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Pescara - Ministro degli Esteri libanese: “Restituiamo al Libano la sua storia”

Assadakah News - Il ministro degli Esteri ad interim della Repubblica del Libano, Abdullah Bou Habib, intervenuto alla riunione ministeriale dei sette Paesi industrializzati, a Pescara, ha commentato la attuale situazione del proprio Paese: “Anzitutto la ringrazio, Signor Presidente, per avermi invitato a partecipare a questa riunione ministeriale dei sette paesi industrializzati (G7). Il Libano è conosciuto come la Svizzera dell’Est, soprattutto durante gli anni Sessanta del secolo scorso, quando Beirut era un ponte di incontro e comunicazione fra Oriente e Occidente, e un punto d’appoggio per prosperità e pace. Il popolo libanese, con la sua natura ospitale e la cultura aperta e amante della pace, ha permesso al Paese di essere un collegamento tra molti popoli e civiltà. Il Libano, perla d’Oriente, ha avuto notevoli vantaggi dalla sua posizione geografica, per ottenere la libertà di opinione e di azione politica.

Ciò che una leadership non adatta ha perseguito per realizzare i propri interessi, a scapito del popolo libanese e del suo futuro, ha coinciso con l’intensificarsi del conflitto legato alla questione palestinese, dopo che la comunità internazionale non è ancora riuscita ad attuare le risoluzioni delle Nazioni Unite per realizzare la soluzione dei due Stati. Nonostante la fondazione dello Stato israeliano, lo Stato palestinese è rimasto un sogno irraggiungibile. Il popolo palestinese si è trasformato in profugo anche nei Paesi vicini, primo fra tutti proprio il ​​Libano, che ad oggi ospita ancora circa 400mila rifugiati palestinesi, la metà dei quali sono nei campi profughi, e insieme costituiscono circa il 10% della popolazione.

Non parlerò delle tragiche circostanze e dell'insensata guerra israeliana in cui viviamo oggi, se non per il bene della ricerca di soluzioni che riportino la calma e la stabilità, e per evitare a tutti noi la tragedia di una guerra regionale, che influenzerebbe gli interessi internazionali e mondiali. Oggi vogliamo, soprattutto, un cessate-il-fuoco immediato, e l’attuazione della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza Onu, in tutte le sue disposizioni, che significa soprattutto il ritiro di Israele da tutte le terre occupate con la recente aggressione. E’ necessario il ritorno al suo lato del confine libanese, riconosciuto a livello internazionale, in conformità con l'accordo di armistizio firmato tra Libano e Israele nel 1949 sotto gli auspici delle Nazioni Unite. Inoltre, è necessario rafforzare più volte lo schieramento dell'esercito libanese a sud del fiume Litani, e lungo il confine meridionale, in modo che non ci siano armi senza l'approvazione del governo libanese, e non ci siano autorità se non quella del governo del Libano, in conformità con quanto previsto nella Risoluzione 1701.3. E’ assolutamente fondamentale che si proceda al rientro degli sfollati verso i loro villaggi e città. E’ necessario l'invito ai parlamentari libanesi a eleggere un Presidente della Repubblica, una garanzia nazionale per tutti i partiti interni, e per il ristabilimento della politica estera negli equilibri regionali e internazionali, a condizione che l'elezione avvenga il prima possibile. E’ necessario completare i negoziati indiretti attualmente sospesi, sotto gli auspici delle Nazioni Unite e con la partecipazione, se necessario, di uno o più mediatori internazionali.

Vi è la assoluta necessità di evidenziare i confini terrestri nei punti contesi, in conformità con la Risoluzione 1701 e l’avvio di un serio percorso negoziale, con un calendario specifico, per restituire le zona delle fattorie Shebaa e le colline di Kfar Shuba al Libano, e il punto B1 a Ras Naqoura. Bisogna ricostruire ciò che è stato distrutto e bonificare i terreni agricoli contaminati dal fosforo bianco e dai residui della guerra, al fine di garantire le necessità di una vita dignitosa e sicura per i residenti del Libano meridionale. Inoltre, bisogna fornire assistenza per rafforzare le capacità dello Stato libanese nelle sue istituzioni civili e militari.

Il ministro Bou Habib ha poi concluso: “Ritornando alla storia, il Libano era noto per la sua apertura al Mediterraneo, e coloro che abitano questa terra, con la loro civiltà, hanno segnato la storia del bacino del Mediterraneo e contribuirono alla sua rinascita e al suo sviluppo. Successivamente, i libanesi hanno attraversato gli oceani e si sono diffusi in tutto il mondo, contribuendo alla costruzione e alla prosperità del nuovo mondo. Noi e voi siamo partner storici nel trasmettere splendore, luce e prosperità, e oggi speriamo nel vostro aiuto per riportare il Libano al suo ruolo storico. Vi ho presentato brevemente una tabella di marcia per soluzioni sostenibili che garantiscano calma e stabilità ai nostri confini meridionali, e consentano al Libano e al suo popolo di vivere in pace, ricordando che le nostre massime priorità sono fermare lo spargimento di sangue, la distruzione e il incitamento all'odio”.

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