Libia - Il Dna antico e la storia dei pastori del Sahara Verde
- Patrizia Boi
- 6 mag
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Patrizia Boi (Assadakah News) - Una ricerca internazionale getta nuova luce su un popolo isolato e scomparso che prosperò in un Sahara un tempo fertile, rivelando inedite dinamiche migratorie e adattamenti culturali.
Quando l'immensa distesa sabbiosa del Sahara era un mosaico di praterie verdeggianti, punteggiato da laghi scintillanti e attraversato da fiumi serpeggianti – un periodo noto come "Sahara Verde" che si estese approssimativamente tra 14.500 e 5.000 anni fa – una popolazione unica di pastori prosperava in questo ambiente inimmaginabile per gli occhi contemporanei.
Una recente e rivoluzionaria ricerca, condotta da un team internazionale guidato da esperti della Missione archeologica nel Sahara dell'Università La Sapienza di Roma e dell'Istituto Max Planck di antropologia evolutiva di Lipsia, ha finalmente svelato i segreti genetici di questi antichi abitanti, riscrivendo aspetti cruciali della preistoria nordafricana.
Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature, si basa sull'analisi dei primi genomi antichi sequenziati provenienti dal "Sahara Verde". Il materiale genetico è stato estratto da due individui eccezionalmente ben conservati, mummificatisi naturalmente circa 7.000 anni fa. Questi preziosi reperti umani sono stati scoperti nel riparo sotto roccia di Takarkori, situato nel sud-ovest della Libia, grazie al lavoro congiunto degli archeologi della Sapienza e del Dipartimento di antichità di Tripoli.

L'analisi del DNA antico ha rivelato una scoperta sorprendente: questi individui appartenevano a un lignaggio genetico nordafricano distintivo, rimasto a lungo isolato e ora completamente estinto. La loro origine si fa risalire a un gruppo nordafricano che si separò dalle popolazioni dell'Africa sub-sahariana in un periodo cruciale per la storia umana, all'incirca 50.000 anni fa, contestualmente alla dispersione dei lignaggi umani moderni fuori dal continente africano.
Questo gruppo, composto prevalentemente da comunità dedite alla pastorizia di bovini – attività che, come evidenziato da precedenti scoperte a Takarkori, rappresentano alcune delle prime testimonianze di allevamento in Africa – mantenne un notevole isolamento genetico per millenni. La ricerca ha evidenziato una profonda continuità genetica nel Nord Africa a partire dalla fine dell'ultima era glaciale, suggerendo una stabilità demografica in questa regione durante un periodo di significativi cambiamenti climatici e culturali.

Un aspetto particolarmente intrigante emerso dallo studio riguarda la diffusione dell'allevamento nel "Sahara Verde". La presenza di una minima componente genetica di origine non africana suggerisce che l'introduzione e la diffusione del bestiame avvennero principalmente attraverso lo scambio culturale e la trasmissione di conoscenze, piuttosto che tramite grandi ondate migratorie di popolazioni provenienti da altre regioni.
Questa ipotesi, da tempo avanzata dagli archeologi della Sapienza sulla base delle evidenze materiali, trova ora un solido supporto nell'analisi genetica. L'assenza di significative tracce genetiche sub-sahariane nei genomi analizzati indica inoltre che, durante il periodo del "Sahara Verde", la regione di Takarkori e, potenzialmente, aree limitrofe, fungevano più da centro di interazione e scambio culturale locale che da corridoio migratorio su vasta scala tra il Nord e il Sud del continente.

Un ulteriore capitolo affascinante della ricerca riguarda l'eredità genetica neandertaliana. Gli individui di Takarkori possedevano una quantità di DNA neandertaliano che si colloca in una posizione intermedia: inferiore rispetto agli esseri umani che si sono diffusi fuori dall'Africa, ma superiore a quella riscontrabile nelle popolazioni africane sub-sahariane contemporanee.
Questa scoperta, come sottolinea Johannes Krause, direttore dell'Istituto Max Planck di antropologia evolutiva, suggerisce che, nonostante il loro relativo isolamento, le antiche popolazioni nordafricane ricevettero tracce di DNA neandertaliano attraverso un limitato flusso genico proveniente da fuori del continente africano, probabilmente in epoche precedenti.
Savino di Lernia, direttore della Missione Archeologica nel Sahara della Sapienza, esprime la sua meraviglia per le continue scoperte provenienti dal sito di Takarkori, scavato dalla sua missione tra il 2003 e il 2006.
«È straordinario come il sito di Takarkori in Libia continui a regalare incredibili scoperte archeologiche: qui abbiamo le più antiche tracce di lavorazione del latte in Africa, oltre 7.000 anni fa, oggetto di una ricerca pubblicata sempre su Nature qualche anno fa, e le più antiche testimonianze di allevamento del continente africano, circa 8.000 anni fa. Questa nuova scoperta genetica aggiunge un tassello fondamentale alla nostra comprensione della storia umana in questa regione cruciale».
Implicazioni e Prospettive Future

Questa ricerca pionieristica non solo illumina il passato genetico di un popolo finora avvolto nel mistero, ma offre anche preziose informazioni sulle dinamiche demografiche e culturali che hanno caratterizzato il Nord Africa durante un periodo di profonde trasformazioni ambientali. La scoperta di questo lignaggio genetico isolato ed estinto sottolinea la complessità della storia umana e la necessità di ulteriori ricerche per comprendere appieno le interazioni tra le diverse popolazioni e il loro adattamento ai cambiamenti climatici che hanno plasmato il nostro mondo.
Lo studio apre nuove prospettive per la ricerca archeogenetica in Africa, un continente la cui storia preistorica è ancora in gran parte da scoprire a livello molecolare. Ulteriori analisi di DNA antico provenienti da altri siti del "Sahara Verde" e di regioni limitrofe potranno fornire un quadro ancora più dettagliato delle migrazioni, degli scambi culturali e dell'evoluzione genetica delle popolazioni che hanno abitato questa affascinante e dinamica regione del nostro pianeta.
Fonti:
Studio Originale: Skoglund, P., et al. (2025). Ancient DNA reveals the first pastoralists of the Green Sahara. Nature
Foto Ufficiali:
Le foto ufficiali dello studio, inclusi i reperti di Takarkori e potenzialmente ricostruzioni artistiche del paesaggio del "Sahara Verde", sono disponibili sui siti web dell'Università La Sapienza di Roma (https://www.uniroma1.it/), dell'Istituto Max Planck di antropologia evolutiva (https://www.eva.mpg.de/) e sulla pagina della pubblicazione su Nature.
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