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Sudan – Il Cristianesimo di “Ta Netjeru”

Assadakah News Agency – Le credenze religiose presenti in Sudan differiscono a seconda dei gruppi etnici, ma presentano alcune caratteristiche comuni basate sull'animismo. In genere la maggior parte dei gruppi indigeni crede in una divinità superiore, in divinità intermedie e negli spiriti, che possono intervenire nella vita delle persone. In uno dei Paesi africani che è la culla della vita, sono presenti diverse religioni, oltre a quella islamica sunnita, che è la confessione maggioritaria per il 93% della popolazione, ma se il Sudan è chiamato anche “Ta Netjeru” fin dal 10° secolo, un motivo esiste. L’espressione, infatti, significa letteralmente “Terra di Dio”, sebbene riguardi una minoranza, con il 5% della popolazione.

Il Cristianesimo in Sudan ha una storia millenaria e oggi è parte della Chiesa cattolica mondiale, sotto la guida del Papa. Dal 2011, anno dell'indipendenza del Sudan del Sud, la Chiesa cattolica è presente sul territorio sudanese soltanto con una sede metropolitana (l'arcidiocesi di Khartoum) e una diocesi suffraganea (la diocesi di El Obeid). Secondo dati del 2019, i cattolici di rito latino dell'arcidiocesi di Khartoum sono circa il 3,8% a cui si aggiungono i fedeli appartenenti alle Chiese cattoliche di rito orientale, che fanno riferimento alle eparchie del proprio rito presenti in Egitto.

Attualmente, i cattolici sudanesi fanno capo quindi alla Arcidiocesi di Khartoum, che conta oltre 1 milione di seguaci su poco meno di 30 milioni di abitanti, ed è retta dall'arcivescovo Michael Didi Adgum Mangoria, che la propria residenza presso la Cattedrale di S.Matteo. L'arcidiocesi comprende il Sudan orientale, e precisamente i wilāyāt di Nilo Azzurro, Sennar, Nilo Bianco, Al-Jazira, Al-Qadarif, Khartum, Cassala, Mar Rosso, Nilo e Nord.

Il primo vicariato apostolico è stato inaugurato nel 1846 per volontà di papa Gregorio XVI, e aveva giurisdizione su un territorio molto vasto, che comprendeva gli attuali Sudan, Sudan del Sud, Chad, Niger, Mali, Burkina Faso, Algeria, Guinea, Uganda, Egitto, Centrafrica, Camerun. La fondazione del nuovo vicariato si deve soprattutto all'interessamento di un canonico maltese, Annetto Casolani, e del rettore del Collegio Urbaniano di Roma, il gesuita polacco Maksymilian Ryłło.

Gli inizi del vicariato apostolico non furono facili, anche per le difficoltà di adattamento a causa del clima, al quale gli inviati apostolici non erano abituati, ma gradatamente il vicariato cominciò a mettere radici, e oggi il vicariato apostolico di Khartoum, è arcidiocesi metropolitana per concessione di papa Paolo VI, con la bolla Cum in Sudania. Dal 2011, a seguito dell'indipendenza del Sudan del Sud, la Chiesa cattolica romana è presente sul territorio, oltre che con l’arcidiocesi di Khartoum, anche con la Diocesi di El Obeid, 183 parrocchie, circa 350 sacerdoti, 310 suore e 707 istituti scolastici, 118 istituti di beneficenza.

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