e mercati emergenti:
“L’Iran è una potenza regionale inevitabile. Le sanzioni non lo hanno piegato, ma hanno rafforzato il suo legame con Cina, Russia, India e i Paesi del Golfo. Ignorarlo è miopia geopolitica.”
Riallacciare i legami con coraggio e indipendenza
L’ambasciatore Sabouri lancia un messaggio chiaro all’Italia: “Abbiamo bisogno di una nuova visione, coraggiosa, pragmatica e rispettosa. L’amicizia tra i nostri due popoli può superare le barriere imposte da potenze terze.”
È tempo che Roma riscopra la sua vocazione mediterranea, euroasiatica e indipendente, svincolandosi dal giogo delle sanzioni extraterritoriali. In un mondo multipolare in rapido cambiamento, l’Italia ha tutto da guadagnare a riallacciare il dialogo economico e diplomatico con l’Iran: per la pace, la prosperità e la dignità di entrambi i popoli.

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