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Mona Abu Amara e il ruolo silenzioso della Palestina in Italia

  • 7 ore fa
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La diplomazia che ha inquietato l’occupazione: Mona Abu Amara e il ruolo silenzioso della Palestina in Italia

Di Issam Al-Halabi (Assadakah News)


Nel panorama politico internazionale, dove oggi i conflitti si gestiscono più con il linguaggio dell’influenza e della costruzione delle narrazioni che con quello delle armi, la diplomazia palestinese silenziosa emerge come uno dei più importanti campi di confronto con la narrazione israeliana. In questo contesto, il ruolo svolto dall’Ambasciatrice Mona Abu Amara in Italia si distingue come un modello di diplomazia consapevole e sobria, lontana dall’esibizionismo ma di profondo impatto, capace di restituire alla causa palestinese una presenza politica e umanitaria in una delle più importanti capitali europee.


Dal suo insediamento a Roma, Abu Amara ha lavorato per rafforzare i legami palestino-italiani su basi solide, fondate su un dialogo costante, sull’apertura verso i diversi livelli politici, culturali e accademici, e sull’approfondimento della comprensione della società italiana della realtà palestinese, lontano dalle narrazioni unilaterali e dai luoghi comuni. Questo sforzo cumulativo non è stato il frutto di un momento emotivo o di una congiuntura politica passeggera, ma il risultato di una lettura attenta delle trasformazioni dell’opinione pubblica italiana e di un investimento consapevole negli spazi di crescente solidarietà con il popolo palestinese, soprattutto alla luce dello shock morale provocato negli ambienti europei dalle continue aggressioni e dalla guerra di sterminio contro Gaza.


Questo percorso diplomatico si è manifestato chiaramente nella visita ufficiale del Presidente Mahmoud Abbas in Italia, che ha rappresentato una tappa politica significativa, riflettendo un livello avanzato di fiducia e rispetto reciproco tra le due parti. La visita è stata il coronamento di un lavoro diplomatico silenzioso guidato dall’Ambasciata palestinese e ha prodotto risultati e incontri che hanno confermato come il rapporto tra Roma e Ramallah non sia più formale o puramente protocollare, ma una relazione politica matura, capace di generare posizioni più equilibrate e più aperte al riconoscimento dei diritti nazionali palestinesi.


Il successo di questa visita, e i chiari messaggi politici e umanitari che ha trasmesso, non ha suscitato soddisfazione tra i nemici della causa palestinese, in primo luogo l’occupazione israeliana, abituata a isolare la leadership palestinese, assediarla diplomaticamente e distorcerne la presenza internazionale. Le campagne di incitamento mediatico che hanno preso di mira l’Ambasciatrice Abu Amara hanno riflesso il livello di preoccupazione per l’efficacia di questa crescente presenza palestinese in Europa e per la capacità della diplomazia palestinese di penetrare spazi che Israele ha a lungo cercato di monopolizzare sul piano narrativo e politico.


Il fastidio israeliano per questo avvicinamento non può essere separato dalla crescente consapevolezza che la battaglia per la legittimità internazionale non si decide più soltanto attraverso gli equilibri della forza militare, ma anche conquistando l’opinione pubblica e costruendo un’ampia rete di relazioni politiche, culturali e umanitarie. È proprio in questo ambito che Abu Amara ha avuto un successo evidente, presentando la Palestina non come una semplice questione di conflitto politico, ma come una causa di giustizia e di diritti umani, in sintonia con i valori che la società europea rivendica e difende.


Da questa prospettiva, quanto realizzato dall’Ambasciatrice Mona Abu Amara in Italia non può essere ridotto a un risultato diplomatico contingente, ma rappresenta un percorso cumulativo che restituisce alla Palestina il suo posto naturale sulla scena europea e conferma che una presenza palestinese attiva rimane possibile nonostante tutti i tentativi di marginalizzazione e delegittimazione. È un percorso che merita apprezzamento e sostegno, per le sue dimensioni politiche e morali che rafforzano la resilienza della narrazione palestinese di fronte all’occupazione e ai suoi strumenti.


In conclusione, emerge una domanda legittima: chi è Mona Abu Amara? È una diplomatica palestinese di Gerusalemme Est, appartenente a una nuova generazione di competenze nazionali che ha scelto un lavoro silenzioso e profondo nei campi dell’influenza internazionale. In precedenza ha ricoperto l’incarico di Rappresentante dello Stato di Palestina in Canada, dove ha maturato una vasta esperienza nel dialogo con l’opinione pubblica occidentale e con le élite politiche e accademiche, prima di essere nominata Ambasciatrice di Palestina presso la Repubblica Italiana. Nel suo percorso ha offerto un modello di diplomazia moderna, basata sulla costruzione delle relazioni, sul radicamento della narrazione palestinese e sulla trasformazione della presenza politica in un’efficace forza di soft power al servizio della causa palestinese: un ruolo che suscita orgoglio e fierezza in ogni palestinese.

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