Libano - Visita ufficiale del presidente palestinese
- Roberto Roggero
- 6 giu
- Tempo di lettura: 4 min
Issam Halabi - Negli ultimi giorni, l'arena libanese ha assistito a un'importante svolta politica, rappresentata dalla visita del presidente palestinese Mahmoud Abbas, e dal suo incontro con il presidente libanese Joseph Aoun, il primo ministro e presidente del Parlamento Nawaf Salam, e il presidente della Camera Nabih Berri, oltre a numerosi leader politici e della sicurezza nazionale.
La visita si è svolta nell'ambito del rafforzamento del coordinamento bilaterale tra le leadership palestinese e libanese, alla luce degli sviluppi regionali, in particolare a causa dell'aggressione israeliana in corso a Gaza e in Cisgiordania, e dell'aggressione che ha colpito villaggi e città del Libano meridionale, raggiungendo molte regioni libanesi in tutta la geografia del fraterno Libano, compresa la capitale Beirut.

Visione condivisa e impegno per sovranità e stabilità
L'incontro fra i presidenti Mahmoud Abbas e Joseph Aoun ha affrontato diverse questioni di interesse comune, in particolare l'enfasi sulla necessità del ritiro delle forze di occupazione israeliane da tutti i territori libanesi occupati e sul rispetto della sovranità libanese. La dichiarazione rilasciata al termine dell'incontro includeva anche l'affermazione di una visione condivisa palestinese-libanese per la regolamentazione della presenza palestinese in Libano nel rispetto della sovranità libanesi e per la tutela della dignità e dei diritti umani dei rifugiati palestinesi.
Secondo Azzam al-Ahmad, segretario del Comitato Esecutivo dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina, nell'incontro si sono anche discusse le modalità con cui il Libano può sostenere politicamente e diplomaticamente la posizione palestinese, nell'ambito della conferenza internazionale che si terrà sotto l'egida delle Nazioni Unite e co-organizzata da Francia e Arabia Saudita, che mira ad attuare le risoluzioni relative alla questione palestinese, basate sulla soluzione dei due Stati, compresa anche la regolamentazione delle armi al governo legittimo all'interno dei campi, che non significa disarmo.

In un'intervista esclusiva a Fatah TV, Azzam al-Ahmad ha parlato della portata della visita del presidente Abbas, spiegando che è avvenuta in risposta a un invito del Presidente Joseph Aoun durante il loro precedente incontro al Cairo.
Al-Ahmad ha osservato che la visita è stata accompagnata da ampi incontri che hanno coinvolto fazioni dell'OLP, Comitato Centrale di Monitoraggio dei Comitati Popolari, Comitati Popolari delle regioni e leadership del Movimento Fatah (Regione Libano), alla presenza dell'ambasciatore palestinese Ashraf Dabbour e del segretario dell'OLP e del Movimento Fatah, Fathi Abu al-Ardat. Al-Ahmad ha discusso in dettaglio la situazione della sicurezza nei campi palestinesi in Libano, sottolineando che non si sta discutendo del disarmo, ma piuttosto della sua organizzazione, del suo confinamento e del suo controllo in coordinamento con lo Stato libanese. Ha sottolineato che "la questione è spinosa e complessa e richiede esperti tecnici e di sicurezza". Ha annunciato che una delegazione palestinese da lui guidata tornerà in Libano dopo l'Eid al-Adha, comprendente esperti militari e di sicurezza, per discutere i meccanismi pratici per il controllo della situazione della sicurezza e per discutere di tutte le questioni comuni e della situazione dei campi in generale. Ha sottolineato che la Sicurezza Nazionale Palestinese e la Forza di Sicurezza Congiunta Palestinese, che comprende tutte le forze e le fazioni e la cui componente principale sono le Forze di Sicurezza Nazionali Palestinesi, hanno svolto un ruolo fondamentale nel mantenimento della sicurezza all'interno dei campi, garantendo la sicurezza del campo e dei suoi vicini libanesi, in pieno coordinamento con le autorità di sicurezza libanesi competenti, nel rispetto della legge libanese.

Rifugiati palestinesi in Libano: diritti e dignità
Durante la visita, la delegazione palestinese ha anche discusso della situazione dei rifugiati palestinesi in Libano e della necessità di migliorare le loro condizioni di vita garantendo loro assistenza umanitaria e il diritto al lavoro e alla proprietà. Queste questioni richiedono un intervento legislativo da parte del Parlamento libanese.
Al-Ahmad ha inoltre sottolineato l'importanza di preservare l'UNRWA alla luce delle minacce esistenziali che deve affrontare, dato il suo diretto legame con il diritto al ritorno e la Risoluzione ONU 194.
Nello stesso contesto, Azzam Al-Ahmad ha espresso la sua sorpresa per il clamore mediatico e le voci diffuse sotto forma di "fughe di notizie" o "fonti". Ritiene che queste voci, nella migliore delle ipotesi, non servano gli interessi dei popoli libanese e palestinese, ma piuttosto portino a tensioni interne palestinesi e alla rottura delle fraterne relazioni palestinese-libanesi, caratterizzate da decenni da uno spirito di responsabilità, solidarietà e partenariato.
Dal punto di vista di media liberi e responsabili, caratterizzati da accuratezza, obiettività e impegno a presentare la verità senza pregiudizi, e nella mia veste di giornalista, autore di questo articolo e appassionato di politica e sicurezza, mi permetto di affermare che queste campagne mediatiche danneggiano il processo di coordinamento congiunto, il clima fraterno e le positive relazioni palestinese-libanese. Esse inoltre esacerbano le tensioni all'interno dell'ambiente e delle relazioni interne palestinese-palestinese, minando e mettendo a dura prova le relazioni libanesi-palestinesi. Sono incoerenti con il clima positivo che ha prevalso per anni nelle relazioni libanesi-palestinesi, sempre caratterizzato dal sostegno del Libano alla causa palestinese e ai diritti nazionali del popolo palestinese.
La visita del presidente Mahmoud Abbas in Libano rappresenta un passo avanti nel percorso di cooperazione libanese-palestinese, dove le questioni politiche, di sicurezza e di sostentamento sono state discusse con un elevato spirito di responsabilità e di reciproca preoccupazione. Sebbene le sfide siano crescenti, la comprensione e il coordinamento rappresentano la strada migliore per mantenere la sicurezza dei campi, proteggere i diritti dei rifugiati e rafforzare il sostegno regionale e internazionale alla causa palestinese.
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