Roma - All'Accademia d'Egitto Anniversario della Rivoluzione Egiziana
- 10 lug
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Aggiornamento: 14 lug

Elisabetta Pamela Petrolati (Assadakah News) - Una celebrazione sobria e solenne quella del 9 luglio, a partire dalle ore 19.00, all’Accademia d’Egitto in via Omero a Roma. Nello splendido giardino interno della sede moderna e luminosa dell’Accademia che ospita, tra le altre cose, periodiche e illustri mostre, si è svolta la commemorazione del 73° Anniversario della Rivoluzione Egiziana del 23 luglio 1952.
Erano presenti grandi personalità del mondo diplomatico, della cultura e del giornalismo, tra cui la Direttrice dll’Accademia, dott.ssa Rania Yahia; l’Ambasciatore d’Egitto in Italia, S.E. Bassam Radi e S.E. Enas Sayed Makkawi, capo missione della Lega degli Stati Arabi a Roma.
Dopo la diffusione dell’inno egiziano, l’Ambasciatore d’Egitto presso la Santa Sede, S.E. Hussein Al Saherti, ha aperto la serata con il suo partecipato e articolato discorso in merito alla ricorrenza così sentita nel suo Paese.
Si è rivolto a Monsignor Miroslaw Wachowski, Sottosegretario della Segreteria di Stato, ai Distinti Colleghi e Ambasciatori, nonché ai presenti tutti per esprimere la sua gioia e l’orgoglio nel celebrare la giornata dell Rivoluzione Egiziana che riveste un significato profondo nel cuore di tutti gli egiziani.

“La ricordiamo non solo per la sua rilevanza storica - ha affermato l’Ambasciatore - ma anche come simbolo della resilienza dell’Egitto e del suo costante impegno per la giustizia, l’unità e la pace”.
S. E. Al Saheti ha inoltre rammentato il legame sacro e prezioso che unisce l’Egitto al Cristianesimo “un legame che precede molte delle istituzioni che noi oggi rappresentiamo. Secondo la tradizione cristiana, l’Egitto accolse e protesse la Sacra Famiglia durante la sua fuga. Dal Sinai alla città di Assiut, la Sacra Famiglia attraversò la Valle del Nilo, benedicendo la nostra terra con la sua presenza e lasciando una eredità spirituale che continua a ispirare generazioni”. Parlando della realtà attuale ha ribadito che l’Egitto, si rende garante e custode del patrimonio cristiano, e ha sottolineato che il Paese ospita una delle comunità cristiane più antiche al mondo e che queste non rappresentano solo il passato ma costituiscono una componente viva e attiva del presente e del futuro dell’Egitto.

“Egitto e Santa Sede, uniti da storia, spiritualità e diplomazia - ha ribadito l’Ambasciatore - continueranno sempre a rafforzare una relazione fondata sul dialogo, il rispetto reciproco e valori morali e umanitari condivisi”.
Talal Khrais, fondatore dell’associazione italo-araba Assadakah, presente all’evento con due suoi rappresentanti, per tale occasione ha dichiarato quanto segue: “Il 23 luglio l’Egitto celebrerà il 73° anniversario della Rivoluzione del 1952, è stato un evento storico rivoluzionario che ha scosso non soltanto il mondo arabo ma tutto il mondo. Una svolta che segnò la fine della monarchia e l’inizio di una nuova era di autodeterminazione di un gruppo di giovani ufficiali dell’esercito, noti come i Liberi Ufficiali, che cambiarono il corso della storia egiziana con una mossa decisiva e audace. Assadakah sin dalla sua nascita è stata sempre al fianco del popolo egiziano. Voglio ricordare che la stessa idea della sua fonfazione è partita dalla defunta ambasciatrice della Repubblica Araba d’Egitto Hoda al Marasi dall’inizio degli anni ‘90. Siamo stati e rimarremo a fianco del popolo egiziano”.
Molto bello l’augurio espresso dall’Ambasciatore Al Saherti a conclusione del discorso “Che l’Egitto e la Santa Sede continuino a brillare come fari di civiltà e di pace”.








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