Assadakah News Agency - Nonostante che i 14 membri del Consiglio di Sicurezza ONU abbiano approvato la mozione sul cessate-il-fuoco in Sudan per il mese sacro di Ramadan (con astensione della Russia), si è registrato un attacco armato a un convoglio umanitario del Programma Alimentare Mondiale (Wfp/Pam), nella provincia di Duk, stato di Junqali, con la morte di una persona che, secondo le informazioni pervenute dal ministro dell’Informazione, Elizabeth Nyadak John, una cittadina somala che doveva consegnare cibo e aiuti umanitari. L’ultimo dei dieci camion è stato attaccato e il conducente è stato ucciso, mentre il compagno ha camminato per cinque ore per evitare morte. Secondo il comunicato ufficiale, si tratta di un attacco premeditato con l’obiettivo di boicottare gli aiuti alla popolazione.
Il ministero degli Esteri dell’Arabia Saudita ha accolto con favore l’adozione da parte del Consiglio di Sicurezza per una risoluzione in Sudan durante il Ramadan, e ha espresso la speranza che tutte le parti in Sudan aderiscano alla volontà di preservare il Sudan e la popolazione, nella speranza di trovare una soluzione al conflitto, che ha causato lo sfollamento di oltre tre milioni di persone, tra cui più di 700mila fuggiti nei Paesi vicini.
La Repubblica del Sudan è nel caos dall'aprile dello scorso anno, quando le tensioni tra l'esercito, guidato dal generale Abdel Fatah Burhan, e le forze paramilitari di supporto rapido (RSF) dia Mohammed Hamdan Dagalo, sono esplose in aperti combattimenti che si sono diffusi in altre parti del Paese, soprattutto nelle aree urbane e nel Darfur. Ci sono state molte sospensioni degli scontri armati, ma nessuna è durata più di 72 ore, e si spera che il mese di Ramadan possa portare le parti a stabilire un accordo.
Nel frattempo, la crisi umanitaria dilaga: le organizzazioni umanitarie hanno avvertito che almeno 25 milioni di persone soffrono di fame e malnutrizione, soprattutto in Darfur, Sud Sudan e Chad, a causa di esodo di massa.