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Mahmoud Abbas - “L’Italia riconosca la Palestina”

  • 22 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Assadakah News/Agenzia Nova - Dopo l'attuazione della prima fase del piano di pace per Gaza proposto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, "chiederò anche al governo italiano di riconoscere lo Stato di Palestina". Lo ha affermato il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP) Mahmoud Abbas, noto anche come Abu Mazen, in un'intervista al "Corriere della Sera". "Abbiamo accolto con favore l'annuncio del presidente statunitense di un cessate il fuoco a Gaza e l'avvio della prima fase, che comprende la liberazione di ostaggi e prigionieri, l'ingresso di aiuti umanitari gestiti dalle Nazioni Unite e il ritiro delle forze occupanti nelle linee concordate", ha detto Abbas, rimarcando di essere grato "anche al lavoro dei mediatori e dell'amministrazione Trump". Abbas ha quindi commentato i video delle esecuzioni in piazza di Hamas a Gaza: "Condanniamo con fermezza le esecuzioni sommarie compiute da Hamas contro decine di cittadini, commesse al di fuori di ogni quadro legale e senza alcun processo equo.

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Hamas è responsabile di queste esecuzioni orrende e inaccettabili, che costituiscono una violazione dei diritti umani e un grave attentato allo Stato di diritto. Sono azioni - osserva il leader palestinese - che danneggiano gli interessi del nostro popolo e mirano a perpetuare il controllo di Hamas su Gaza, offrendo pretesti all'occupazione e ostacolando la ricostruzione. Ostacolano anche l'unificazione delle istituzioni statali sotto un'unica autorità legittima, un'unica legge e un'unica forza di sicurezza". "C'e' una richiesta internazionale di disarmo - osserva inoltre - che Hamas ha approvato. Non dovranno avere alcun ruolo nel governo di Gaza: le armi vanno consegnate. Hamas ha ancora la possibilità di trasformarsi in un partito politico, se adotterà i principi dell'Olp - che riconosce Israele - rispetterà i suoi impegni internazionali e sosterrà la soluzione dei due Stati".

L'Autorità palestinese, spiega il presidente, "sta lavorando alla costruzione di uno Stato moderno, democratico e non militarizzato, sull'organizzazione di elezioni presidenziali e parlamentari entro un anno dalla fine della guerra, e sulla preparazione di una costituzione provvisoria che sarà annunciata nei prossimi mesi. Lavoriamo anche a due norme sulla legge elettorale e sui partiti". Tra le prime riforme attuate c'è l'abolizione dei pagamenti alle famiglie dei martiri': "Abbiamo già istituito un sistema di protezione sociale pronto per la revisione internazionale. Stiamo cambiando i nostri curricula educativi in conformità

con gli standard dell'Unesco, e portiamo avanti riforme promesse all'Ue, alla Banca Mondiale e molto altro".

Quanto alla soluzione dei due Stati, "resta l'unica opzione per garantire pace, sicurezza e stabilità nell'intera regione. Assicura al popolo palestinese il diritto alla libertà, all'indipendenza e alla creazione del proprio Stato sovrano entro i confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale, vivendo fianco a fianco con Israele in pace, sicurezza e buone relazioni di vicinato. Lo Stato di Palestina e' già membro a pieno titolo di oltre cento organizzazioni e trattati internazionali, ed e' oggi riconosciuto da più di 159 Paesi. Il riconoscimento non e' un gesto simbolico, ma un riconoscimento politico e giuridico del diritto del popolo palestinese alla propria statualità. E' un passaggio fondamentale - conclude Abbas- per una pace giusta e duratura e spiana la strada alla piena attuazione della soluzione dei due Stati. Insieme al lavoro di Trump e dei mediatori, questi ultimi riconoscimenti sono passi importanti per porre fine alle sofferenze di Gaza".

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