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Israele apre il fronte iracheno contro l' Iran

Israele apre il fronte iracheno: attacco a emittente iraniana a Baghdad, Teheran accusa “atto di guerra”


Maddalena Celano (Assadakah News) - Nel pieno dell’escalation militare tra Israele e la Repubblica Islamica dell’Iran, Tel Aviv ha lanciato un attacco mirato contro l’emittente televisiva iraniana Al-Ahd TV, situata nella capitale irachena Baghdad. Il raid aereo — condotto da droni di fabbricazione israeliana — ha causato almeno 8 vittime tra giornalisti e tecnici, e una dozzina di feriti, distruggendo completamente la sede dell’emittente nota per la sua linea editoriale filo-resistenza.

Si tratta di un salto strategico nelle operazioni israeliane: non più limitate a obiettivi militari in Siria o a operazioni clandestine in Iran, ma apertamente rivolte contro presenze iraniane in territorio terzo, nello specifico l’Iraq, considerato oggi l’anello “più sfruttabile” della catena geopolitica dell’asse della resistenza.


Colpire l’Iran passando per l’Iraq


L’emittente Al-Ahd, legata ai movimenti di Hashd al-Shaabi e finanziata direttamente da Teheran, rappresentava un nodo importante della macchina informativa dell’asse della resistenza, diffondendo notizie, comunicati e analisi critiche verso Israele, Stati Uniti e i governi arabi normalizzatori.

Con l’attacco a Baghdad, Netanyahu invia un messaggio chiaro: non esiterà a trasformare l’Iraq in un nuovo teatro di guerra a bassa intensità per colpire l’Iran laddove ritiene più conveniente — in un Paese ancora segnato da instabilità politica, divisioni settarie e fragilità istituzionali.

L’Iraq, così, si ritrova al centro di una strategia israeliana di logoramento “per procura”: colpire obiettivi iraniani, provocare tensioni interne, esasperare il conflitto tra le forze filo-occidentali e i gruppi vicini all’Iran, nel tentativo di spezzare la coesione nazionale e indebolire la rete di alleanze di Teheran.


Teheran accusa: “Un atto di guerra contro la nostra sovranità informativa”

 L’Ambasciatore della Repubblica Islamica in Italia, Mohammad Reza Sabouri
 L’Ambasciatore della Repubblica Islamica in Italia, Mohammad Reza Sabouri

Durissima la reazione iraniana. L’Ambasciatore della Repubblica Islamica in Italia, Mohammad Reza Sabouri, ha rilasciato una dichiarazione netta in conferenza stampa a Roma:

“Questo attacco non è solo un crimine contro la libertà di stampa: è un atto di guerra, deliberato e codardo, compiuto da Israele contro un canale iraniano, su suolo arabo. Dimostra il panico e la debolezza di un regime che, fallito nel colpire il nostro Paese, cerca ora scorciatoie vili per piegare la volontà della resistenza.”

Sabouri ha anche denunciato la complicità del silenzio occidentale:

“Colpire giornalisti iraniani in Iraq, senza alcuna condanna dalle capitali europee, è una conferma: la libertà di stampa è un valore a geometria variabile, applicabile solo quando fa comodo a Washington e Tel Aviv.”
L' attacco mirato contro l’emittente televisiva iraniana Al-Ahd TV, situata nella capitale irachena Baghdad.

La “porta orientale” si apre sotto i droni


Il contesto strategico è chiaro: con la Siria neutralizzata da accordi russo-turco-arabi, e l’Iran capace di assorbire colpi senza cedere, l’Iraq rappresenta per Israele un “fronte ausiliario”, da incendiare con attacchi selettivi, sabotaggi e provocazioni interne.

Netanyahu, in crisi politica e sotto pressione internazionale, sembra scommettere su un’escalation gestibile: colpire senza sfociare in guerra aperta, logorare senza dover occupare, alimentare fratture interne in nome di slogan come “lotta all’ingerenza iraniana” — slogan dietro cui si cela un chiaro disegno di disintegrazione dell’asse della resistenza.


La resistenza risponderà?


Secondo fonti vicine al movimento Ansar Allah e alle Brigate Hezbollah irachene, la reazione non tarderà. Già nelle ultime ore, missive non ufficiali sono state inviate agli alleati in Libano e in Yemen per coordinare una risposta “asimmetrica e multilivello”, con attacchi contro interessi israeliani nell’area del Golfo o nelle acque del Mar Rosso.

L’Iran, dal canto suo, sembra intenzionato a non lasciar passare sotto silenzio l’attacco, considerandolo un precedente estremamente pericoloso. Le Guardie della Rivoluzione hanno definito l’attacco “la prova definitiva che l’Iraq è il nuovo obiettivo della guerra d’intelligence e disinformazione lanciata da Israele”.


Conclusione: L’Iraq tra due fuochi


L’Iraq non è più solo una vittima collaterale della crisi mediorientale. È ormai il nuovo campo di battaglia del confronto tra l’Iran e Israele. Ma se Tel Aviv crede di poter incendiare Baghdad come ha fatto con Damasco, potrebbe ritrovarsi di fronte a una realtà più complessa e meno prevedibile: un Iraq che, malgrado le ferite, ha imparato a difendere la propria sovranità — e non è disposto a piegarsi senza reagire.



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