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Libia – Italia fra Egitto e Turchia per accordo internazionale

(Agenzia Nova) - La Turchia ha mantenuto finora contatti con entrambi i governi della Libia, pur senza riconoscere ufficialmente l'esecutivo Bashagha, personalita' con cui Ankara ha un rapporto antico risalente a quando quest'ultimo era ministro dell'Interno. Tuttavia, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha ribadito a piu' riprese che non consentira' un ritorno del generale Haftar, da lui piu' volte definito un "golpista", a Tripoli. Inoltre, il Paese membro della Nato ha una forte influenza tra i gruppi armati della Tripolitania che finora hanno impedito un golpe contro Dabaiba.

Da parte sua, l'Egitto ha accolto con favore la nomina di Bashagha a nuovo premier incaricato della Libia, sottolineando che la Camera dei rappresentanti libica, eletta nel 2014, "e' l'organo legislativo eletto, riflette il popolo libico ed e' incaricato di emanare leggi, conferendo legittimita' all'autorita' esecutiva". Recentemente, il Paese delle piramidi ha ospitato i colloqui tra la Camera dell'est e l'Alto consiglio di Stato, il "Senato" con sede a Tripoli, per trovare un accordo sulla base costituzionale per le elezioni. L'incontro patrocinato dalle Nazioni Unite e' terminato con alcuni avanzamenti graduali, considerati pero' troppo lenti per risolvere la grave crisi dei due governi in corso in Libia. "La stabilizzazione della Libia e' una questione di interesse nazionale per l'Italia. Stiamo cercando di organizzare un incontro per mettere d'accordo Egitto e Turchia", ha spiegato la fonte a "Nova". "I rapporti dell'Italia con la Turchia sono migliori adesso rispetto a due mesi fa. La reale sfida adesso e' il rapporto tra Ankara e il Cairo", ha aggiunto il diplomatico. Non a caso, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha incontrato il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, a margine del Vertice Nato di Bruxelles lo scorso 24 marzo per parlare degli sviluppi della crisi in Ucraina ma anche della situazione nel Mediterraneo, con particolare attenzione alla Libia. Non solo la guerra in Ucraina, quindi, ma anche la crisi in Libia saranno al centro del vertice intergovernativo Italia-Turchia previsto a inizio luglio ad Ankara.

L'Italia sta lavorando dietro le quinte a un accordo internazionale per trovare una soluzione alla crisi in Libia. L'idea e' quella di convocare un tavolo tecnico con i tre membri occidentali del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con diritto di veto, ovvero Francia, Regno Unito e Stati Uniti, insieme a Italia e Germania, le due nazioni europee piu' impegnate nel dossier libico, piu' Turchia ed Egitto, i due Paesi chiave capofila dei fronti contrapposti in Libia: da una parte il Governo di unita' nazionale (Gun) del premier "ad interim" Abdulhamid Dababia con sede a Tripoli, appoggiato in primo luogo da Ankara; dall'altra il Governo di stabilita' (Gsn) di Fathi Bashagha, il primo ministro designato dalla Camera dei rappresentanti di Tobruk (est), sostenuto dall'Egitto.

"Agenzia Nova" ha appreso da fonti diplomatiche che l'incontro si terra' al livello di funzionari prima del 22 giugno, una data non casuale perche' segnera' la fine della road map del Foro di dialogo politico libico (Lpdf) su cui poggia il mandato di Dabaiba: una scadenza importante che potrebbe fare da spartiacque. L'azione diplomatica dell'Italia coinvolge anche l'Egitto. "Stiamo portando avanti una cooperazione multilaterale nel Mediterraneo orientale. Vogliamo che il gas sia utilizzato come asset, non come arma", ha aggiunto la fonte diplomatica. Lo scorso aprile, Eni e la compagnia egiziana Egas hanno firmato un accordo per l'importazione in Italia di tre miliardi di metri cubi di gas snaturale liquefatto. Diversamente rispetto ad Algeria, Qatar o Kazakhstan, l'intesa al Cairo non e' stata firmata alla presenza di esponenti del governo italiano per

evitare polemiche relative al caso di Giulio Regeni, il ricercatore italiano rapito e barbaramente ucciso al Cairo nel 2016. Ma i contatti con l'Egitto proseguono e il presidente della Repubblica, Abdel Fattah al Sisi, ha scelto il suo portavoce e braccio destro, Bassam Radi, come prossimo ambasciatore in Italia.

L'incontro tecnico sulla Libia dovrebbe tenersi in una citta' araba "neutrale" entro le prossime tre settimane. "Non e' solo uno sforzo italiano. Il P3+2 (Francia, Regno Unito, Stati Uniti piu' Italia e Germania) e' una struttura consolidata che deve aprirsi sempre di piu' a Turchia ed Egitto, i due Paesi che oggi hanno una posizione prioritaria a ovest e ad est", ha detto un'altra fonte diplomatica interpellata da "Nova".

L'esecutivo del premier uscente controlla la capitale Tripoli e diverse zone della Tripolitania, la regione piu' popolosa del Paese. Il Gsn sostenuto dal Parlamento dell'est e dal generale libico Khalifa Haftar controlla i pozzi petroliferi situati in Cirenaica e nel Fezzan, oltre agli edifici governativi di Bengasi (est), Sirte (centro-nord) e Sebha (sud-ovest).

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