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Iraq – Barham Salih: “Soluzioni di pace per un nuovo Medio Oriente”


Assadakah Baghdad - L'Iraq ha ospitato più di un round di colloqui fra Arabia Saudita e Iran, ha dichiarato il presidente iracheno Barham Salih, il quale ha fatto le sue osservazioni durante un'intervista trasmessa in diretta online con il think tank del Beirut Institute. I diplomatici sperano che l'apertura di canali diretti fra Teheran e Riyadh segnerà un allentamento delle tensioni in Medio Oriente dopo anni di ostilità che hanno portato la regione vicino a un conflitto su vasta scala. Baghdad ha ospitato i colloqui fra funzionari dei suoi due vicini il 9 aprile, nell'unico round di colloqui precedentemente segnalato. Alla domanda su quanti round di colloqui sauditi-iraniani in Iraq avesse ospitato, Salih ha risposto: “Più di una volta, ma ciò che conta sono i colloqui in corso. E' importante ed è significativo, e per l'Iraq essere in grado di svolgere quel ruolo di convocazione fra questi attori regionali è decisivo”. Washington e Teheran si sono impegnati in colloqui indiretti a Vienna che hanno cercato di rilanciare il patto internazionale del 2015, limitativo per le ambizioni nucleari dell'Iran in cambio di un sollievo dalle sanzioni. L'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ritirato gli USA l'accordo nel 2018 e imposto dure sanzioni all'Iran e ai suoi alleati regionali, aumentando la tensione, mentre le milizie sostenute dall'Iran hanno attaccato le forze statunitensi in Iraq e altri attacchi hanno colpito installazioni petrolifere e le navi nel Golfo.

L'uccisione del generale Qassem Soleimani in un attacco aereo statunitense a Baghdad nel gennaio 2020 ha portato la regione vicino alla guerra. L'Iran ha risposto con attacchi mirati, ma non ha intrapreso ulteriori azioni. l'Iraq spera in una distensione regionale che consenta al Paese di ricostruirsi, invece di essere usato come arena per il regolamento dei conti per procura, e sta cercando di affrontare i tentativi di restaurazione dello Stato Islamico, islamista sunnita della linea dura che ha conquistato 1/3 dell'Iraq nel 2014 ed è stato poi sconfitto nel 2017 dalle forze statunitensi, dai militari iracheni, dai combattenti curdi e formazioni paramilitari allineati con l'Iran.

"La guerra contro l'Isis e il terrorismo non può essere vinta solo con mezzi militari", ha detto Salih. "Siamo riusciti a liberare la nostra terra con l'aiuto dei nostri amici, ma il terrorismo rimane, ed è un impegno che richiede l'impegno di tutti".

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