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Lega Araba - Risolvere la crisi in Sudan per la riappacificazione del mondo arabo

Assadakah News Agency - Le notizie provenienti dal Sudan parlano di oltre 400 morti e più di 3500 feriti, e del pericolo di una escalation verso una nuova guerra civile, e per questo l’impegno della Lega Araba è ogni giorno più arduo, nel panorama della politica e della diplomazia fra vari Paesi arabi, che stanno operando per la riappacificazione.

Nell’attuale panorama geopolitico, il Sudan costituisce quella eccezione che non ci voleva, dopo che anche i conflitti in Siria, nello Yemen e in diverse altre parti si stanno avviando fortunatamente alla fine e i Paesi arabi stanno riaprendo numerose relazioni diplomatiche dopo un periodo di crisi durato oltre vent’anni. L’atmosfera è quindi comunque positiva, per questo la crisi in Sudan è una priorità assoluta nel panorama regionale.

Un riavvicinamento i cui motivi non sono ancora stati resi noti dai media occidentali, per ovvie ragioni, perché hanno a che fare con la perdita del peso politico della Fratellanza Musulmana, organizzazione diventata sostanzialmente inutile dopo numerosi fallimenti, nata per volere di alcuni governi occidentali, e da loro lautamente finanziata. Almeno fino ad oggi.

Il riavvicinamento, in verità, è iniziato con la riammissione del Qatar all’interno del Consiglio di Cooperazione del Golfo dopo tre anni di sospensione, e per la astuta mediazione della Cina nei negoziati fra Riyadh e Teheran.

L’Arabia Saudita si riavvicina anche alla Siria, dopo oltre un decennio di rivalità, e riallaccia le relazioni anche con Hamas, dopo anni di contrasti che sembravano insanabili, e paradossalmente anche la Turchia oggi celebra la ripresa delle relazioni con il Regno Saudita. Una tornata sorprendente, soprattutto dopo il vero e proprio sconvolgimento causato dalla Primavera Araba, tentativo poco felice sostenuto da alcuni governi occidentali nel tentativo di risollevare le sorti della Fratellanza Musulmana soprattutto nei Paesi arabi più importanti.

Ovunque, non solo in Egitto, ma soprattutto in Tunisia, Marocco, Sudan e Algeria, i governi sostenuti dalla Fratellanza Musulmana si sono dimostrarti totalmente inefficaci e corrotti. Non solo, il loro fiancheggiamento dei movimenti jihadisti ha favorito un’ondata di attentati terroristi che ha coinvolto Francia, Germania, e altri Paesi europei.

Da non trascurare il fatto che un Medio Oriente pacificato potrà maggiormente favorire lo sviluppo di una economia sempre meno basata sul petrolio, e le iniziative del principe ereditario saudita ne sono una conferma, soprattutto con il piano Vision 2030.

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