Assadakah Beirut - Non si ferma l’ondata di dissenso e protesta degli israeliani, dopo che i soldati hanno recuperato in un tunnel a Rafah, nel sud di Gaza, i corpi di sei giovani ostaggi uccisi da Hamas meno di 48 ore prima che fossero individuati. L'Hostages and Missing Families Forum, che riunisce buona parte dei familiari dei rapiti nel raid del 7 ottobre, ha accusato il premier e il suo governo di essere responsabili della morte degli ostaggi, sopravvissuti quasi undici mesi in prigionia. "Ufficialmente abbandonati a morire" nelle mani di Hamas a Gaza: questo il messaggio postato sui social dal forum che ha esortato gli israeliani a scendere in piazza. "L'abbandono li ha uccisi, l'indifferenza ucciderà quelli che restano".
Manifestazioni sono state indette nel Paese per fare pressioni a favore del raggiungimento di un accordo immediato con Hamas che riporti a casa i rapiti ancora vivi nelle mani del gruppo militante palestinese e permetta di dare sepoltura a quelli uccisi. Migliaia di persone si sono riunite fuori dalla Knesset, a Gerusalemme, mentre era in corso una riunione di emergenza del gabinetto di sicurezza, e una protesta è stata organizzata nello stesso luogo per domani.
"Membri del governo, scoprirete nel modo più duro cosa è importante per questa nazione. Non avrete un momento di quiete", ha assicurato un organizzatore. Decine di persone hanno bloccato l'arteria di Tel Aviv, incendiando copertoni, a migliaia si sono presentati al cimitero di Ashkelon per partecipare al funerale del 33enne Alex Lobanov, uno dei sei ostaggi uccisi, mentre alla veglia a Tel Aviv è arrivato anche l'ambasciatore americano, Jack Lew.
Per domani è stato lanciato un appello allo sciopero generale, accolto dall'Histadrut, il potente sindacato dei lavoratori. "Da domani alle 6 del mattino l'intero settore del lavoro sciopererà. Un accordo è più importante di qualsiasi altra cosa", ha avvertito il capo del sindacato, Arnon Bar-David, sostenendo di aver parlato con molti membri dell'apparato di sicurezza e di ritenere che l'accordo sia bloccato "a causa di considerazioni politiche". "Stiamo ricevendo sacchi per cadaveri invece di un accordo", ha aggiunto, "sono arrivato alla conclusione che solo il nostro intervento possa convincere coloro che devono essere convinti".
Tra quanti avevano già annunciato l'adesione all'iniziativa di domani c’è il sindaco di Tel Aviv, Ron Huldai. A favore dello sciopero generale per "fermare il Paese" anche il leader dell'opposizione Yair Lapid, che in un video ha esortato la popolazione ad aderire alle proteste, a cominciare dalla veglia serale a Tel Aviv presso la sede del Forum, seguita da una manifestazione. "Erano vivi. Netanyahu e il suo gabinetto della morte hanno scelto di non salvare gli ostaggi. Chiedo al sindacato Histadrut, alle grandi aziende e alle autorità locali di fermare l'economia", ha affermato il leader di Yesh Atid, sottolineando che "non si può andare avanti così". Si tratta di una decisione molto forte, mai presa dal massacro del 7 ottobre e l'inizio della guerra a Gaza. L'ultima volta che era stato indetto uno sciopero generale dall'Histadrut era stato a fine marzo 2023, dopo che Netanyahu aveva annunciato il licenziamento del ministro della Difesa Yoav Gallant per aver chiesto pubblicamente lo stop della controversa riforma della giustizia che aveva scatenato proteste di massa.
Di fronte alla dura reazione popolare, il capo del governo era stato costretto a metà aprile a rivedere la sua decisione su Gallant. Proprio con quest'ultimo giovedì sera Netanyahu ha avuto nuovamente un durissimo scontro in merito al destino degli ostaggi. Il premier si è impuntato sulla necessità di mantenere le truppe israeliane nel corridoio Filadelfia, al confine tra Gaza ed Egitto - uno dei nodi principali che blocca i negoziati per un accordo con Hamas - e ha riconosciuto di preferire questo alla sorte dei rapiti. Una decisione che secondo il ministro della Difesa mina i colloqui in corso, di fatto impedendo un'intesa per riportare a casa gli ostaggi, abbandonandoli al loro destino.
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