Siria - Al-Sharaa e la sfida di Idlib
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Assadakah News - È nella città nord-occidentale di Idlib, che l’attuale governo siriano di Ahmad Al-Sharaa affonda le sue radici. Per anni è stata una fortezza ribelle, e la provincia è stata al centro di numerosi scontri con le forze governative. Oggi a Idlib e provincia si vedono soprattutto donne con il Niqab e una inimmaginabile quantità di armi, per questo oggi tenere sotto controllo le diverse formazioni armate di Idlib è la grande sfida del presidente siriano. A cominciare dal fatto che a Idlib c’è una bandiera che svetta più in alto di quella nazionale. Una bandiera con sfondo bianco, e in nero i versi della Shahada, la testimonianza di fede con cui un musulmano dichiara di credere in un unico Dio e nella missione del Profeta Maometto.

La bandiera è posta al centro della piazza all’entrata della città. È la stessa bandiera islamista che si è vista anche nella piazza degli Omayyadi a Damasco, durante le celebrazioni del primo anniversario della Liberazione.
Oggi, Idlib è il centro del potere del nuovo governo di transizione guidato da Ahmad al-Sharaa, con regole sociali più rigide e un forte retaggio turco (vista la vicinanza al confine), in un contesto siriano ancora segnato da quasi 14 anni di conflitto, crisi umanitaria, povertà diffusa e milioni di sfollati, dove la situazione è instabile e la necessità di aiuti è enorme.
Non a caso, Idlib è la stata la prima sede del nuovo governo di transizione siriano, istituito a dicembre 2024, con radici nel gruppo HTS (Hayat Tahrir Al-Sham) ex Fronte Al-Nusra, durante la guerra civile terminata con la cacciata del presidente dittatore Bashar Al-Assad.
La provincia di Idlib resta comunque controllata da gruppi islamisti, che hanno imposto regole più severe. A differenza di altre parti della Siria, la presenza di polizia è minore, sostituita da combattenti fedeli ad Al-Sharaa, ma la regione rimane un focolaio di scontri e instabilità.
La Siria affronta una catastrofe umanitaria, con milioni di persone che necessitano di aiuti urgenti e oltre il 90% della popolazione che vive in povertà. Nonostante il cambio di regime ad Idlib, la guerra civile continua, con scontri armati, e rischio terrorismo.
A monte, le pressioni di Israele che in Siria cerca di contrastare l’influenza di Teheran.
In sintesi, Idlib oggi rappresenta un caso unico nel nord-ovest siriano, fulcro di un nuovo Paese che soffre ancora profondamente per una crisi umanitaria e un conflitto civile persistente, come evidenziato da organizzazioni come UNHCR e EEAS.







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