top of page

Riyadh – 42° Consiglio di Cooperazione del Golfo

  • 14 dic 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Roberto Roggero – Il 42° Gulf Cooperation Council (GCC), organismo internazionale regionale istituito nel 1981 fra Arabia Saudita, Emirati Arabi, Qatar, Bahrein, Kuwait e Oman, si riunisce oggi a Riyadh, capitale del Regno di Arabia Saudita, per una fondamentale messa a punto di situazioni e programmi, prima conferenza dopo la crisi del 2017 e dopo circa un anno dalla Dichiarazione di Al-Ula, che ha posto fine a un lungo periodo di rivalità interne per accuse rivolte al Qatar circa il sostegno a gruppi terroristi.

ree

L’obiettivo è trovare soluzioni definitive alle sfide di carattere regionale e internazionale, il potenziamento dei meccanismi di azione congiunta, il consolidamento degli accordi di Al-Ula e, nel contempo, come affermato dal ministro degli Esteri saudita, principe Faisal bin Farhan Al Saud, affrontare il momento delicato per la regione mediorientale, caratterizzato da sfide e da opportunità. A livello geopolitico, all’ordine del giorno l’accordo sul nucleare iraniano, i colloqui di Vienna tuttora in corso, questione palestinese, situazione in Iraq e crisi in Siria, Yemen, Libia e Libano.

Non meno importante l’aspetto economico del percorso di integrazione tra i Paesi del Golfo Nello specifico, portare a termine un’unione economica entro il 2025, ma dopo avere raggiunto una piena cittadinanza economica, con una valida rete di collegamenti ferroviari e un sistema che garantisca sicurezza alimentare e idrica, incoraggiando progetti congiunti e investimenti all’interno della regione del Golfo.

ree

E' poi stato evidenziato come il GCC svolga un ruolo rilevante nel panorama economico globale, vista la continua crescita registrata negli ultimi dieci anni. A tal proposito, nel 2020, il Consiglio di Cooperazione si è classificato al 13esimo posto a livello internazionale in riferimento al Prodotto interno lordo (PIL), che ha raggiunto quota 1,4 trilioni di dollari. Ad ogni modo, anche i Paesi del Golfo sono stati colpiti dalla crisi pandemica scoppiata nel 2020 e dal relativo crollo dei prezzi di petrolio dello stesso anno, a cui si è cercato di porre rimedio attraverso opportune politiche economiche e finanziarie. Altra sfida è quella relativa alla transizione energetica. Nel 2020, la produzione di greggio del GCC ha raggiunto i 16,2 milioni di barili al giorno, mentre la GCC dispone delle maggiori riserve di petrolio al mondo, stimate a 500,2 miliardi di barili nel 2020, mentre è al secondo posto, dopo la Russia, in materia di riserve di gas naturale.

Circa il commercio interno, è dal 1983 che i Paesi del GCC hanno intrapreso il percorso verso l’istituzione di una zona di libero scambio. L’unione doganale, invece, risale al 2003 e il mercato comune al 2008.

ree

Tutti questo ha contribuito a rafforzare l’integrazione economica tra iPpaesi del CCG in vari settori.

Il commercio di merci intra-GCC è stato pari a 79,1 miliardi di dollari nel 2020, con conseguenze positive per le economie dei singoli membri.

Il meeting si tiene a pochi giorni di distanza dal tour del principe ereditario saudita, Mohammad bin Salman, conclusosi in Kuwait lo scorso 10 dicembre. Anche in tale occasione è emersa l’intenzione di creare un’unica posizione all’interno del Golfo su questioni regionali e internazionali, mentre Riad ha mostrato il proprio interesse a preservare la solidarietà tra i membri del GCC e ad ampliare la portata dei partenariati strategici. Il tutto, nel rispetto della sovranità dei singoli Stati e del principio di non ingerenza in questioni interne.

Commenti


bottom of page